Destinazione Cardiff: Real e Bayern presenti, Barcellona no

Dopo due mesi la Champions League è tornata finalmente in campo e lo ha fatto con la prima parte degli ottavi di finale. In campo le tre favorite per la vittoria finale – ovvero le due spagnole ed il Bayern Monaco di Ancelotti, due su tre in casa visto il secondo posto nei rispettivi gironi nella prima fase. Proprio le vittorie casalinghe, rare nell’andata degli ottavi di finale, sono state le vere protagoniste di giornata: quattro su quattro.

Partiamo dai risultati di ieri e da quello che era il big-match di giornata all’Allianz Arena: netta vittoria per 5-1 degli uomini di Ancelotti contro l’Arsenal. Bayern già bene nel primo tempo con i gunners che strappano un pari grazie ad un rigore di Sanchez, nella ripresa si infortuna Koscielny e i bavaresi smettono di sciupare palle gol anche grazie ad un Robben che sale in cattedra. Finisce 5-1 con l’Arsenal probabilmente fuori agli ottavi di finale come ogni anno.

A Madrid era di scena invece la squadra che secondo Ambrosini aveva picchi di gioco superiori al Milan di Sacchi – ovvero il Napoli di Sarri. Non c’è stata storia per un 3-1 che va anche piuttosto stretto ai blancos che privi di Bale e con un Ronaldo opaco (ma che farà comunque un assist straordinario sul secondo gol) il Real domina fin dalle prime battute se non fosse che Insigne trova il jolly con la complicità di un Keylor Navas colpevolmente fuori dai pali. Il Real si rialza e dilaga: pareggia Benzema, poi Kroos e Casemiro trovano i due gol con Ronaldo che se ne mangia un paio. Se da un lato il Napoli aveva una grossa occasione dall’altro il 2-0 al San Paolo se si farà una partita perfetta non è un risultato così improbabile da ribaltare – la sensazione è, comunque, che Napoli e Roma con questa competizione non abbiano nulla a che spartire e siano lì come tappabuchi per colpa della debacle delle milanesi.

Nel giorno di San Valentino è invece andata in scena la sfida tra il Benfica e il Borussia Dortmund – i portoghesi secondi nel gruppo del Napoli hanno decisamente avuto più fortuna nel sorteggio. Come c’era da aspettarselo sono i tedeschi a fare la partita con un Aubameyang (giocatore per cui non pagherei le cifre richieste) che si divora un paio di gol. Il Benfica passa su calcio piazzato ma è un 1-0 decisamente bugiardo che non rende giustizia a quanto visto in campo e che ci lascia un ritorno che si preannuncia già più avvincente.

La partita simbolo di questo turno è però senza dubbio quella andata in scena al Parco dei Principi con un Paris Saint-Germain che privo di Ibrahimovic (ceduto) e Thiago Silva (infortunato) trova finalmente la sua dimensione europea battendo 4-0 il Barcellona in quella che è una partita perfetta dei parigini. I catalani non sono stati mai in partita con un Messi decisamente limitato e ancora una volta incapace di esprimersi come leader della squadra nei momenti di difficoltà. Il PSG ha potuto sfruttare una superiorità di spazi, di atletismo e di mole di gioco che non è mai stata in discussione per i novanta minuti e ha portato a casa un risultato che esprime a pieno quanto si è visto sul rettangolo di gioco.

Il turno ci dice quindi che il Bayern è in primissima fila per la vittoria finale davanti a Real Madrid e Paris Saint-Germain mentre il Barcellona se vuole rimanere in gioco dovrà diventare la prima squadra a rimontare un 4-0 dopo essere stata la prima a rimontare un 2-0 fuori casa in Champions League (grazie Allegri!). La partita di Parigi è forse la fine di un’era mediatica in cui il Barcellona era considerata a prescindere la squadra più forte del calcio mondiale anche se poi il Real Madrid alzava due coppe campioni su tre negli ultimi tre anni. Probabilmente la fine anche dell’era delle gif di Messi di gol e punizioni contro squadre di seconda categoria spagnola e dei palloni d’oro vinti grazie ai voti di nazioni Caraibiche ed Oceaniche che col calcio non hanno nulla a che fare nell’anno in cui dopo aver perso la Copa America ai rigori ha anche dovuto subire il sorpasso storico di Cristiano Ronaldo con l’Europeo del Portogallo. 

Ve lo chiediamo da estimatori del calcio mondiale. Basta paragoni tra il Barcellona ed il Milan di Sacchi. Basta paragoni tra il Napoli di Sarri ed il Milan di Sacchi. Basta paragoni tra Messi e Maradona. E smettiamola, una volta per tutte, con questa moda per cui il Barcellona è la più forte a prescindere in qualsiasi posizione arrivi. Il primo turno di Champions ci dice che probabilmente sarà ancora molto, molto difficile battere la casablanca e l’unico a poterlo fare, in questo momento, è proprio l’ex dal dente avvelenato Carlo Ancelotti.

7 commenti

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  1. l’unico a poterlo fare, in questo momento, è proprio l’ex dal dente avvelenato Carlo Ancelotti.

