Il Milan in stand-by

La società è ferma, in attesa di ordini. Per adesso, l’obiettivo principale sembra essere quello di non far perdere valore alla società, in attesa di tempi migliori. Gli investimenti sono congelati, bloccati. Dopotutto Fininvest sta come tutto e tutti, subendo le ripercussioni della crisi, a cui deve essere aggiunto il fardello della sentenza Mondadori.

I figli di Berlusconi, e Silvio Berlusconi stesso, per adesso hanno risposto con un secco “niet” alle pressioni dei tifosi per un piano di investimenti armonico, per iniziare, o meglio proseguire, un “progetto”. A malapena la famiglia proprietaria del Milan riesce a pagare i debiti che la società annualmente accumula. Chiaramente, come da sempre succede, l’inizio di una nuova sfida politica per il cavaliere, potrebbe significare l’inizio di succulente campagne acquisti; ma questa eventualità non è all’orizzonte.

Berlusconi è uscito maluccio dall’ultimo biennio per quanto riguarda la politica, e non si capisce come delle vittorie del Milan potrebbero risollevare la sua posizione. A dir la verità non ci crede nemmeno lui, e se dopo l’avvicendamento con Monti ha cullato nella sua mente, per qualche giorno, il desiderio di tornare a fare il Presidentissimo del Milan, vincente in Italia e nel mondo, dopo poco tempo l’argomento non lo interessava più, e, quasi controvoglia ha accettato l’inutile carica di Presidente onorario della società; quasi scansandosi, quasi per evitare di essere ricordato come il presidente del Milan di questi anni, come presidente di questo Milan qua.

Pure le sue presenze allo stadio sono state scarse anche dopo aver abbandonato la carica di premier: nulle nella fase finale della stagione, cattivo segno, pure questo. Il gioco penoso di Allegri, mostrato contro il Barcellona a Milano aveva smosso il suo orgoglio, visibilmente, e tutto lasciava sperare in uno dei suoi burrascosi attacchi di ira, seguiti dalla sua famosa fase creativa, dove, raccogliendo la sfida e mettendoci il grano, avrebbe dimostrato a tutti che aveva ragione lui; così come due anni prima era avvenuto con l’esonero di Leonardo e con la successiva, indovinatissima campagna acquisti.

Invece una breve ricognizione ai listini delle ditte Guardiola e Capello, magari anche un incontro con i figli, e Allegri venne subito confermato: la famiglia Berlusconi non avrebbe messo a disposizione i fondi necessari per operazione del genere, quindi tanto vale vivacchiare con Allegri, il cui esonero, tra l’altro, costa.

Ma se la situazione è questa, e la famiglia Berlusconi ha davanti anni ed anni di prosperità garantita, non si può non constatare il malcontento dei due purosangue del Milan – Ibra e Thiago: loro, nonostante i bei contratti che hanno, non vivono di rendita, e non hanno davanti ancora trent’anni di carriera, e, se non gli si mette attorno una squadra competitiva loro vanno a cercarsela altrove, diminuendo il loro valore visto il desiderio di fuga, e di riflesso, diminuire quello della società.

La soluzione sarebbe semplice: l’ingresso di investitori stranieri desiderosi di prestigio, vittorie e nobiltà sportiva, dopotutto la bacheca di Via Turati ha il suo peso, e la società può offrire il know-how necessario per far vincere chi ha desiderio di investire nel calcio. E di petrolieri che in questi anni stanno ingrassando a più non posso desiderosi di entrare nell’azionariato del Milan ce ne sono a bizzeffe, ma entrare col 51%.

Non col 49%, concedendo la maggioranza a Berlusconi, la cui situazione è instabile e legata a doppio filo ai saliscendi della politica italiana: i nuovi ricchi asiatici non capiscono i sofismi della nostra politica, e non accettano di entrare (minoritariamente, e spendendo moltissimo tra l’altro) in società con uno che se si alza la mattina con la voglia di vincere il campionato butta fuori come niente 50 milioni, per poi lasciare la società a macerare su se stessa per altri due anni; tutto questo senza alcun criterio di razionalità e di programmazione.

