Milan – Sampdoria 1-0: la terza vittoria pesante di Rino Gattuso

E’ successo esattamente l’opposto di quanto successo nelle ultime partite: il Milan ha senza ombra di dubbio giocato oggi la miglior partita dell’era Gattuso e a differenza di quello che è successo con Spal e Ludogorets esce con un passivo che non rende giustizia a quanto fatto vedere in campo con un rigore sbagliato, una traversa ed un gol annullato. L’unica occasione per la Sampdoria arriva a fine partita con Caprari che non riesce a segnare con Donnarumma battuto. E’ la settima vittoria nelle ultime 10 partite rossonere (tre pareggi – Firenze, Udine e Lazio in coppa) ed è una vittoria che probabilmente inverte il trend se consideriamo che rispetto all’andata la squadra si era comunque mantenuta sugli standard di punti fatti da Montella.

Vorrei dire che è bastato togliere Borini dai titolari per giocare a calcio ma c’è di più. Innanzitutto il Milan oggi non ha risentito dell’assenza di Kessie grazie a Montolivo che ha fatto come sempre è capitato quest’anno un’ottima prestazione nel ruolo di mezz’ala. Non penso sia il suo vice ma forse sarebbe il caso di iniziare a pensare una turnazione perché nessuno dei tre, come già detto, può giocarle tutte.

Nel gol del Milan di oggi c’è tutta la differenza tra Montella e Gattuso. Il Milan in tre tocchi va dall’altra parte del campo con due cambi di gioco di cui uno di Chalanoglu di sinistro. Il Milan arriva a questo gol anche con una condizione fisica che fa sì che stasera nemmeno ci siamo resi conto di essere una squadra che 72 ore prima giocava in Bulgaria con questi stessi titolari. Avevo scritto che dopo Gennaio la condizione fisica non poteva più essere una scusa e anche grazie alla nuova preparazione della sosta così è stato.

Ora arriva il bello perché il calendario si fa difficilissimo: giovedì deve diventare una amichevole, poi ci saranno Roma, Lazio ed Inter in serie in 8 giorni – le prime due fuori casa. E’ il momento di capire se Gattuso ha dato quel qualcosa in più per poterci giocare gli scontri diretti alla pari come già accaduto con Inter e Lazio ma su campi più difficili come quello della Roma. Ad oggi però si rivede finalmente quel Milan che gioca a calcio e che da l’anima, quel Milan che valeva la pena di vedere nella prima parte della scorsa stagione e che non si era visto da più di un anno.

MILAN-SAMPDORIA 1-0 (primo tempo 1-0)
MARCATORE: Bonaventura al 14′ p.t.
MILAN (4-3-3): G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Montolivo (dal 40′ s.t. Locatelli), Biglia, Bonaventura; Suso, Cutrone (dal 28′ s.t. André Silva), Calhanoglu. (A. Donnarumma, Guarnone, Abate, Antonelli, Gomez, Musacchio, C. Zapata, Mauri, Borini, Tsadjout). All. Gattuso.
SAMPDORIA (4-3-1-2): Viviano; Bereszynski, Silvestre, Ferrari, Murru; Barreto (dal 9′ s.t. Verre), Torreira, Linetty; Ramirez (dal 27′ s.t. Kownacki); D. Zapata (dal 9′ s.t. Caprari), Quagliarella. (Tozzo, Krapikas, Andersen, Regini, Strinic, Ercolano, Capezzi, Tessiore, Alvarez). All. Giampaolo.
ARBITRO: Doveri di Roma.
NOTE: ammoniti Linetty (S), Ferrari (S), Verre (S) per gioco scorretto, Bonaventura (M) per simulazione.

Milan – Sampdoria: le ultime da San Siro

Posticipo serale, ma non ultima partita della 26^ giornata. Il Milan di Rino Gattuso ospita la Sampdoria del suo omologo Marco Giampaolo nella sfida “europea” più importante del turno.

Inutile ricordare che dopo il 2-0 dell’andata a Genova serve una vittoria. Possibilmente con due gol di scarto per riequilibrare gli scontri diretti, ma sarebbe manna dal cielo anche uno solo. Dopo il rilancio di questo inizio 2018 (zero sconfitte, pareggi solo contro Lazio in Coppa e nella trasferta di Udine) è importante mantenere la media tenuta finora; non sarà scontato, visto l’ottimo avvicinamento dei blucerchiati alla partita. 10 punti dopo la mini-pausa di gennaio, frutto delle vittorie contro Fiorentina, Roma e Verona e del pari col Torino.

22 i convocati, manca lo squalificato Kessié oltre a Kalinic, Storari e Conti, si rivede Antonelli. 4-3-3 confermato con: G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Montolivo, Biglia, Bonaventura; Suso, Cutrone, Calhanoglu. Panchina per Abate e Silva, Locatelli contende a Montolivo una maglia in mediana. 4-3-1-2 per la Samp con: Viviano; Bereszynski, Silvestre, Ferrari, Murru (Strinic); Barreto, Torreira, Linetty; Ramirez; Quagliarella, D. Zapata. Fuori Praet e lo squalificato Belec. Arbitro Doveri, al Var il duo Mazzoleni-Paganessi. Negli anticipi, successi per Roma, Chievo e Genoa che supera 2-0 una pessima Inter.

Ludogorets – Milan 0-3: siamo agli ottavi

Tre a zero fuori casa, una vera e propria impresa. Avevo troppo rispetto dei bulgari e delle coppe Europee per pensare di chiuderla contro una squadra che finora aveva ben figurato. Finisce invece col Milan agli ottavi ed una qualificazione pesantemente indirizzata in una direzione dopo la bella vittoria di stasera. Il Milan esce da Razgad con un risultato che può farlo stare tranquillo in vista della sfida di San Siro a meno di clamorosi suicidi comunque più nella storia dei cugini che nella nostra.

