Certezze e dubbi

È impressionante notare come cambino le opinioni su una squadra da una settimana ad un’altra. Lo so, può essere un’osservazione banale e scontata, ma ad incuriosirmi è che sono anche le mie idee sul Milan a mutare continuamente. E mi sono chiesta come mai quest’anno mi risulti così difficile farmi un’idea chiara e ben definita su questa squadra. Una situazione che rispecchia l’inizio di stagione della squadra: alti e bassi continui, un Milan sempre in evoluzione anche tra i due tempi della stessa partita. Almeno non sono l’unica. Anche Inzaghi non sembra le idee molto chiare: dopo 4 tentativi (falliti) sembra aver definitivamente deciso quale deve essere la coppia di difensori centrali titolari. Era partito con la fiducia totale a Bonera, poi rivelatosi un disastro responsabile di molti dei gol incassati fino a qui, per passare da Zapata fino ad arrivare a Rami-Alex, non di certo Nesta-Thiago Silva, ma abbastanza affidabili per evitare di prendere una media di 3 gol a partita.

Ci metterò forse altre 5 giornate per capire che squadra abbiamo davanti: un Milan che spesso appare senza idee e senza schemi ma poi capace di realizzare triangolazioni e accelerazioni strappa-applausi, una squadra a volte orfana di un ideatore di gioco, che mi porta quasi a rimpiangere Montolivo, a un Milan entusiasmante e ricco di risorse. Tra le certezze mi sento di inserire il talento di Menez, che per quello che ha dimostrato è l’uomo della differenza in questo Milan: ad oggi è l’unico capace di saltare l’avversario con facilità, di accelerare, e perchè no anche di stimolare i compagni di reparto a dare di più. Non dimentico il suo passato e la sua fama di giocatore incostante, ma per quello che ha fatto fin ad ora non posso che consideralo la vera arma in più di questa squadra. Un’altra constatazione che mi sento di fare, nonostante non sia positiva, è quella della costante involuzione di Mattia De Sciglio. È il secondo anno consecutivo che il terzino si presenta “molle”, senza spirito, timoroso nelle sue incursioni in attacco, un lontano parente del ragazzino che alle prime prestazioni aveva fatto gridare Alleluia a tutti i tifosi orfani di Cafu e simili. Nell’anno del riscatto di Abate (ricordiamoci che ad oggi è l’uomo assist della serie A, con 4 assist all’attivo), De Sciglio sembra aver perso la strada maestra. E se non la ritroverà rischia di perdere anche il treno della Nazionale.

Poche certezze, ancora tanti dubbi come il reale apporto di Torres alla squadra, la rivelazione di Honda e il ruolo di Bonaventura, che ad oggi mi è molto piaciuto in tute le posizioni in cui ha giocato. Ma per chiarire questi dubbi abbiamo tempo. A cominciare da Verona.

1 commento

  1. Si Silvia. Il nostro campionato comincia a Verona anche se non sarei così pessimista quale sembri nella tua recensione, Le note positive sono maggiori di quelle negative. Innanzitutto quest’anno c’è Pippo Inzaghi e scusami se è poco. L’entusiasmo che Pippo ha trasmesso alla squadra mi pare contagioso anche per i tifosi. Il Milan ci crede e questo è già un progresso. I ragazzi non vanno più a Milanello a timbrare il cartellino. Vanno ad allenarsi. Ora Verona, la fatal Verona, diventa una tappa cruciale per constatare quale e quanta strada i ragazzi rossoneri potranno fare in questo campionato. La squadra comincia ad avere un assetto base convincente. Ci sono miglioramenti, anche importanti, che si devono ancora compiere. Ma ci sono tutti i prodromi per sperare di ritornare a vedere una squadra, a differenza di quella della passata stagione, che possa degnamente rappresentare la passione del popolo rossonero. Sono speranzoso più che fiducioso. Non sarei neppure così tranciante nei confronti di Mattia De Sciglio. IL ragazzo deve ritrovarsi e capire che è una grande promessa, se non l’unica promessa, per lo svecchiamento della difesa anche della nazionale. Sono certo che Mattia, lo seguo con occhi benevoli sin da quando militava nei pulcini, non deluderà. Ora concludo dicendo che quello che mi sta più impressionando è Sulley Muntari. Ammirevole il suo sforzo di voler diventare quel mediano/mezz’ala che non è mai stato. Migliorasse anche un tantino in fase difensiva, sarebbe quasi aver vinto un terno a lotto in un momento, per il centrocampo del Milan, più di carestia che non di espressione tecnica. Sono fiducioso ma Verona questa volta non dovrà essere fatale!

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