Una partnership con Berlusconi non funzionerebbe, e gli investitori, che lo sanno benissimo, per questo non si fanno avanti in modo pressante. Berlusconi è un italiano, anzi uno straitaliano, e come tale non è affatto un personaggio lineare, ed è lontano dalla razionalità anglosassone dei nuovi ricchi. Ad ulteriore conferma di questo ragionamento c’é la volontà di Berlusconi di non condividere con nessuno il suo giocattolo preferito, l’attività che gli ha dato maggiore lustro e fama in tutto il mondo; e questo, tutto sommato, mostra anche i limiti del personaggio: se volesse davvero bene al Milan, non solo in modo narcisistico, acconsentirebbe all’ingresso di capitali freschi in società.

Ma questo non è l’argomento del giorno, oggi come oggi il Milan deve rinnovarsi, dopo il tanto atteso addio della vecchia guardia avvenuto a fine campionato, ma per sostituirli adeguatamente c’é bisogno di capitali, e i capitali la famiglia non li mette, quindi devono giocoforza provenire dalle cessioni, mettiamoci quindi l’anima in pace: uno tra Ibra e Thiago Silva partirà. E sarà Thiagone al 95%.

Siamo nella situazione di uno che, per comprare un forno nuovo, perché il vecchio si è rotto, deve vendere il frigorifero, e per comprare quindi un altro frigorifero deve vendere il tavolo della cucina, col risultato che alla fine non si mangia comunque…

Insomma, cerchiamo di pensare positivo, il Milan non è proprio in coma profondo, diciamo che è in stand-by.

19 commenti

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  1. Credo che tutto dipenda dall’abilità di Galliani e dal grande potenziale proveniente dalle formazioni giovanili che hanno ripreso la strada precedente all’avvento di Silvio Berlusoni in via Turati. Giocatori di prima fascia non si possono acquistare se la proprietà non intende più ripianare deficit di bilancio illogici. Non è vero che la politica di una sana conduzione economica comporti il declino. Il Milan del dopoguerra, dell’era Rizzoli di Viani e di Nereo Rocco costruiva squadre vincenti in Italia ed in Europa attingendo, in primis, dall’inesauribile miniera d’oro che era rappresentata dal vivaio. Una politica che non consentiva svolazzi di bilancio e che ha prodotto campioni indimenticabili(Buffon, Salvadore, Trapattoni, Radice, Pelagalli, Noletti, Trebbi, Danova, Prati, per non parlare dell’ossatura base della squadra di Sacchi). Ogni stagione vi era l’innesto di almeno due elementi della Primavera nella rosa della prima squadra. Erano quasi sempre campioni che poi finivano per vestire la maglia della nazionale. La politica accorta e la valorizzazione dei giovani è anche la politica attuata da Arsenal e Barcellona. Il Milan è stato capostipite in questa modus operandi perché non ripercorrerlo? Un ritorno al passato, ovviamente aggiornato ai tempi della globalizzazione, non può che far bene sia al Milan che al calcio italiano.

  2. Finalmente qualcuno che parla della situazione di Fininvest e Mondadori senza vivere nel mondo del Monopoli coi soldi fittizi.
    Finalmente qualcuno che capisce perchè è difficile trovare nuovi partner finanziari: vogliono comandare, ma non vogliono comandare in Italia perchè siamo indietro rispetto a mezza Europa.
    Finalmente qualcuno che capisce che bisognerà vendere e quei soldi andranno a bilancio per almeno l’80% perchè non glielo spiego io al dipendente licenziato di Mondadori che mentre lui è casa noi ci prendiamo Tevez.

    Che giuoia leggere finalmente di qualcosa che abbia a che fare con la realtà e non con la fantasia. L’evoluzione è la soluzione.

    Vendano chi vogliono, in questo momento i capricci da tifosi viziati vengono all’ultimo posto.

    1. Invece io vado controcorrente.
      Berlusconi non vuole spendere per il Milan. Bene – se non gliene frega più nulla del Milan è giusto che passi la mano. Definitivamente.
      Se evidentemente non fa questo è evidente che tirerà fuori ancora qualcosa per soli scopi elettorali.
      Non posso sentire che noi dobbiamo tenere i campioni mentre l’Inter tratta per Lavezzi e la Juventus per Van Persie. E non è questione di bilanci – semplicemente di passione che i presidenti delle altre squadre giustamente hanno e ci tengono a vedere competitive.
      La cessione di uno tra Thiago Silva e Ibrahimovic testimonia una sola cosa: che a Berlusconi del Milan non frega più nulla.
      Se non vuole spendere che venda.