Su come ci siamo arrivati potremmo scrivere ore ma di fatto finiremmo per essere pedissequamente ripetitivi. Se del recupero di Calhanoglu che permette di non essere più Suso-dipendenti ne abbiamo già parlato oggi è definitivamente la giornata che lancia Cutrone anche a livello Europeo con gol decisivo e rigore procurato. Il ragazzino della primavera che si voleva mandare in prestito a Crotone ad oggi è l’attaccante titolare del Milan, è l’attaccante più forte del Milan, è il centravanti che mancava a questa squadra capace di trasformare in gol i palloni vaganti.

L’altro fattore è la più grande differenza tra questo Milan e quello Montelliano. Questo Milan non ha più bisogno di tenere palla perché ha registrato la difesa con 4 gol subiti nelle ultime nove partite. Non sono ancora numeri da big, forse nemmeno numeri da Champions League ma sono numeri che ti fanno partire a creare qualcosa e ti fanno creare una base su cui costruire. Non c’erano 4 gol tra noi e la Spal, non c’erano 3 gol tra noi ed il Ludogorets oggi. Questo è il più grande merito del Milan ed è un merito che esce dal costruire una vera e propria diga dietro: a parte la traversa il Milan non ha rischiato nulla.

Restando quindi tranquilli per il ritorno a San Siro continuo a pensare che sia più facile per noi entrare in Europa con il campionato – ci sono ancora troppe squadre più forti di noi in una coppa dove gli episodi pesano molto. In questo senso è fondamentale già da domenica sera la partita con la Sampdoria, forse anche più di quella di oggi.

LUDOGORETS-MILAN 0-3
LUDOGORETS: Renan; Cicinho, Plastun, Moti, Sasha; Dyakov, Anicet; Lukoki (dal 81′ Kovachev), Marcelinho, Misidjan; Swierczok (dal 46′ Wanderson). A disposizione: Broun, Forster, Terziev, Campanharo, Goralski, Wanderson, Kovachev. Allenatore: Dimitar Dimitrov.
MILAN (4-3-3): G. Donnarumma; Abate (dal 59′ Rodriguez), Bonucci, Romagnoli, Calabria; Kessie, Biglia, Bonaventura; Suso, Cutrone (dal 64′ A. Silva), Calhanoglu (dal 73′ Borini). A disposizione: A. Donnarumma, A. Silva, Borini, Zapata, Montolivo, Musacchio, Zapata. Allenatore: Gennaro Gattuso.
ARBITRO: Mazic
MARCATORI: 45′ Cutrone; 64′ Rodriguez; 92′ Borini.
AMMONIZIONI: 4′ Abate (M); 37′ Lukoki (L);
ESPULSIONI:

Ludogorets – Milan: eliminazione diretta, 4 anni dopo

Non è Champions, è Europa League, ma dopo il ritorno “in assoluto” in Europa di luglio e poi quello ufficiale a settembre sono arrivati i sedicesimi dell’unico trofeo internazionale mai vinto dal Milan.

Avversari i bulgari del Ludogorets Razgrad, “le aquile” biancoverdi eliminate in agosto dall’Hapoel Beer Sheva in Champions e poi seconde nel girone C di EL, davanti a Basaksehir (la quarta squadra emergente di Istanbul) e Hoffenheim. Di loro si sa molto poco, se non frammentarie notizie prese da Wikipedia; tanti i brasiliani in rosa, tra cui un Cicinho solo omonimo dell’ex Roma. Fatto sta che i campioni bulgari in carica sono stati sorteggiati col Milan e sarà importante segnare in trasferta, in vista del ritorno a San Siro.

Tra i convocati non ci sono Kalinic e Gomez, oltre ai “soliti” esclusi, mentre si rivede Mauri. Probabile conferma del 4-3-3 con: G. Donnarumma; Abate, Bonucci, Romagnoli, Calabria; Kessié, Biglia, Bonaventura; Suso, Cutrone, Calhanoglu. In panchina: A. Donnarumma, Zapata, Rodriguez, Musacchio /Mauri, Montolivo, Borini, A. Silva. Arbitro il serbo Mazic. Niente diretta in chiaro, su Tv8 va Steaua-Lazio delle ore 21, lo stesso orario di Napoli-Lipsia mentre alle 19 si gioca Borussia Dortmund-Atalanta. L’unico “anticipo”, Stella Rossa-CSKA Mosca, è finito 0-0 martedì.

Destinazione Tricolore: 25a giornata (a due terzi del cammino)

Napoli ancora primo, niente punti rimontati dal Milan se non sulla Lazio: giornata di transizione per il campionato, con pochi cambiamenti in generale in classifica e ancora meno colpi di scena.

Una giornata cominciata venerdì e terminata domenica sera, dove tutte le “volate” rimangono invariate: lo 0-4 rifilato dal Milan alla Spal fa morale e differenza reti, che torna in positivo, e consente di mantenere il distacco dalla Samp che ha battuto il Verona in casa. Torna al successo anche l’ “altra” squadra di Milano, che batte 2-1 il Bologna; in chiave salvezza cambia poco, se non per il successo del Genoa al Bentegodi contro il Chievo. Differenze di poco conto, in attesa dell’entrata nel pieno del tour de force del Milan che comincerà domani contro il Ludogorets in Europa League.

Risultati 25^ giornata: venerdì Fiorentina-Juventus 0-2, sabato Spal-Milan 0-4, Crotone-Atalanta 1-1, Napoli-Lazio 4-1; domenica Sassuolo-Cagliari 0-0, Chievo-Genoa 0-1, Inter-Bologna 1-1, Sampdoria-Verona 2-0, Torino-Udinese 2-0, Roma-Benevento 5-2.

