Proteggete il nostro calcio

Sanchez al Barcellona per 45 milioni di Euro. Pastore al Paris SG per altrettante cifre. E il mercato italiano perde due dei suoi pezzi pregiati. Pezzi che a parte Ibra e Robinho prima di essi hanno visto il solo Eto’o negli ultimi anni venire in italia, arrivato però come merce di scambio e non come desiderio reale dell’Inter di acquisire un giocatore importante

Ci ho ripensato mentre ero in vacanza a Parigi, in Francia. Forse ripensando al Colbertismo adottato sotto Luigi XIV. Per chi non se ne intendesse di economia il protezionismo è una forma che tutela fortemente il mercato interno imponendo pesanti dazi doganali nell’esportazione e nell’importazione delle merci. E così pensare a un’Udinese e un Palermo costrette a vendere i loro pezzi pregiati alle big nazionali e non a rinforzare dirette concorrenti di queste per la coppa.

La federazione a mio parere dovrebbe muoversi in questo senso, tassando le enormi cifre ottenute in questi casi e mettendole magari in un fondo destinato ai club che invece vogliono comprare giocatori di grande livello dall’estero, a cui spetterebbe una cifra fissa come incentivo. Non sarebbe un aiuto alle grandi, ma semplicemente un investimento. Più campioni arrivano in Italia infatti, più il campionato ottiene visibilità e di conseguenza gli sponsor aumentano. Tassa che ovviamente non ci sarebbe qualora il giocatore venisse ceduto all’interno dei confini del belpaese e che, a fondamentale differenza col protezionismo economico vero e proprio, in caso di acquisto di un club italiano di un giocatore di una squadra oltre confine.

La Lega calcio negli ultimi anni con l’accordo collettivo sembra però volere andare in direzione opposta con la reintroduzione dei diritti collettivi che hanno sì ravvivato il livello del campionato, a discapito però della competitività delle grandi. Evidentemente a loro più di tanto la cosa non importa, meglio accontentare la maggioranza delle squadre in un sistema che si è riformato dopo calciopoli (il miglior periodo della lega fu – casualmente? – sotto la direzione di Galliani) per dare spazio anche alle piccole squadre che ora fanno letteramente i padroni, con la legge Melandri che ha fatto il resto.

Di contro però il fair play finanziario, scritto però dagli stessi club che sanno perfettamente come aggirarlo e che non dovrebbe fare altro che congelare le differenze attuali, se possibile dilatandole ulteriormente. Situazione perfetta per le spagnole con la legge (truffa) Beckham che gli ha consentito di risolvere i loro problemi (il Barça nel 2004 ad esempio giocava e usciva dalla coppa UEFA) negli ultimi anni in via di abrogazione. Fair play finanziario che senza una scadenza contemporanea di tutti i contratti in vigore (e quindi tutti i giocatori liberi a zero) nel momento in cui viene applicato e senza un tetto salariale per ogni squadra rimane una colossale -perdonatemi il francesismo- stronzata.

Rimane comunque il caso di una federazione a cui sembra che del giocattolo non importi nulla (e lo si è visto nel caso scudetto 2006). Meglio mantenere il più possibile l’attuale forma, cambiando meno possibile e solo se si è obbligati a farlo (ma nel paese di “quanto erano belle tutte le gare alle 15 con 90° minuto” ci stupiamo ancora?). Incompetente, incapace di tutelarsi e che a livello europeo sta arrivando a contare come l’attuale governo a livello politico. E attenzione: con il settore Basket che sta tornando al top europeo e il settore Pallavolo che lo è dà tanti anni, giusto per citarne due, è evidente che questo sia possibile. Chissà se il buon Bari2020 un giorno inserirà Abete tra gli ignavi…

9 commenti

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    • marcovan il 2 Agosto 2011 alle 12:18

    Mi sa che la federazione non abbia mica i poteri per fare una roba del genere eh? 😀

    A parte che per me quella di mettere i bastoni fra le ruote dei poveri per favorire i ricchi (alla fine, checché tu ne dica, finirebbe così), mi pare una pessima idea. Una roba alla Superciuk (chi conoscesse il fumetto Alan Ford sa cosa intendo). Credo che il calcio italiano non ne trarrebbe giovamento, anzi, secondo me la situazione peggiorerebbe.

  1. Marcovan ogni federazione decide autonomamente il calciomercato, ad esempio. Apertura chiusura e modalità. Non può magari farlo direttamente ma può fare pressioni perché venga fatto.
    Il problema è che il livello di un movimento è quello delle squadre di vertice. Se vogliono un campionato competitivo e livello zero in europa vanno verso il suicidio..

    • marcovan il 2 Agosto 2011 alle 12:23

    Un conto è l’apertura/chiusura e modalità, un altro è imporre tasse sulle operazioni di mercato. Credo che sia una questione che vada al di là dei poteri federali.

    Non so eh?, ma nutro forti dubbi.

  2. Marcovan
    La Rfef ha fatto fare la legge Beckham… evidentemente all’estero funziona così.
    Intanto segnalo che il salumiere che non parla di altri blog per aumentare il numero di commenti (cit.) sa solo rosicare e forte… qualsiasi cosa io scriva… 🙄

    • marcovan il 2 Agosto 2011 alle 13:16

    Ah sì? Ha scritto così?

    Ma se è il più grande lurker, copiaincollatore di commenti altrui della blogosfera… 😀

    • bari2020 il 2 Agosto 2011 alle 15:05

    Se il tizio ha le palle, venga qua a lamentarsi. Niente e nessuno glielo impedisce.

    • MILANDOMINAT il 2 Agosto 2011 alle 20:18

    baro 2020, ma ti rendi conto della stronzata che hai appena detto?

    E’ un ‘interista, un senza coglioni per antonomasia, uno che è strisciato fuori dai tombini dell’anonimato nel 2006 pensando che il calcio fosse nato quell’anno

    • MILANDOMINAT il 2 Agosto 2011 alle 22:09

    intanto segnalo a divolino questa chicca da una delle tante penne al soldo dei prescritti

    http://www.tuttomercatoweb.com/inter/?action=read&idnet=ZmNpbnRlcm5ld3MuaXQtNTQyNDY

    • sadyq il 2 Agosto 2011 alle 22:11

    La federazione a mio parere dovrebbe muoversi in questo senso, tassando le enormi cifre ottenute in questi casi e mettendole magari in un fondo destinato ai club che invece vogliono comprare giocatori di grande livello dall’estero, a cui spetterebbe una cifra fissa come incentivo.

    Ma qeste cose, quando le pensi? Come ti vengono? Ci pensi prima di scriverle o no? Sei consapevole di cio che scrivi? A volte mi sembra di no!

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