      1. La storiella dei ricchi scemi è una invenzione mediatica. Imparare a tenere in ordine i bilanci non significa ne che uno è disamorato della ‘sua’ squadra e neppure che si è improvvisamente impoverito al punto che non può più garantire la copertura economica nella società L’educazione finanziaria, in economia, comporta che non si sfori sia con gli ingaggi che con le spese di gestione. Non si può spendere all’infinito molto di più di quanto si ricava. Il problema è mettere ordine in tutte le strutture societarie a rispettare i bilanci. Il mecenate serve nel momento in cui, non per colpa di spese folli, si devono coprire buchi di bilancio imprevisti. Questo comporterà una necessaria riduzione delle spese di gestione per rientrare dalle perdite. La congiuntura economica sfavorevole è una delle cause della perdita dello scudetto e Ibrahimovic lo ha rimarcato mediante la sibillina frase: .’ il Milan non ha i soldi per fare gli acquisti che ci servirebbero per rinforzarci’-.Tutti i tifosi del Milan vorrebbero che ‘la nostra squadra’ torni a primeggiare nel mondo. Allora, con Berlusconi presidente a vita, dobbiamo suggerire alla società che si ispiri ai modelli delle società calcistiche tedesche e spagnole. Stadi di proprietà e azionariato popolare che consenta ai tifosi di acquistare, a vita, il suo posto nello stadio. I bilanci dovranno essere ripianati da tutti i soci ed in primis da chi detiene le quote maggioritarie. Non abbiamo bisogno di mecenati stranieri che non sono dei ricchi scemi e non vengono in Italia a buttar via il loro denaro. Vogliamo un grande Milan? Contribuiamo tutti a costruirlo sulle basi di un solido rapporto economico tra entrate ed uscite.

          • reostato il 3 Giugno 2012 alle 19:38
            Autore

          In Europa invece i ricchi sfondati la fanno da padrone, e il calcio è proprio uno sport da mecenati. Lo è sempre stato, e lo è anche oggi.
          Non siamo polisportive o società ad azionariato diffuso come Barcellona o Real Madrid, noi non abbiamo questa tradizione e non possiamo inventarcela di sana pianta.
          D’altro canto i ricchi spendaccioni, che spendono e spandono vincono e sono i padroni del mercato : Abramovich ha vinto la Champions, il ManCity la FA Cup e lo scudetto.
          In culo a Platini e alle sue politiche da gobbo pezzente.
          Nel calcio e negli altri sport dove girano tanti soldi come le moto o la F1 comanda chi ha i soldi, non le federazioni che fanno i regolamenti.
          La UEFA e Platini al massimo possono vendersi le partite, cosa che nel 2010 hanno ampiamente fatto.

  3. Non cedere Ibra è da pazzi furiosi. Il prossimo anno i suoi mal di pancia saranno raddoppiati e con un solo anno di contratto rimanente il suo cartellino si svaluterà inevitabilmente anche in virtù dell’ età.

    Thiago è un campione vero a differenza di Ibra e va tenuto. Non solo, con una parte dei soldi risparmiati per lo stipendio di Ibra bisogna aumentargli l’ ingaggio.

    Se non esistono potenziali acquirenti che senso ha chiedere a Silvio di vendere se non vuole spendere?

    Il solito ragionamento perverso che non porta da nessuna parte

  4. Per vendere deve esserci qualcuno che compri. Ossia qualcuno che sia abbastanza folle da investire in un calcio povero di appeal, dove gli stadi sono vuoti e non di proprietà, dove ogni anno ci sono determinate classifiche a maggio che poi ad agosto cambiano, dove se provi a fare un progetto stile Roma, dopo nemmeno un anno vieni contestato e sei costretto a ripartire dal nome che viene imposto dai tifosi, cioè Zeman.