Classifica: Napoli 63, Juventus 62, Inter 48, Roma 47, Lazio 46, Sampdoria 41, Milan 38, Atalanta 37, Torino 36, Udinese 33, Fiorentina 31, Genoa e Bologna 27, Cagliari 25, Sassuolo 23, Chievo 22, Crotone 21, Spal 17, Verona 16, Benevento 7.

Spal – Milan 0-4: Cutrone-gol, il Milan ha il suo centravanti

Sono bastati 45 minuti per questo Milan per fare quattro gol alla Spal che poco tempo fa su questo campo aveva fermato l’Inter per 1-1. E’ un risultato forse bugiardo, è un risultato che non esprime appieno il fatto che dopo il primo tempo la Spal avrebbe forse meritato il pareggio. Proprio forse lo sforzo del primo tempo ha portato la Spal a crollare nel secondo dove è stato il Milan e solo il Milan a fare la partita.

La prima notizia è che il Milan ha finalmente trovato un centravanti. Basta con Kalinic, basta con André Silva che ad Udine ha giocato su pressione della società pi che su scelta dell’allenatore. Ad oggi e fino alla fine del campionato se Cutrone sta bene gioca Cutrone – punto. Non risolveremo con lui i problemi nel ruolo di centravanti sicuramente, ma ad oggi è la miglior soluzione compatibilmente con l’attuale organico.

Per il resto è chiaro che non abbiamo 90 minuti nelle gambe allora ricorriamo alla Allegriana tattica di far sfogare l’avversario per poi provare a colpire, anche aiutati da un gol segnato subito così come ad Udine. La notizia è che stavolta non siamo rimasti in dieci e forse ci è andata anche bene visti i rimpalli che han favorito Cutrone e Biglia (che rende buona una partita da 5,5-6 fino a quel momento). La principale differenza rispetto agli ultimi mesi continua ad essere forse il recupero di Calhanoglu al posto di Borini e la scelta di una coppia centrali titolare.

Ora torniamo alla situazione di un girone fa e si vedrà se questo lavoro sarà servito o meno col livello degli avversari che inizia a salire e le partite che giocandosi ogni tre giorni necessiteranno per forza una maggior rotazione dell’organico a disposizione. Il giallo a Kessie in questo senso non è nemmeno troppo male: lo sfrutteremo in Europa League e non lo perderemo per Roma ed Inter. Magari che Sky non ci mandi Marocchi a cui dopo il gol del 2-0 è sembrato fosse morto un parente stretto.

SPAL-MILAN 0-4 (primo tempo 0-1)
MARCATORI: Cutrone al 2′ p.t.; Cutrone al 20′, Biglia al 28′, Borini al 45′ s.t.
SPAL (3-5-1-1): Meret; Simic, Salamon, Felipe; Lazzari, Everton Luiz (dal 9′ s.t. Paloschi), Viviani, Grassi (dal 17′ s.t. Schiattarella), Mattiello Mattiello (dal 39’ s.t. Dramé); Kurtic; Antenucci. (Gomis, Marchegiani, Vaisanen, Costa, Dramé, Konate, Vitale, Bonazzoli, Floccari). All. Semplici.
MILAN (4-3-3): G. Donnarumma; Abate, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessie (dal 39′ s.t. Borini), Biglia (dal 30′ s.t. Montolivo), Bonaventura; Suso, Cutrone (dal 32′ s.t. André Silva), Calhanoglu. (A. Donnarumma, Guarnone, Bellanova, Musacchio, Zapata, Antonelli, Gomez, Locatelli, Mauri). All. Gattuso.
ARBITRO: Mariani di Aprilia.
NOTE: ammoniti Kessie (M), Simic (S), Biglia (M), Bonucci (M), Mattiello (S), Schiattarella (S) per gioco scorretto

Spal – Milan: le ultime dal campo

Dopo l’unica pausa più lunga di 3-4 giorni del periodo di sfide ravvicinate che attende il Milan, si torna in campo per uno degli anticipi della 24^ giornata. Spal e Milan scendono in campo già alle 15.

Orario quasi inedito per il Milan, arrivato a giocare però alle 12.30 del sabato nel famoso derby “di Zapata”. Il 2-0 derivante da due rigori dell’andata fu l’ultima partita vinta prima di una serie negativa di 4 partite, tra cui Roma e derby. Da allora è cambiato l’allenatore (Gattuso) e sono partiti tre giocatori ai margini della rosa, con in cambio l’ingresso di un paio di Primavera; dall’altra parte la Spal di Semplici ha ceduto Oikonomou, Mora e quattro giocatori ai margini prelevando Cionek dal Palermo, Dramé e Kurtic dall’Atalanta, Everton dal Partizan e il duo Vitale-Simic dalla B, facendo forse il miglior mercato di gennaio della A (in proporzione ai mezzi e alla classifica).

Gli emiliani vengono da 2 punti in 4 gare nel girone di ritorno (i pareggi con Inter e Udinese, il primo proprio a Ferrara). Tra i convocati del Milan tornano Gomez e Rodriguez mentre restano ai box lo squalificato Calabria e Kalinic (oltre a Conti e Storari). G. Donnarumma; Abate, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessié, Biglia, Bonaventura; Suso, Cutrone, Calhanoglu il probabile undici (4-3-3). 3-5-1-1 per la Spal, con: Meret; Simic, Salamon, Felipe; Lazzari, Schiattarella, Everton, Grassi, Mattiello; Kurtic, Antenucci. Fuori Vicari, Schiavon, Cionek, Konate e Borriello per i biancazzurri. Arbitro della partita Mariani di Aprilia, con Doveri-Lo Cicero al Var.

