Milan – Roma 2-1: la partita tattica

Sarà un caso che ieri si è vista una prestazione corale? Sarà un caso che abbiamo utilizzato tutta la larghezza del campo per svolgere l’azione? Sarà un caso che Honda è stato al centro dello sviluppo dell’azione? A queste domande c’è un’unica risposta: l’assenza di Menez. Ora più che mai si vede la differenza, anche se ci ha aiutato a sbloccare molti match, lui ci ha plasmati a sua somiglianza. Tutto questo ci ha portato a non essere squadra, quella squadra che ha ben figurato ieri sera.

Se il Milan ha fatto la sua miglior partita a livello di costruzione di gioco, lo deve soprattutto all’avversario. Un avversario che si affaccia da noi solo sui calci da fermo, veramente troppo poco per impensierire una squadra in difficoltà come il Milan. Se la fase offensiva non è delle migliori, quella la fase difensiva è ben peggiore. Ci concede il pallino del gioco e, grazie alla distanza fra difesa e centrocampo, si ritrova a difendersi sempre con un numero pari o minore di uomini rispetto ai giocatori che attaccano. Infatti, sia Radja che De Rossi non riescono a dare il loro consueto apporto, facendosi trovare spesso e volentieri fuori posizione, lasciando liberi i nostri centrocampisti di inserirsi nei corridoi che si vengono a creare. Tutto questo è visibile nell’azione che porta il Milan in vantaggio:

4 vs. 4

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  • bravo de Jong ad allargare i due centrali, grazie al taglio sul secondo palo. Manolas lo intuisce e lo segue, lasciando spazio fra lui e Astori;
  • perfetto Van Ginkel a sfruttare lo spazio creato, attaccando il primo palo. La colpa maggiore è di Astori, che non si  gira per capire cosa succede dietro di lui.

Il giocatore chiave è stato Honda, che per tutti i novanta minuti, riesce a disfarsi di un Torosidis in difficoltà per via della posizione, incrociata rispetto al piede preferito. Infatti quest’ultimo essendo un destro, tende ad avere il corpo rivolto verso il centro del campo (per evitare di usare il piede debole); Honda ne capisce le difficoltà e lo attacca sempre sull’esterno, senza mai accentrarsi. Dal lato nostro, si è fatto di tutto per non far entrare nel gioco gli esterni di attacco: ecco che ,sia Jack che Honda si abbassano creando una linea a cinque a centrocampo, coprendo tutta la larghezza del campo. Questo difficilmente accade quando venivano schierati Cerci e Menez nelle rispettive corsie, perchè entrami nelle loro corde non hanno una buona copertura difensiva.

Si è visto un buon Milan dove ognuno si prodiga ad aiutare il compagno, che deve passare il pallone, staccandosi dalla marcatura avversaria. Altra nota dolce è il modo di gestire l’azione: giochiamo la palla in modo da liberare i nostri giocatori, ma sopratutto viene giocata sulla corsa dei compagni per dare velocità all’azione.  Abbiamo dato seguito allo spirito di squadra usato nella trasferta di Napoli, ma stavolta con un diverso risultato, augurandoci di finire così il campionato per evitare ulteriori sconfitte.

6 commenti

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  1. Quindi si spiega perché Ménez è stato impiegato da Pippo come falso centravanti. Lui ha dovuto fare di necessità virtù perché prima Torres e poi Destro avrebbero dovuto avere tempo affinché potessero entrare negli schemi di un modulo che non poteva e non doveva essere, con uno dei due in campo, un 4-3-3. Honda o meglio Saponara avrebbero potuto giocare, alla Kakà, dietro, l’unica punta. Sugli esterni c’era scelta abbondante. Con gli uomini a disposizione il modulo più adatto poteva essere un 4-4-2. Il campo sarebbe stato coperto in ampiezza ed in lunghezza. Ménez doveva giocare come e dove il suo allenatore voleva che lui giocasse. Infatti una delle migliori partite disputate dal Milan fu un Verona-Milan 1-3 con Ménez in panchina. Ma capisco Pippo perché Ménez è un fuoriclasse, un po come Balotelli. Un egoista privo di altruismo e forse anche di intelligenza calcistica. Peccato avere talento e sprecarlo! Ménez così come Balotelli ne hanno in abbondanza. Ma non capiscono di quale dono calcistico madre natura li ha dotati. Amico mio concordo con te….senza Ménez il Milan è squadra decisamente migliore e forse anche più che discreta. Questo lo avevo notato a Napoli e lo ho visto anche ieri sera confermato in maniera efficace. Peccato avrei sperato in una conversione, del funambolico francese, in uomo squadra. La classe c’è la ha tutta ma gli manca la ‘testa’ per essere giocatore da pallone d’oro!

    1. Anche fatto giocare in un attacco a due, lui riversa su di se i passaggi, lasciando a bocca asciutta la prima punta. Non solo questo, siamo anche prevedibili, perchè con lui in campo le azioni passano e partono solo dai suoi piedi. Troppo anarchico, per giocare in uno sport collettivo.

      1. Grande errore ! Tutt quelli che quando c’e’ da tirare sono sicuri di se stessi ed hanno per compagni mezze seghe diventano egoisti .

      2. Scusa Fede , ho da aggiungere . Pazzini e Destro non sono mezze seghe , sono seghe intere . Nel Milan attuale gli unici con i piedi dritti quando tirano in porta sono Menez, Honda e Mexes . Poli e Bonaventura hanno il dono di centrare sempre il portiere , ammazza la precisione ! E qualcuno storce il naso al nome di Ibrahimovic . Senza offesa , teste di cazzo !

    • sadyq il 10 Maggio 2015 alle 22:01

    Se menez è un fuoriclasse, anche tu, borgoLosco, capisci di calcio!

  2. E questa chi la commenta? Io sono senza parole !
    PRONTO UN TRIENNALE – Nell’incontro tenutosi oltre un mese fa a Milano fra Adriano Galliani e l’agente del giocatore, Mino Raiola, erano state poste le basi per il prolungamento di contratto. Nelle prossime giornate un nuovo incontro porterà alla definitiva fumata bianca con una proposta di rinnovo per tre stagioni (la nuova scadenza sarà fissata a giugno 2018) e un ingaggio da 2,5 milioni all’anno più bonus. Un’offerta importante per Abate che segnerebbe l’ennesimo traguardo e riconoscimento di una carriera fortemente dedicata ai colori rossoneri.

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