    L’inter sarà pure su Lavezzi (dopo due anni in cui non ha speso una sega), ma Lavezzi in settimana firma per il PSG.
    La Juve voglio proprio vedere quale top player prenderà. L’anno scorso si parlava del Kun e di Tevez e arrivò Vucinic, quest’anno vediamo. Se sarà Van Persie gli daranno almeno 7 milioni di stipendio, il che significa che il giorno dopo che firma VP arrivano in sede Vucinic, Marchisio, Vidal e compagnia a far saltare il monte ingaggi…

    Basta fantasie e chiacchere, tutti sono vendibili. A cominciare da Thiago Silva, non vendere uno stopper per 50 milioni è uno schiaffo al buon senso.

    1. Il ragionamento è saggio ma non concordo su Thiago Silva. La questione è generale e riguarda il tetto ingaggi che dovrà essere garantito, come negli Usa, non superiore ad un valore economico stabilito dal mercato. Un giocatore, di prima fascia, nei campionati europei, dovrà avere un ingaggio comparabile a quelli dei suoi pari livello di tutti gli altri tornei continentali. Solo in questo modo potremmo abbinare la simpatia di quell’atleta e rapportarla alla ‘fede’ che dichiara per questa o quella squadra. Il tempo delle follie è terminato ma sarebbe una pazzia, finché non cambiano le regole a livello continentale, privarsi del difensore più forte al mondo. Poi per fare cosa? Appianare i bilanci o fare spese insulse come nel caso Oliveira arrivato dopo la dipartita di Shevchenko? Il Milan fa molto bene ad educare i propri tifosi insegnandogli che con la lucida follia si possono costruire squadre inarrivabili, come è stato il Milan del primo Berlusconi, ma alla lunga il mercato impone a tutti che non si sperperi denaro. Soprattutto in questo momento dove la congiuntura economica, legata alla globalizzazione, impone sacrifici immani a tutti i cittadini e non solo italiani.

      • reostato il 3 Giugno 2012 alle 19:48
        Autore

      Quoto LA PAURA stavolta.
      Però se su 50 milioni presi 45 vanno per comprare i preservativi a Pato e 5 per comprare SEGHE come Natali o Acerbi allora mi incazzo, e pure di brutto.
      Vendere Thiago Silva a 50 e spenderne 45 in cartellini di giocatori di caratura europea ( e non pippe rotte come Ganso) allora mi sta bene.
      Per capirsi se va via Thiago e arriva gente come Strootman o Eriksen la cosa è accettabile, altrimenti è davvero una cazzata.
      Comunque sia se proprio volete la mia opinione che viene dal cuore e non dalla mente, io dei brasiliani mi sono DEFINITIVAMENTE ROTTO LE PALLE, gente che si paragona a Maldini o Baresi (senza nemmeno farsi il segno della croce prima di pronunciare i Sacri Nomi) e poi flirta col Barcellona non lo accetto, se poi salta pure le ultime 5 partite per giocare con la nazionalina del cazzo alle Olimpiadi per prenotarsi il posto da titolare per il 2014 e una FRACCATA DI QUATTRINI IN CONTRATTI DI SPONSORIZZAZIONE…. Allora divento una belva.
      Il mio cuore dice di prendere Pato, Silva e Robinho, buttarli nel cesso e tirare la catena.

      P.S. Mettiamo la regola che qualsiasi tesserato che pronuncia il nome di Baresi senza avere la preventiva autorizzazione deve essere sospeso dalla società.

        • Bitcha il 3 Giugno 2012 alle 20:05

        ma chi è che “flirta” col Barcellona??? Ma chi???
        chi si è paragonato a Baresi e Maldini?? ma sapete leggere??? mah, io sobbalzo…

        Siamo il Milan, dobbiamo vincere, abbiamo dei giocatori che fanno la differenza… e allora li dobbiamo TENERE!!

        Frega cazzi di sceicchi, magnati e teste di cazzo…

          • reostato il 3 Giugno 2012 alle 21:24
            Autore

          BITCHA sai benissimo di cosa sto parlando !!
          E’ inutile che fai il bastian contrario continuamente.
          Silva vorrei tenerlo, ma se la società ha bisogno di soldi e Silvio non ce li mette o rimaniamo così o vendiamo Thiago Silva.
          Speriamo che non lo vendano per fare cassa come fecero con Kakà, senza poi investire in modo massiccio, ma comprando solo due o tre seghe brasiliane finite.