Udinese – Milan 1-1: pari giusto su un campo difficile

Partiamo subito togliendoci dente e dolore: non mi appello alla sfortuna per la partita di oggi. Non lo faccio perché prima di tutto il nostro gol arriva da una perla di Suso da 50 metri e – tolta quella – ha gestito una partita in cui è stata l’Udinese a farla e in cui l’unica occasione è stata il colpo di testa di André Silva finito fuori. Non colpevolizzerei Calabria la cui espulsione è frutto di un cambio d’atteggiamento coi bianconeri che hanno fatto la partita e trovato un pari meritato. Punto non da buttare nell’ottica campionato che ci dice che comunque non siamo da lotta quarto posto e in campionato dovremo conquistare con i denti l’Europa League.

In secondo luogo e nonostante il risultato va notato l’accanimento dei fischietti contro il Milan. Siamo a sei espulsioni ed è francamente inaccettabile. Quello che è inaccettabile è vedere Calabria ammonito al primo alito di vento e i vari Lasagna, Danilo e Zambrano farla franca. La distribuzione delle sanzioni ed il metro arbitrale ormai da tempo non è coerente con quanto visto in campo e la società dovrebbe alzare molto di più la voce su questo fronte.

A livello di singoli abbiamo ritrovato per la prima volta Suso e Chalanoglu nella stessa partita. Dietro, però, più che Calabria ha fatto male Bonucci che oltre al gol ha sulla coscienza qualche rinvio di troppo che spesso ci ha messo in pericolo. E’ chiaro come Gattuso stia cercando prima di tutto solidità difensiva ma è anche chiaro che non possiamo continuare ad andare in campo con 11 giocatori contati.

Il resto dei problemi per colmare il gap arrivano dal mercato. E’ ormai chiaro che André Silva è il più grande bluff arrivato in serie A dopo Gabigol e che Kalinic non è un attaccante di categoria. Possiamo inventarci offerte di 40 mln di Wolverhampton e Swansea ma la realtà è che difficilmente ce ne libereremo. La partita di oggi evidenzia ancora di più i difetti principali dell’organico: mancanza di un centravanti vero (il migliore è Cutrone), mancanza di esterni di ricambio, mancanza di terzini di ricambio. La condizione fisica come già detto dopo Gennaio non poteva più essere alibi – non è un caso che ad oggi il Milan corra più di molte rivali in campionato.

La prossima sarà l’ultima settimana senza infrasettimanali prima di una maratona di cinque partite consecutive (qualora dovessimo eliminare il Ludogorets) al mercoledì/giovedì che si intersecheranno coi big-match di campionato con Sampdoria, Roma ed Inter. Saremo contati e bisognerà presto fare una scelta tra campionato e coppe. A proposito di campionato – se c’è una procura federale mi auguro indaghi presto su ciò che è successo oggi a Torino: un campionato con certi episodi non può che perdere ogni credibilità nazionale ed internazionale.

UDINESE-MILAN 1-1 (primo tempo 0-1)
MARCATORI: Suso (M) al 9′ p.t.; Donnarumma (M) autogol al 31′ s.t.
UDINESE (3-4-2-1): Bizzarri; Nuytinck, Danilo, Zampano; Larsen, Barak, Behrami (dal 28′ s.t. Balic), Pezzella (dal 19′ s.t. Widmer); Jankto, De Paul (dal 22′ s.t. Maxi Lopez); Lasagna. (Scuffet, Borsellini, Angella, Fofana, Pontisso, Haldfredsson, Perica). All. Oddo.
MILAN (4-3-3): G. Donnarumma; Abate, Bonucci, Romagnoli, Calabria; Kessie, Biglia, Bonaventura (dal 26′ s.t. Antonelli); Suso, André Silva (dal 27′ s.t. Kalinic), Calhanoglu (dal 33′ s.t. Borini). (A. Donnarumma, Guarnone, Zapata, Musacchio, Bellanova, Montolivo, Mauri, Locatelli, Cutrone). All. Gattuso.
ARBITRO: Manganiello di Pinerolo.
NOTE: espulso Calabria (M) per somma di ammonizioni; ammoniti Larsen (U), Danilo (U) per gioco scorretto.

Udinese – Milan: le ultime dal campo

Dopo un paio di settimane di relativa tranquillità il Milan torna ad affrontare una delle sue storiche “bestie nere”, l’Udinese allenata da Massimo Oddo. Squadre in campo alle 15 al Friuli – Dacia Arena.

Il 2-1 dell’andata, frutto di due dei pochi gol “utili” di Kalinic finora, aveva mostrato diverse criticità da parte del Milan, poi manifestate nelle varie sfide perse contro le grandi. Da allora l’Udinese ha cambiato guida in panchina, ma sembra aver esaurito la “spinta” arrivata dal cambio di allenatore. Nell’elenco dei 23 convocati manca ancora Rodriguez, sostituito dal primavera Bellanova; partono praticamente tutti, a parte lo svizzero, l’altro primavera Gabbia e gli assenti Conti e Storari. Nell’Udinese mancano Adnan e lo squalificato Samir.

4-3-3 confermato con: G. Donnarumma; Abate, Bonucci, Romagnoli, Calabria; Kessié, Biglia (Montolivo), Bonaventura; Suso, A. Silva, Calhanoglu. Di là Oddo (sfida nella sfida tra due campioni del mondo 2006) risponde con un 3-5-2. Bizzarri; Nuytinck, Danilo, Larsen; Widmer, Barak, Behrami, Jankto, Pezzella; Maxi Lopez, Lasagna. Unico ballottaggio tra Maxi e De Paul, che circa un anno fa ruppe la caviglia a De Sciglio con un intervento killer immediatamente seguito da un suo gol. Corsi e ricorsi, con il calendario che rimette di fronte le due squadre nello stesso periodo. Arbitra Manganiello di Pinerolo, con Mariani-Dobosz al Var. Negli anticipi, pareggi per Inter e Samp; da seguire, in chiave europea, anche Verona-Roma alle 12.30.

