Frosinone – Milan 2-3: Piolandia colpisce ancora

Farsi prendere a pallate per 60-70 minuti dal Frosinone, andare ancora sotto per l’ennesimo disastro di Maignan che prende gol sul suo palo (provare Sportiello?) e riuscire nuovamente a sfangarla perché dalla panchina puoi fare entrare Bennacer, Okafor, Florenzi, Jovic e Musah. E’ la storia del Milan di quest’anno con un rendimento che si allinea a quello dell’anno dello scudetto (49 punti dopo 23 giornate) ma con una narrazione mediatica interna ed esterna molto diversa ed una presenza in campo al limite dell’indecente.

Come quanto accaduto ad Udine, infatti, il Frosinone arriva a pressarti alto non facendoti respirare riuscendo molto efficacemente ad arrivare al tiro quasi subito (grazie Adli, peggiore in campo). Sfruttiamo un recupero alto di Rejinders e andiamo avanti 1-0 per qualche minuto prima di pareggiare con un rigore al limite del ridicolo. Da lì facciamo poco, qualche sgroppata di Leao avanti che però non sa crossare come si deve e spreca le solite occasioni.

Nel secondo tempo ci facciamo sorprendere e andiamo sotto con Maignan vergognoso e Frosinone che batte velocemente una punizione trovando superiorità facile. Errori figli della formazione vergognosa che ancora una volta certifica come Adli e Rejinders non possono giocare insieme. Il centrocampo è stato praticamente nullo, il Frosinone vinceva quasi il doppio dei nostri contrasti e i giocatori continuavano ad esporsi al pressing con la costruzione dal basso non avendo le caratteristiche per tenere la palla.

Probabilmente viste le potenzialità della rosa che Pioli ha a disposizione e i risultati ottenuti siamo noi i coglioni a voler chiedere qualcosa di più della solita vergognosa partita stagionale, della solita mancanza di solidità che ti costringe sempre a rincorrere per 90 minuti e ti costa due gol a partita. Perlomeno, oggi, abbiamo saputo controllare la palla nei minuti di recupero, cosa che è mancata la scorsa volta (a proposito, vergognosa la rimessa invertita nel finale dal guardalinee).

Senza il disastro col Bologna staremmo parlando del miglior rendimento di sempre del Milan in un campionato a 20 squadre. Ovviamente questo non ci soddisfa per niente ma fa capire semmai le enorme potenzialità di questo organico nonostante l’allenatore in panchina. Sarà forse per questo che le parole di Ibra ieri e di Pioli oggi fanno intuire che la resa dei conti arriverà a fine stagione – Conte i contatti con il Napoli li smentì prontamente – per il Milan, ancora, non ha smentito proprio nulla…

FROSINONE – MILAN 2-3

Frosinone (4-2-3-1): Turati; Gelli, Romagnoli, Okoli, Brescianini (40′ st Reinier); Mazzitelli (40′ st Ibrahimovic), Barrenechea; Seck (32′ st Valeri), Soulé, Harroui (32′ st Lirola); Kaio Jorge (32′ st Cheddira). A disp.: Cerofolini, Frattali, Monterisi, Bourabia, Garritano, Kvernadze. All.: Di Francesco

Milan (4-2-3-1): Maignan; Calabria (40′ st Florenzi), Kjaer, Gabbia, Theo Hernandez; Adli, Reijnders (17′ st Bennacer); Pulisic (35′ st Jovic), Loftus-Cheek (17′ st Okafor), Leao; Giroud (40′ st Musah). A disp.: Nava, Sportiello, Bartesaghi, Jimenez, Simic, Terracciano. All.: Pioli

Arbitro: Pairetto

Marcatori: 17′ Giroud (M), 24′ rig. Soulé (F), 20′ st Mazzitelli (F), 27′ st Gabbia (M), 36′ st Jovic (M)

Ammoniti: Loftus-Cheek (M), Reijnders (M), Harroui (F), Florenzi (M)

Conte, Arabi, Stadio: cosa sta succedendo nel Milan?

Come promesso su Twitter provo a mettere un po’ di ordine dopo l’articolo di Dagospia che ha confermato molto di quello che mi è stato detto negli ultimi mesi dalle mie fonti riguardo la situazione attuale del Milan. Vorrei cercare, quindi, di fare un po’ di ordine per tutti – partendo da Maggio 2022, l’anno dello scudetto e l’arrivo di Cardinale. Il Milan è di RedBird solo formalmente – ma questo penso che ve ne siate accorti tutti – a comandare, oggi, nel Milan è ancora Elliott. RedBird entra semplicemente perché Elliott ha bisogno di togliere il Milan dal bilancio dei propri asset e ha bisogno di un gruppo con cui costruire lo stadio e che gli porta dentro il know-how per una espansione sul mercato americano che ad Elliott mancava. Ma ad oggi, più che una cessione, è una partnership. Redbird ha le quote, Elliott il controllo (50% dei consiglieri + CEO). Il guadagno di Elliott è aver monetizzato subito, quello di Redbird sarà il valore che avrà la società quando si chiuderà lo stadio e sarà ceduta.