          • Bitcha il 4 Giugno 2012 alle 00:01

          bastian contrario di che??

          Dici che Thiago flirta col Barca, come se volesse andare via lui e avesse già lasciato intendere questo, dici che si paragona a Baresi e Maldini, quando ha sempre detto “vorrei diventare come Baresi e Maldini” e non “sono come Baresi e Maldini”… ora hai corretto invece, ed è giusto quello che dici, non è questione di bastian contrario.

          Sul nostro mercato sono fiducioso, anche se ci sono segnali molto poco incoraggianti;

          – riscatto di El Shaarawy sacrosanto, ma sacrificare Merkel è stato, per me, delittuoso;
          – il fatto che Galliani abbia detto “teniamo Strasser, se Flamini rinnova e ci accordiamo per Aquilani siamo a posto in mezzo”, non è molto benaugurante.

          • reostato il 4 Giugno 2012 alle 00:14
            Autore

          Sai benissimo che si è paragonato a Baresi e Maldini facendo quel discorso là. Perché si ritiene importante, anche troppo. Non dimentichiamo che pur essendo un fuoriclasse ha disputato solo la stagione scorsa da pallone d’oro, questa è calato molto in continuità e forse, forse, dico forse, anche in professionalità.
          Quindi non potrà mai diventare Baresi e Maldini, che non sono arrivabili, nel modo più assoluto : non c’é nemmeno arrivato Nesta, figurati quanta strada ha davanti Thiago…..
          Non ce la può fare, soprattutto se non gioca le ultime, credo 5, partite e poi è prontissimo per la nazionale.
          Argomento Merkel : io in quel ragazzo non c’ho mai visto nulla di eccezzionale, alla pari di El Shaarawi. Due buoni elementi ma Merkel non è niente di che, mentre il faraone è stato pagato una cifra ASSOLUTAMENTE SPROPOSITATA A LIVELLO ASSOLUTO. Figuriamoci noi, nelle nostre condizioni, che non avevamo nemmeno 3 milioncini da dare alla Fiorentina per darci Montolivo prima….

          • Bitcha il 4 Giugno 2012 alle 21:13

          ohccazzo, ma se te vedi una fica per strada e dici “minchia che figa, me la tromberei!!!”, che vuol dire??? che te la VORRESTI trombare, non che te la stai trombando in quel preciso istante… è semplicemente la lingua italiana.

          Thiago si ritiene importante per un semplice motivo; non c’è un cazzo di nessuno al Mondo come lui, nessuno, e potete rispondermi quello che cazzo volete, e le Olimpiadi, e la nazionale brasileira, e le puttanate, abbiamo la fortuna di averlo con noi, e ce lo teniamo… ah e il prossimo che tira fuori le Olimpiadi, lo mando in culo seduta stante, avete rotto i coglioni.

          Merkel era buono, ci si poteva lavorare sopra, e con i liquidi che ci mancano potevamo avere un giocatore buono fatto in casa, come mi auguro e credo, potrà succedere con ElSha.

      1. Non tutti sono Gianni Rivera o Franco Baresi. Noi abiiamo visto partire l’ultimo fuoriclasse italiano che per 30 denari ha scelto la Juventus. Gianni e Franco non avrebbero mai e poi mai cambiato maglia. Per questo motivo sostengo la necessità che tutti i club europei autodetermino un tetto massimo d’ingaggio per i giocatori di prima fascia. Non è giusto che chi cura e fa crescere un campione poi venga depredato per motivi di bilancio oppure per le richieste esose del calciatore. Quando parlo di Rivera o di Baresi, la stessa cosa forse vale per Paolo Maldini, mi prende un tuffo al cuore. Gattuso nel suo piccolo non ha mai preso in considerazione offerte, del Bayern, molto allettanti. Lo stesso farebbe Massimo Ambroosini che ha accettato una notevole riduzione dell’ingaggio. Noi milanisti siamo molto fortunati ad aver trovato campioni di siffatta natura. Ma il calcio romantico tende a scomparire e bisogna fare ragionamenti antipatici cifre alla mano. Io non voglio pensare ad un Silvio Berlusconi disamorato del Milan. Però i bilanci sono una cosa seria checchè ne pensi e dica il ‘gobbo’ Platinì.
        ps. Caro reostato ti prego di non fare accostamenti blasfemi tra il sottoscritto e la Juventus, squadra che per me dovrebbe scomparire, al pari dell’Inter, dall’universo calcistico.