Milan – Lazio 0-0: pareggiare e pareggeremo

Prima di cominciare lasciatemi riportare le lamentele di molti tifosi sulla pagina Facebook riguardo l’ennesimo, vergognoso, comportamento della biglietteria AC Milan quest’anno. Dopo non aver comunicato il numero di abbonati, non aver incluso la partita degli ottavi di Coppa Italia nell’abbonamento, non aver permesso ai non-abbonati di comprare il mini-abbonamento EL abbiamo appreso che in Coppa Italia viene aperto solamente il primo anello con prezzi intorno ai 30€ a biglietto, contro i 5-10 degli anni scorsi e con quelli più economici del secondo messi in vendita solo al riempimento del primo. Comportamento inaccettabile che manca di rispetto ai tifosi.

Passando alla partita, era evidente come la priorità fosse non prendere gol stasera per giocarsela a Roma con due risultati su tre. Soffriamo e soffriamo tremendamente, impossibile negarlo ma usciamo dal campo con l’occasione più nitida della partita, quella propiziata da Cutrone e sbagliata da Calhanoglu in maniera abbastanza imbarazzante. La prestazione del Milan non è positiva e nonostante questo la stava addirittura sfangando. Cosa vorrà dire lo scopriremo più avanti ma l’obiettivo principale e più importante è stato quello di salvare energie portando a casa un risultato positivo.

Gattuso nella partita di stasera ha anche dovuto fare i conti con una rosa profondamente limitata che non è stata adeguatamente rinforzata a Gennaio. Biglia ha fatto una partita pessima e stavolta anche i più talebani non potranno salvarlo. Borini in fase offensiva è una tassa da pagare tanto è vero che diventiamo pericolosi quando entra Calhanoglu e lo stesso vale per Kalinic. Un direttore sportivo che spende 65 milioni per due attaccanti che non valgono quello della primavera (e nemmeno quello ceduto, Carlos Bacca) in un mondo normale dovrebbe presentare le proprie dimissioni.

Ora avremo Udine domenica prima dell’ultima settimana intera di pausa in un tour de force che incastrerà i big match di campionato (Sampdoria, Inter, Roma) alle coppe Europee e alla semifinale di Coppa Italia. Un tour de force a cui arriviamo con una rosa abbastanza corta, promesse di rinforzi rimaste vane e un allenatore lasciato mai così solo a cercare di fare miracoli.

MILAN-LAZIO 0-0
Milan (4-3-3): G. Donnarumma; Abate, Bonucci, Romagnoli, Borini; Kessie, Biglia, Locatelli (12′ st Çalhanoglu); Suso, Kalinic (38′ st André Silva), Bonaventura (26′ st Cutrone). A disp.: A. Donnarumma, Guarnone, Calabria, Musacchio, Zapata, Borini, Mauri, Montolivo. All.: Gattuso
Lazio (3-5-2): Strakosha; Caceres, Luiz Felipe, Radu; Basta, Parolo (31′ st Nani), Lucas Leiva, Milinkovic-Savic, Lukaku; Felipe Anderson (17′ st Luis Alberto), Immobile (38′ st Lulic). A disp.: Vargic, Guerrieri, Wallace, Bastos, Murgia, Marusic, Patric, Caicedo, Neto. All.: Inzaghi
Arbitro: Guida
Marcatori:
Ammoniti: Borini (M); Radu (L)
Espulsi: nessuno

Milan – Lazio (Coppa Italia): la “replica” dopo tre giorni

Si torna subito in campo. Siamo in pieno tour de force e arriva la seconda partita con la Lazio in tre giorni, dopo le polemiche derivate dal 2-1 in campionato di domenica.

Alla fine il giudice sportivo ha optato per l’involontarietà di Cutrone sul gol dell’1-0, con l’attaccante che cicca il colpo di testa e in tuffo prende la palla di braccio, niente squalifica quindi. Sono arrivati nel frattempo i primi movimenti di mercato a sfoltire la rosa: Gabriel in prestito all’Empoli dopo una metà di stagione da quarto portiere, scalato per l’arrivo del più grande dei Donnarumma; Paletta svincolato, e per chiudere Zanellato al Crotone con obbligo di riscatto. Mercato in cui, a parte Rafinha e Caceres, sono mancati completamente gli acquisti delle grandi. Intanto, Rodriguez è stato tolto all’ultimo dalla lista convocati per stasera.

L’undici probabile: G. Donnarumma; Abate, Bonucci, Romagnoli, Antonelli; Kessié, Biglia, Bonaventura; Suso, Kalinic, Calhanoglu. Risponde con un 3-5-1-1 la Lazio: Strakosha; Caceres, Wallace, Radu; Basta, Murgia, Leiva, Milinkovic, Lulic; F. Anderson; Immobile. Resterebbero in panchina quindi Calabria, Montolivo, Cutrone e Silva. Atalanta-Juve è stata la prima sfida di semifinale, finita 0-1 con gol di Higuain in avvio. Sperando non si ripeta l’effetto “replica” a distanza di quattro giorni come col Verona, anche se là si giocava in trasferta e in un ambiente ostile dopo il 3-0 di Coppa.

Destinazione Tricolore: 22a giornata

Ancora settimi. Due i punti rimontati sulla Roma, nonostante il recupero infrasettimanale, e uno solo perso dalla Samp negli ultimi sette giorni. Comincia a intravedersi un Milan un po’ diverso?

Sembrerebbe di sì, a giudicare dalla prima vittoria in uno scontro diretto con una delle prime 8, fino a domenica tutti persi dal Napoli all’Atalanta. Ed era anche ora che girasse un po’ di “fattore C” visti i precedenti con Var e altro: un gol forse irregolare, ma che nessuno aveva notato a velocità normale ci proietta a quota 9 punti nel girone di ritorno, più di un terzo di tutti quelli fatti in 19 gare iniziali. Se sarà un fuoco di paglia lo dirà solo il tempo, ma intanto una volta accantonata la difesa a 3 e dato spazio ai due centrali più forti + una certa alternanza in mezzo al campo qualche risultato è arrivato. Manca il puntero da 20 gol ma a quello ci si penserà.

