Astinenza da Faraone

Stephan-El-Shaarawy2Tante cose cambiano in un anno. Solamente 12 mesi fa iniziava la poi celebre rincorsa rossonera, la rinascita dopo una prima parte di stagione più che deludente, l’improvviso risveglio dopo mesi di buio, quel cambio che ci portò a un sudatissimo terzo posto, un traguardo insperato fino alla sosta natalizia. Un anno dopo le cose sembrano molto diverse: nessun risveglio, nessuna rincorsa, di certo un cambiamento, di allenatore e di gioco, di mentalità e di prospettive. Un cambiamento di obiettivi: niente più Champions, ma qualche sguardo alle spalle per il Milan di Seedorf, un Milan che ha bisogno di tempo per scoprirsi e per ricostruirsi.

Ciò che però, ahimè, non è cambiato, ma anzi è peggiorato in questo ultimo anno solare è il calvario di un giocatore eccezionale, prezioso e travolgente come Stephan El Shaarawy. Quel giocatore che nel girone di andata della scorsa stagione, a soli 20 anni, si è caricato sulle spalle l’intera squadra, privata improvvisamente dei suoi campioni, segnando 14 gol in 19 partite di campionato e giocando a livelli altissimi. Poi il buio: i cali di concentrazione, la scarsa tenuta fisica, le voci di un’impossibile coesistenza con Balotelli, le critiche alla cresta e allo stile. Elementi che gli hanno fatto guadagnare con il tempo un sempre più considerevole numero di panchine e la difficoltà di trovare un posto da titolare in azzurro. Sembrava un inferno, ma il peggio doveva ancora venire: dopo un inizio di stagione che sembrava averlo riportato in paradiso con le reti al Psv, arrivano gli infortuni. Prima una lesione al bicipite femorale destro che lo tiene fuori con Torino, Celtic, Napoli, Bologna e Sampdoria. Si inizia a parlare di ritorno, forse con l’Ajax, ma Stephan il campo non lo vede: fino a quando un persistente dolore al piede sinistro lo costringe a sottoporsi ad intervento chirurgico. I tempi di recupero sembrano infiniti, si parla di stagione conclusa. Ma oggi la lieta novella: Stephan sta tornando. Si parla di riabilitazione di 4 settimane per il rientro definitivo.

Sarà vero? Nel corso di questi lunghi mesi si sono rincorse molte, troppe voci sulla data del reale rientro del Faraone: mi preoccupa il fatto che possa essere l’ennesimo rinvio, l’ennesima illusione. Credo infatti che per il gioco di Seedorf la classe, la velocità e soprattutto la voglia e la fame di El Shaarawy siano fondamentali: quello che manca a questa squadra è proprio un attaccante che torni in copertura, che dia una mano in difesa e soprattutto che corra, che corra tanto. Esattamente quello che ha fatto Elsha per tutto il girone d’andata della scorsa stagione. Potrebbe essere l’unico modo per sgravare dalle spalle di Kakà lo sporco lavoro che il campione brasiliano è costretto a fare nelle ultime partite. Ma non solo. Stephan sa che questi ultimi scampoli di campionato sono la sua unica e ultima chance, seppur minima, di potersi guadagnare una convocazione per il Mondiale: uno stimolo in più per mostrare tutto ciò che sa fare e dare il massimo, mettendo in campo quella grinta che spesso manca in gran parte dei rossoneri in campo. Insomma, credo si sia capito: Stephan mi è mancato, mi è mancato tanto e credo possa diventare una colonna portante per il Milan del futuro.

2 commenti

  1. Sono d’accordo al 1000‰ con quello scritto nel post.
    Diavolo, scusa la sfacciataggine. Ma lo hai scritto tu o l’ha pubblicato qualcuno a nome tuo…?
    Mi sarò sicuramente perso delle puntate, ma ero rimasto che El Shaarawy l’avresti ceduto anche in cambio di un pacchetto di gomme… Comunque se hai cambiato idea mi fa piacere.

    1. L’articolo è di Silvia, mi son dimenticato di cambiare il nome, pardon

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