  5. Dimenticavo la cosa più importante.
    Il presidente della mia squadra di calcio deve fare il presidente della mia squadra di calcio come prima priorità.
    Non perdonerò MAI a Berlusconi una frase pronunciata nell’Aprile 2006, che ancora oggi mi lego al dito. Gli venne chiesto se preferisse vincere le elezioni o la Champions League, rispose le elezioni. E non ad un congresso di Forza Italia ma dopo un derby nello stadio di San Siro, dissacrandolo.
    Il Milan non è un passatempo, è una religione – chi lo vive come un passatempo se ne vada da quella sedia.

    • boldi1 il 4 Giugno 2012 alle 08:28

    gran bel post

    è vero i problemi del Milan sono direttamente collegati alla Fininvest , essendoci in corso la più grave crisi dopo quella del 1930 e poi concordo con LPF , scusate ma l’Inter e la Juve che stanno facendo sul mercato ?
    l’Inter l’anno scorso voleva prendere Sanchez ed è andato al Barcelona , quest’anno doveva prendere Lavezzi che ora va al PSG ed invece ha preso Palacio
    l’unica nota positiva dell’Inter è che sembra si costruisca uno stadio nuovo , e questa è una bella notizia per i tifosi interisti

    ricapitolando visto la pochezza di talenti in giro sul mercato è forse meglio tenerci se è possibile i nostri 2 fuoriclasse , a meno di proposte altamente indecenti tipo 40 mil più Thiago Alcantara , oppure 30 mil per Ibra
    e vediamo cosa combina Pato alle Olimpiadi , sono convinto che molte delle mosse di mercato passano anche dalle vicissitudini del papero , è ancora utile alla causa milanista o no ?

  6. Thiago Silva il Maldini centrale se lo è già bevuto. Se si deve fare cassa si cede Ibra punto basta per un infinità di buone ragioni. Una delle più importanti è che Thiago Silva ha tutto per fare il capitano a differenza di Ibra e il vice di Ambrosini deve essere lui.

    Diavolo io credo che tu non abbia bene in testa cosa significhi fare il presidente di una squadra. E’ logorante. Specie se poi hai dirigenti incapaci che per vari motivi non puoi allontanare.

    Berlusconi è stato presidente del Milan per oltre 25 anni. Bene o male lo ha sempre tenuto ad alti livelli, ha vinto tutto quello che poteva vincere e nella squadra ha investito circa un miliardo di euro.

    Ancora il Milan riesce ad essere competitivo.

    E’ incredibile che ancora abbia gli stimoli per continuare a fare il presidente onorario. Io avrei lasciato da anni. Io ho fatto il presidente 2 anni di una squadra dilettantistica e dopo gioie, dolori e passione, ho perso l’ entusiasmo e ho sentito l’ esigenza di stimoli nuovi e di cambiare….pensa lui che sta in sella da 25 anni accettando pure di ripianare ogni anno.

    Berlusconi non può lasciare il Milan perché Galliani in 25 anni non è stato capace di rendere il Milan autonomo dalla proprietà.

    E’ un cordone ombelicale malato quello che lega una società alla proprietà. Un presidente dovrebbe investire all’ inizio. Dopo pochi anni la struttura deve essere completamente autonoma e stare a galla da sola. E’ un miracolo che Silvio non ha ancora sfanculato il Milan a meno 60 milioni da ripianare visto che i tifosi si lamentano pure.

    1. Thiago Silva ha tutto per fare il capitano a differenza di Ibra

      Thiago Silva ha pensato alla sua nazionale quando c’era un campionato da giocare e un derby scudetto. Ibra quando ha potuto ha sempre dato il massimo.
      Solo questo episodio, ovvero l’aver messo la nazionale davanti al club, dovrebbe allontanare Thiago da quella fascia per i prossimi due o tre anni. Ibra la merita molto di più in questo momento.

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