Continua intanto la sfida a distanza, anche di discussioni arbitrali, tra Napoli e Juventus. Da una parte un rigore quantomeno generoso, dall’altra un colpo durissimo a Cacciatore poi espulso per proteste che porta allo 0-1 bianconero in 11 contro 9; gli azzurri sono ancora avanti di un punto, ma basta poco per invertire la rotta. Dell’1-1 allo scadere di Spal-Inter (mimatelo con le mani adesso) si è detto abbastanza, ma il vero risultato che fa scalpore è il successo del Verona a Firenze. Ora comunque saremo in pieno tour de force fino a metà marzo: vietato distrarsi.

Risultati recuperi e 22^ giornata: mercoledì scorso Lazio-Udinese 3-0, Sampdoria-Roma 1-1; sabato Sassuolo-Atalanta 0-3, Chievo-Juventus 0-2; domenica Spal-Inter 1-1, Crotone-Cagliari 1-1, Fiorentina-Verona 1-4, Genoa-Udinese 0-1, Napoli-Bologna 2-1, Torino-Benevento 3-0, Milan-Lazio 2-1, Roma-Sampdoria 0-1.

Classifica: Napoli 57, Juventus 56, Lazio 46, Inter 44, Roma 41, Sampdoria 37, Milan 34, Atalanta 33, Udinese e Torino 32, Fiorentina 28, Bologna 27, Chievo e Sassuolo 22, Genoa e Cagliari 21, Crotone 19, Spal 17, Verona 16, Benevento 7

Milan – Lazio 2-1: resurrezione

Arrivavamo a questa partita esattamente nelle stesse condizioni in cui siamo arrivati nel girone di andata ovvero dopo due vittorie di misura e poco convincenti con Crotone e Cagliari. All’andata fu l’inizio dei problemi, oggi potrebbe esserne l’uscita. Il Milan esce battendo la Lazio a San Siro, tornando a vincere un match contro una delle prime in campionato dopo più di un anno e a fare punti per la prima volta in questo campionato contro una delle prime sette in serie A.

Dallo scontro di San Siro esce un Milan che ha meritato nel primo tempo e che poi ha sofferto la Lazio nella ripresa che è riuscita a chiuderci nella nostra area di rigore per i 30 minuti finali di partita arrivando a divorarsi con Lulic una occasione definibile più che colossale, un salvataggio di Romagnoli su tiro di Milinkovic ed una paratona di Donnarumma sempre su colpo di testa del Serbo. Ci stava il pari, abbiamo vinto noi – segno che quando ti impegni anche la fortuna ti sorride.

Cosa è cambiato? Non solo il 4-3-3 ma anche e soprattutto il recupero di Calhanoglu al posto di Borini che lo rende imprescindibile insieme a Suso e Bonaventura. A proposito del recupero del turco continuo a ribadire a chi chiede per diritto divino che André Silva giochi titolare che la via per entrare nelle rotazioni può e deve essere quella del numero 10 e non quella di un presunto diritto divino per imposizione dall’alto – le prestazioni tra oggi e Firenze, inoltre, spiegano perfettamente perché ad oggi il ragazzo è il terzo attaccante.

Da sottolineare l’ennesima ottima partita di Bonucci-Romagnoli diventati la coppia titolare una volta che si è avuto il coraggio di accantonare una volta per tutte Musacchio e metterlo nel dimenticatoio. I terzini rimangono il problema principale della squadra: sia Antonelli che Calabria hanno fatto una buonissima partita nonostante l’errore sul gol, ma dei quattro in rosa nessuno sa difendere e questo alla fine ci costa.

Il mio appello è che Gattuso non venga lasciato solo da questa società che sta pensando troppo alla prossima stagione e al prossimo allenatore e non ad una annata dove bene o male siamo a 10 punti dal quarto posto e ancora in lotta per tre competizioni. Mancano un esterno ed un terzino – almeno – e siamo 11 contati. Se cala uno del trio Suso-Calhanoglu-Bonaventura torniamo ad essere quelli di Verona o Benevento. Se gioca Borini anche. Davanti i tre attaccanti non sono bomber da gol come Dzeko o Icardi. Mancano solo 3 giorni, voglio sperare che qualcosa bolla in pentola.

MILAN-LAZIO 2-1 (2-1)
MARCATORI: Cutrone (M) al 15′, Marusic (L) al 20′, Bonaventura (M) al 45′ p.t.
MILAN (4-3-3) G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Antonelli (dal 26′ s.t. Abate); Kessie, Biglia, Bonaventura; Suso (dal 36′ s.t. Borini), Cutrone (dal 26′ s.t. Silva), Calhanoglu. (Gabriel, A. Donnarumma, Kalinic, Borini, Locatelli, Musacchio, Zapata, Montolivo, Paletta). All. Gattuso
LAZIO (3-5-1-1) Strakosha; Bastos, De Vrij (dal 29′ s.t. Luiz Felipe), Radu; Marusic (dal 38′ s.t. Nani), Parolo, Leiva (dal 7′ s.t. Anderson), Milinkovic, Lulic; Luis Alberto; Caicedo. (Guerrieri, Vargic, Basta, Caceres, Wallace, Patric, Lukaku, Murgia, Jordao). All. Inzaghi
ARBITRO: Irrati di Pistoia.
NOTE: Ammoniti Radu, Marusic, Milinkovic, Lulic, Antonelli, Bastos, Abate e Parolo

Milan – Lazio: convocati e ultime news

Squadre in campo alle 18 a San Siro, con il vantaggio di conoscere i risultati delle altre, dopo una fase di recuperi infrasettimanali. Inizia la doppia sfida di campionato e Coppa contro la Lazio.

