40 euro per un secondo anello: i biglietti in Italia e non solo

Lo ammetto: sabato sera volevo andare a vedere Milan-Chievo a San Siro. Mi sono collegato al sito ufficiale – che da quest’anno fa anche da biglietteria online, mi è stato chiesto di inserire i miei dati non avendo una Cuore Rossonero e poi mi è stato aperto il programma in cui selezionare i posti. Al che vado a vedere il prezzo di un onestissimo secondo anello rosso per vedermi comparire davanti agli occhi il prezzo di euro trentanove. Ripeto: t-r-e-n-t-a-n-o-v-e. Considerato che saremmo dovuti andare in due ed erano quasi 80 carte non ci è voluto molto per farmi desistere dall’intento. Ascoltando anche qualche lamentela di qualche tifoso sui prezzi praticati a San Siro quest’anno ho provato a fare una piccola indagine tra le big di Serie A e qualche club Europeo: i prezzi sono riferiti tutti a partite di bassa fascia, acquistabili dalle biglietterie online ufficiali dei club senza tessere del tifoso o le varie tessere soci. Cliccate sull’immagine per ingrandirla.

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Gli stadi non sono tutti uguali, non sono tutti assimilabili secondo il modello di San Siro ma ci ho provato. Ci ho provato e ho scoperto che il prezzo del secondo anello, a 39 euro, è pareggiato dall’Inter (40), addirittura bissato dalla Roma (80 o 65 – per secondo anello abbiamo inteso la parte più alta dello stadio Olimpico). Anche allo Juventus Stadium tale prezzo è invariato: 45 euro, 40 se andate vicino alla curva ma – attenzione – il posto è molto in alto perché sotto ci sono gli Skybox mentre dal secondo anello sul lato opposto il prezzo sale a 65 (40 sui lati): cambia poco al San Paolo, anche qua per seguire una partita al secondo anello, che però è quello migliore dal punto di vista visuale, sono sempre 40 euro – euro che diventano 25 se si va dal lato opposto, quello dei distinti. Prezzi alti in Italia? Vediamo cosa accade all’estero. Il secondo anello del Bernabeu, dal lato tribune o da quello opposto, di Euro ne costa ben 100, al Camp Nou si va da 109 a 125 (87-92 sui lati), a Monaco il secondo anello non viene nemmeno venduto, riservato alla tribuna – qualche posto laterale costa 50 euro mentre salgono a 60 i prezzi dal lato opposto dello stadio, in Inghilterra, all’Emirates, i prezzi sono comunque più alti di quelli italiani e sono intorno ai 50 euro. Il Napoli sembra quella con i prezzi più popolari ma attenzione: la politica di De Laurentis prevede un numero limitato di abbonamenti – cinquemila – e i restanti posti sempre a vendita libera a differenza delle altre.

Tutto bene, quindi? Assolutamente no. Non si possono notare – soprattutto in italia – alcuni evidenti scompensi tra le varie fasce di prezzo. La biglietteria privilegia le curve, la base del tifo organizzato, in Italia contemporaneamente motore e cancro del sistema. In un sistema sano come quello inglese, ed è il caso dell’Arsenal, un biglietto di secondo anello costa solo il 5% in più della corrispondente curva mentre in Germania la maggiorazione è del 50%: nei paesi latini arriviamo all’67% e 73% in più di Barcellona e Real Madrid fino alle assurdità tutte italiane. +79% Napoli, +86% Milan, +160% Roma e Juventus. Si “salva” l’Inter i cui biglietti di curva costano “solo” il 60% in più del secondo anello: da questo punto di vista non si può non notare una significativa differenza tra il modello Inglese-Tedesco e quello Italo-Spagnolo.

In generale i prezzi sembrano comunque esagerati, in ogni caso. Prezzi che contribuiscono ad un sistema che ormai è in continua inflazione con stipendi e prezzi di trasferimento dei giocatori che diventano ogni giorno sempre più alti. Gli stadi si svuotano perché in Italia le TV sono sempre più un’alternativa credibile ed economica. Persino lo Juventus Stadium sembra aver terminato l’effetto dello “stadio nuovo” e salvo il big match con la Roma (dove, comunque, ricordiamo, si raggiungono gli spettatori di un Milan-Chievo qualsiasi) lo stadio ha presentato numerosi vuoti. Manca quel “quid” in più per riportare la gente sugli spalti sempre più vuoti a causa della ben più valida ed economica alternativa offerta dalla Pay-TV che, in Italia, ha i prezzi più bassi d’Europa (o almeno quella che conta calcisticamente).

Il Milan e le altre hanno fatto la loro scelta: spremere chi è rimasto in modo da coprire le perdite di chi non c’è più. Sicuramente gli uffici dell’AC Milan preposti a tale scelta ne sanno più del sottoscritto e i vuoti continui del San Paolo, che ha comunque prezzi più popolari, non sembrano dar torto. Perdonatemi, però, se tale tabella e le considerazioni fatte precedentemente trovano la mia più totale indignazione verso questo sistema e mostrino come Inglesi e Tedeschi siano, comunque, tre o quattro passi avanti a noi.