    E Carletto è molto bravo a prendersi certe rivincite…

  2. Il caso di Ambrosini è emblematico almeno quanto quello di altri giocatori che appese le scarpe al chiodo e non avendo altre capacità manageriali, neppure quella di fare gli allenatori, sparano continuamente ‘minc@iate’ forti delle loro presunte ampie conoscenze calciofile. Rimango a quel che dissi tempo fa indicando nella squadra di Ancelotti la massima favorita alla vittoria in questa edizione della CL e per quel che riguardava il Napoli avevo detto che a Madrid si sarebbe vista la reale consistenza dei partenopei. Così è stato. Sacchi avrebbe mandato Ambrosini a ‘pascolare le pecore’ nei campi di periferia. Come può proferir parola sulla squadra di club più forte di ogni epoca calcistica? Basta così….si vergognino di dire simili sciocchezze. Naturalmente sono dispiaciuto per il Napoli, soprattutto perchè mi darebbe parecchio fastidio se aumentasse la distanza nelle vittorie in CL tra Real e Milan. Io spero sempre che i rossoneri li raggiungano. Ma questo forse lo vedrò in un’altra vita. Ribadisco per i duri di comprensione che il Napoli non è superiore a questo Milan. Le due vittorie sui rossoneri sono avvenute grazie alla loro buona-sorte ed ad un certo arbitro che ritroveremo domenica sera(che Dio ce la mandi buona). La dimensione del calcio italiano, in attesa del ritorno del vero Milan, purtroppo è questa. Ora attendo notizie da Oporto dove i portoghesi hanno già preannunciato che è una bestemmia paragonare Dybala a Messi oppure dire che Higuain è forte quanto lo erano Josè Altafini o Batistuta.

    1. Sacchi avrebbe mandato Ambrosini a ‘pascolare le pecore’ nei campi di periferia. Come può proferir parola sulla squadra di club più forte di ogni epoca calcistica? Basta così….si vergognino di dire simili sciocchezze

      Vedi Borgo, Ambrosini ha detto un’enorme sciocchezza, ma il tutto è nato da un addio amaro che, come a volte tristemente capita, ha tramutato un grande amore in un grande odio. Due sentimenti opposti che però molto spesso possono viaggiare assieme e sovrapporsi.
      Ambrosini non è uno qualunque per il Milan. Ha collezionato 17 anni in rossonero con 489 presenze. E’ il sesto nella classifica di tutte le presenze rossonere. Dietro di lui c’è un mondo di campioni del Milan.
      Quindi, tutta l’amarezza per frasi che non possono stare nella bocca di uno come lui, ma non confondiamo le cose. Massimo Ambrosini non è “qualcuno” nella storia del Milan. Fa molto più male.

  3. Critichiamo Campioni, veri fuoriclasse, che ci hanno deliziato, Pirlo, Cassano, Ronaldinho, Ibrahimovic, Menez, Balotelli, cercando il pelo nell’uovo fino a perderli , quasi distruggerli, e poi osanniamo mezze figure insignificanti come Ambrosini. Al popolo milanista non piacciono i geni, piacciono i manovali! Errore, grande errore!

    1. Perdonami Vittorio, io come ho detto non assolvo Ambrosini per come si comporta e per quello che dice, ma se noi confondiamo uno come lui con, ripeto, 17 anni in rossonero e 489 presenze (davanti a lui solo Maldini, Baresi, Costacurta, Rivera e Tassotti), 4 campionati, 2 CL, 1 Coppa del mondo, 2 Supercoppe UEFA, 1 Coppa Italia, 2 Supercoppe italiane con giocatori, che tolto Pirlo, nella storia del Milan sono state delle meteore, perdiamo il senso del reale.
      Pirlo comunque ha detto e scritto (leggi il suo libro) cose ben peggiori e di Cassano non dico niente perche è la sua stessa vita e carriera che parlano per lui.
      Ambrosini non è stato un giocatore di qualità, ma di quantità, come ce ne sono stati tanti a cominciare dal mai dimenticato Guanin Lodetti per finire al “Ringhio” dei nostri giorni.
      Di quelli che hai elencato sinceramente rimpiango solo il grande Ibra che, se rivedi bene come è andata, è stato ceduto, contro la sua volontà, per fare cassa.
      Per finire, al popolo milanista piacciono eccome i geni. Siamo la squadra dei Schiaffino, Rivera, Savicevic, Van Basten, Schevchenko… solo che, essendo squadra proletaria, amiamo anche chi corre e soffre in silenzio.

    2. Tra i geni, anche se meteora pure lui, ho dimenticato il”Divin Codino” che compie proprio domani 50 anni. Auguri.
      Di lui ho avuto l’onore e il piacere di assistere alla sua ultima partita, proprio contro di noi, in occasione della nostra festa scudetto del 2004. Giornata veramente indimenticabile.

  4. OK, amico. Lo so anche io ma provocavo….chiedo venia.Ed infatti:
    “…. solo che, essendo squadra proletaria……”
    Quanti errori e danni ha fatto questo tifo politicizzato in questi ultimi avvelenati anni!
    Non me ne do (e non me ne daro’ ) pace mai. E che non sia colpa del Presidente ORA lo hanno capito pure gli irriducibili autori del danno. Troppo tardi ormai.Maledizione!

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