Il 4-1 dell’andata era stata la prima sconfitta stagionale, si sperava allora in un fuoco di paglia “negativo” che poi purtroppo non si è rivelato tale. Decine di punti persi qua e là, tra cui i 5 lasciati per strada tra Benevento e Verona. Umore in controtendenza per la Lazio di Simone Inzaghi, terza in classifica e con un titulo già in bacheca in stagione dopo la Supercoppa vinta ad agosto contro la Juve; bella squadra a basso budget, davanti ai cugini romanisti e alle milanesi dopo aver speso meno nel saldo entrate/uscite in tutti questi ultimi anni. La doppia – anzi tripla – sfida avrà il suo epilogo il 28 febbraio con la semifinale di ritorno dell’Olimpico.

Due assenze pesanti nel Milan, con Rodriguez e il lungodegente Conti, mentre nella Lazio manca Immobile. G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Antonelli; Kessié, Biglia, Bonaventura; Suso, Kalinic, Calhanoglu l’undici previsto schierato con un 4-3-3. Abate, Montolivo e Cutrone in panchina, qualche possibilità per Abate a destra con Calabria a sinistra. 3-5-1-1 per il più giovane dei fratelli Inzaghi con: Strakosha; Bastos, De Vrij, Radu; Marusic, Parolo, Leiva, Milinkovic, Lulic; L. Alberto; Nani (F. Anderson). Caceres e Wallace in corsa per una maglia di difensore, in panchina Lukaku e Caicedo. Arbitro della partita Irrati, con il duo Rocchi-Di Liberatore al Var.

Destinazione Tricolore: 21a giornata

Milan in ripresa, settimo posto recuperato e Samp a tiro. 7 punti nelle ultime tre partite per i rossoneri, ancora lontanissimi dalla zona Champions ma che – forse – hanno recuperato un po’ di morale e forma.

In attesa dei recuperi di stasera, Sampdoria-Roma (3^ giornata) e Lazio-Udinese (12^ giornata) l’ultima giornata ha visto pochi cambiamenti nelle posizioni di vertice, con la Lazio brava ad approfittare del pari nello scontro diretto Inter-Roma. Proprio i biancocelesti saranno i prossimi avversari del Milan nella doppia sfida di campionato e Coppa Italia; arriveranno però, si spera, un po’ più fiaccati dall’impegno infrasettimanale. Le sconfitte di Fiorentina e Atalanta e i pareggi di Torino e Udinese, comunque, proiettano il Milan in settima posizione.

Il sofferto 1-2 di Cagliari, con il colpo di testa sardo in pieno recupero che a differenza di Benevento è finito fuori, ha mostrato un centrocampo in crescita, con Kessié finalmente tornato (dopo la pausa) il giocatore per cui era stato fatto un importante investimento in estate. Non è tutto risolto, chiaro, ma una finale di Coppa e un avanzamento in EL potrebbero salvare una stagione finora fallimentare. Il pazzesco tour de force comincia domenica con la Lazio (campionato) e finirà solo con la pausa nazionali di marzo. Massimo periodo di riposo, 6 giorni tra le sfide con Udinese e Spal.

Risultati 21^ giornata: domenica Atalanta-Napoli 0-1, Bologna-Benevento 3-0, Lazio-Chievo 5-1, Sampdoria-Fiorentina 3-1, Sassuolo-Torino 1-1, Udinese-Spal 1-1, Verona-Crotone 0-3, Cagliari-Milan 1-2, Inter-Roma 1-1; lunedì Juventus-Genoa 1-0.

Classifica: Napoli 54, Juventus 53, Lazio* e Inter 43, Roma 40*, Sampdoria* 33, Milan 31, Atalanta 30, Udinese e Torino 29, Bologna 27, Chievo e Sassuolo 22, Genoa 21, Cagliari 20, Crotone 18, Spal 16, Verona 13, Benevento 7

Cagliari – Milan 1-2: la squadra sta crescendo, stavolta per davvero

Per la prima volta subiamo un gol nei primi 15 minuti e per la prima volta la sfanghiamo in rimonta. Il Milan torna al successo fuori casa, non capitava da Reggio Emilia e lo fa battendo il Cagliari con due gol e un Cragno in grandissimo spolvero contro un Donnarumma che è stato pessimo sia nel mancato intervento sul primo gol, sia nel finale di partita. Siamo al 21 di gennaio, ci sono state due settimane di sosta per tutti. In primis la condizione fisica a questo punto coi richiami di preparazione non può più essere un alibi. In secondo luogo il riposo ci ha permesso di recuperare il miglior Kessie a cui continua a mancare una riserva e che può essere decisivo in queste partite.

Il gol subito ed il rosso mettono in evidenza un limite del 4-3-3 di questa squadra: i due terzini non sanno difendere. Non sa difendere Calabria, non sa difendere Rodriguez che è un esterno e a 4 ha sempre avuto problemi in carriera. Se si continua con questa via è impensabile non prendere un tassello lì dietro. Davanti Kalinic oggi ha fatto una buona partita e, pur fallendo 3-4 conclusioni elementari che un vero centravanti avrebbe messo dentro, si è procurato il rigore e ha fatto l’assist decisivo per il 2-1. Certo, i gol delle punte continuano a mancare.

A centrocampo doveva essere il riscatto di Biglia dopo dei buoni 20 minuti con Crotone. Ne è uscito più che male, peggio. Non ha fatto un passaggio, non ha dato copertura, non ha recuperato palloni. L’unica cosa buona è aver fatto prendere rosso a Barella nel finale. La differenza rispetto ad un Calhanoglu in difesa è abissale in questo momento e se gioca è perché in quel reparto c’è bisogno di turnazione pesante con l’alto numero di gare. Con la Lazio può e deve tornare lì Montolivo a dare copertura visto che non ci sarà quella libertà di giocare che l’argentino ha avuto finora.

