Autunno o primavera?

Scrivo il mio primo editoriale dopo la sesta giornata di campionato, durante la seconda sosta per le nazionali.
Mi sembra un buon momento per pormi questa domanda, data la solo apparentemente sottile differenza tra autunno e primavera, a quale stagione si avvicina di più questa fase della nostra storia?

Pensandoci, le temperature medie dei due periodi a confronto sono molto simili, ma solamente prendendo in esame l’ andamento nel tempo delle stesse, si può evincere la differenza fondamentale: hanno un trend inverso.

Ecco, il milan targato Massimiliano Allegri, dal mio punto di vista, fà parte di una delle fasi autunnali di questa squadra che arriva da anni di gloriosi successi per merito di campioni sia in campo che in panchina, merito di quel campione che era il nostro presidente, sul quale si può tranquillamente affermare che per anni è stato il vero fuoriclasse di questa società.
Il primo anno di quella gestione è stato un po’ come fosse la fine di settembre, si sente ancora caldo, se si è fortunati ci scappa magari pure una delle ultime giornate in piscina. Così, giusto per portare un ultimo bel ricordo il più vicino possibile al freddo e alle giornate corte e tristi che man mano arriveranno.

Ebbene, le tanto detestate giornate corte e fredde, sono arrivate negli anni successivi, dove verranno a mancare: “bel giuoco”, bei giocatori (da molti punti di vista) , risultati (soprattutto in campo internazionale) e forza a livello di società in più sedi, così tutto ciò che era stato costruito nei 25 anni precedenti andava sempre più sgretolandosi.
Ogni partita fatta di possesso palla sterilissimo nella nostra metà campo. ogni partenza stagionale disastrosa, ogni campagna acquisti, ogni scontro diretto terminato in agonia con conseguente figuraccia, il nostro Milan veniva privato di tutti i suoi valori, addentrandosi sempre più disorientativamente verso il profondo inverno.
In ogni caso, si sà, non bisogna rassegnarsi mai, nemmeno quando le giornate durano 8 ore e il termometro segna 3 C° al massimo, perché è fisiologico, è normale che le cose da lì in poi probabilmente miglioreranno, “non può piovere per sempre”.

Così, anche nell’annata “bastarda”, quella in cui si grattano i vetri della macchina nonostante sia la mattina del 3 aprile, si sà che le tribolazioni andranno sempre diminuendo , perché l’inverno è finito, e non tornerà, almeno per le prossime 3 stagioni.
Io vedo questo ora, con l’arrivo di Pippo Inzaghi, ritorno a vedere, a sentire dentro la squadra quel “milanismo” che tanto è mancato negli anni precedenti, lo vedo rifiorire, come i peschi, le primule o le viole. Come quando sugli alberi, a cui sono stati potati i rami che non avrebbero contribuito alla loro crescita sana e prosperosa,  iniziano a spuntare i primi germogli.
Lasciamo lavorare il Mister in pace, lasciamogli il tempo che serve, perché se esiste qualcuno, nella storia recente del Milan, che abbia incarnato alla perfezione la voglia di vincere e non arrendersi mai, è lui.

Posso accettare le critiche dovute alla poca esperienza, ma lo spirito non c’entra con l’età, e lui è l’essenza del guerriero, dell’eroe di mille battaglie, quello che con i suoi colpi ha annientato eserciti imperforabili. Io trovo che questo sia ciò di cui abbiamo più bisogno in questo momento.
Vi sfido a non trovare negli sguardi dei giocatori un po’ della sua tenacia e per ora, mi accontento di questo, con la certezza che è solo il preludio di molte soddisfazioni.

Sono sicuro che ci saranno diverse altre giornate grigie, fredde e piovose, ma non disperate, siamo in primavera, il peggio è passato. 

2 commenti

  1. Infatti amico mio ho, da subito, affremato che Pippo è l’ideale approdo perché lui già da giocatore, così come Gattuso, impersonificavano e materializzavano l’anima rossonera. (rossonerosémper sa che io volevo sulla panca Pippo già prima dell’avvento di Seedorf… poi ho difeso sino all’indifendibile Clarence). Si condivido e sono più che certo che è sorta l’alba della rinascita per il nostro amatissimo Milan.

  2. Guarda, ho tralasciato la parentesi Clarence, perché non ho abbastanza elementi chiari per giudicare. Sono venute fuori molte mezze dichiarazioni, che non hanno portato a nessuna versione ufficiale della società.
    In ogni caso, l’ho difeso a spada tratta anche io, fino all’ultimo giorno. Ma mi accontento della consapevolezza che l’A.C.Milan non esonera allenatori abitualmente dopo un girone di campionato, e se l’ha fatto, ci saranno sicuramente stati degli ottimi motivi.

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