La squadra sta sicuramente crescendo e a differenza di quella di Montella gioca a calcio. Rimangono però dei seri problemi che come con il Crotone e come col Benevento ci han portato ad un colpo di testa a fil di palo da un 2-2 che con Brignoli entrò ed oggi è finito di poco a lato. Non si possono terminare tutte le volte le partite in questo modo. Ora arriva la doppia sfida con la Lazio che in questo momento sta molto, molto, molto meglio di noi come ha certificato nel pomeriggio. Quella di Coppa Italia vale il 50% di una finale, l’altra potrebbe valere l’ultimo tentativo di strappare un biglietto per l’Europa che conta.

P.s. anche oggi Guida ci ha massacrato. Alzare la voce, grazie.

CAGLIARI-MILAN 1-2 (primo tempo 1-2)
MARCATORI: Barella (C) all’8′, Kessie (M) su rig. al 36′ e al 42′ p.t.
CAGLIARI (3-5-2): Cragno; Romagna, Ceppitelli, Pisacane; Faragò, Barella, Cigarini, Ionita (dal 16′ s.t. Deiola), Padoin (dal 32′ s.t. Cossu); Sau (dal 18′ p.t. Farias), Pavoletti. (Rafael, Crosta, Castan, Andreolli, Miangue, Van der Wiel, Dessena, Giannetti). All. Lopez.
MILAN (4-3-3): G. Donnarumma; Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez; Kessie (dal 41′ s.t. Borini), Biglia, Bonaventura (dal 31′ s.t. Locatelli); Suso (dal 37′ s.t. Abate), Kalinic, Calhanoglu. (A. Donnarumma, Gabriel, Musacchio, Zapata, Antonelli, Montolivo, Silva, Cutrone). All. Gattuso.
ARBITRO: Guida di Torre Annunziata.
NOTE: Espulsi Rodriguez (M) e Barella (C) per somma di ammonizioni; ammoniti Kalinic (M), Suso (M), Deiola (C), Pavoletti (C), Cigarini (C) per gioco scorretto.

Ho visto Ronaldinho

Il 17 luglio 2008 è una di quelle date che cambierà per sempre la storia del Milan e del calcio Italiano. A San Siro viene presentato Ronaldinho che sarà il penultimo pallone d’oro ad approdare nel nostro campionato. L’ultimo è Kakà, nel 2013. Ronaldinho non è stato un giocatore come gli altri – ha avuto una carriera ad alti livelli relativamente breve ma è stato il punto cardine di una macchina perfetta: quella del Barcellona di Rijkard, probabilmente più forte del tanto esaltato guardiolismo.

Quando Ronaldinho arriva a Milano le reazioni sono contrastanti. La tifoseria rossonera, nonostante la Champions di Atene è già stata spaccata dalla cessione di Shevchenko, inizio del ridimensionamento Berlusconiano che si vedrà poi nelle successive sessioni di mercato. C’è chi è contento e chi inizia subito a parlare di giocatore finito e di spettacolo utile solo alla propaganda rossonera – magari gli stessi che a quella cifra oggi sono contenti, per dire, di aver comprato Kalinic.

Ronaldinho in Italia non poteva vestire altra maglia. Non poteva che vestire la maglia di chi ha sempre vinto e convinto – padroni del campo e del giuoco – è stato il completamento ideale dopo il Barcellona di una carriera di quello che forse è stato il giocatore più forte dai tempi di Van Basten. Non ci sono Ronaldo o Messi che tengano, quel Ronaldinho del 2004-05 e del 2005-06 rimane qualcosa di ineguagliabile ed inarrivabile. Il paragone è fortissimo – e pesa – ma limitandoci ai freddi numeri nei primi due anni di Milan segna 25 reti in 79 partite.

Imbrigliato nell’albero di Natale Ancelottiano dove comunque si è tolto soddisfazioni è nel 4-2 fantasia di Leonardo con l’arrivo di Pato che Ronaldinho sembra ritornato quello di Barcellona. Due partite su tutte, la doppietta alla Juventus a Torino e la sfida casalinga col Siena con un gol di quelli da cineteca sembravano averlo nuovamente consacrato all’apice del calcio. La storia di quel Milan – che dopo essersi trovato era andato a giocare per il primato in classifica a 10 giornate dalla fine contro il Napoli si interrompe però troppo prematuramente con gli infortuni contemporanei di Pato e Nesta ed il conseguente abbandono della lotta scudetto. In sostanza non abbiamo vinto niente, ma eravamo maledettamente belli quando volevamo giocare a calcio.

La storia di Ronaldinho finisce lì con 15 gol e 17 assist che sono la miglior risposta a chi lo dava per finito e a chi anche dopo ha continuato a far passare quel giocatore per finito. Basti pensare che solamente Insigne col Napoli è riuscito UNA volta a sfondare la doppia cifra di gol e assist in una stagione. Finisce quando a Milano arrivano Ibrahimovic ed Allegri che ha iniziato l’operazione di smantellamento del Milan levando dal campo centrocampisti di talento per introdurne di rottura. Nel giro di due anni grazie al credo del tecnico il Milan passa da Pirlo, Beckham, Seedorf, Ronaldinho a Van Bommel, Ambrosini, Muntari, Flamini.

Ronaldinho lascia quindi a Milano ricordi molto divergenti anche grazie al sottobosco di pozzi da bonificare ancora liberi di circolare – quello che penso è che campioni così nel nostro campionato non ne arriveranno più per un bel po’ e i pochi che qua ci nascono finiranno per emigrare. E’ proprio vero che, a volte, invece di lamentarsi bisognerebbe soffermarsi e apprezzare ciò che si ha a disposizione. Aver visto un giocatore del genere con la nostra maglia vale più di qualsiasi scudetto.