Arriviamo quindi all’AD – a giugno 2022 si conclude uno dei mesi più ridicoli della nostra storia con la firma di Maldini che arriva all’ultimo giorno facendo sfumare obiettivi di mercato in serie. Maldini riesce ad ottenere pieni poteri (quindi senza diritti di veto) per acquisti sotto i 30 milioni di Euro – Gazidis non ci sta e lascia poi a dicembre (anche se la motivazione ufficiale sono i motivi di salute). Nell’interregno tra Gazidis e Furlani viene rinnovato Pioli – Furlani intanto si riprende quei poteri dal primo CDA (documenti disponibili pubblicamente e leakati da calcioefinanza) e già da febbraio si decide di silurare Maldini a fine anno anche se, più che il mercato, ha pagato attegiamenti poco da ‘team’ che non sono piaciuti ad Elliott.

La linea di quest’estate è stata la stessa, identica, linea tenuta negli scorsi mercati con la differenza che quest’estate si è deciso di cedere un giocatore e le scorse no. Ma il budget sono sempre quei 30/40 + cessioni. La linea è sempre quella di Elliott. Perché non si è cambiato allenatore? Da un lato c’era un contratto molto oneroso (quello di Pioli), dall’altro si voleva cambiare per prendere un top (ovvero Antonio Conte) e non una mezza figura – abbiamo visto l’esperienza del Napoli a cercare un allenatore e si sono dovuti accontentare di Rudi Garcia. I risultati dicono che tuttavia mentre il tifoso giudica malamente quando sei fuori (come se in Champions i gironi fossero paragonabili) ci dicono che vincendo col Frosinone siamo in linea con l’anno dello scudetto. Se poi qualcuno si aspettava 98 punti da una rosa quinta l’anno precedente – problemi suoi.

Arriviamo a Conte. Conte è l’allenatore che il Milan vuole per la stagione 2024/25 dal 5 giugno 2023 ed il secondo motivo per cui Pioli è stato confermato al di là delle smentite di facciata. C’è solo una cosa in tutta la vicenda che non mi torna: lo scorso anno Furlani andava matto per Conte mentre quest’anno vi ha posto un veto e vuole Thiago Motta. Per avere Antonio Conte sulla panchina del Milan, quindi, occorre ad oggi che Giorgio Furlani non sia più l’amministratore delegato del Milan – cosa che potrebbe succedere ma in modi diversi.

La prima è una soluzione puramente interna – ed è la soluzione per cui Redbird, ovvero Elliott, rimane con pieni poteri a Zlatan Ibrahimovic che riferendo direttamente al nuovo AD prenderebbe in mano la parte tecnica. La seconda è ovviamente quella della cessione della società che ad oggi si può fare o non fare. Con le mie fonti non sono informato su niente lato Investcorp, per cui su quello mi rimetto a ciò che dice Dagospia, ovvero una quota di minoranza. Quello che invece mi era già stato anticipato da novembre è l’ingresso di PIF, anzi, di una società della galassia PIF con sede a Dubai per eludere le regole UEFA.

Ci sono ad oggi due finestre possibili per la cessione di quote – la prima sarà questo marzo, la seconda alla prima pietra dello stadio, quindi tra un anno verosimilmente. I piani degli arabi sono quelli del ritorno di Maldini ma in un ruolo non operativo (loro vorrebbero Presidente, ma io difficilmente ce lo vedo accettare un ruolo di facciata) perché i ruoli operativi verrebbero invece affidati a Leonardo e Boban che dovrebbero essere gli uomini di punta. Si butterebbero anche loro sul deal di Conte come allenatore in quel caso? Ad oggi nessuno lo sa perché è veramente una ipotesi così remota a livello di incastri da non poter essere presa in considerazione.

E’ presto anche per parlare di mercato – i 300 milioni sono cifre totalmente sparate a caso che non tengono conto del contesto SA a cui il Milan è vincolato e il nuovo FFP che vieta le sponsorizzazioni gonfiate con la UEFA stessa che definisce il fair value di ognuna di esse. E’ presto perché solo a fine marzo capiremo chi farà il mercato del Milan il prossimo anno e che tipo di mercato sarà. Le richieste di Conte – al momento – sono quelle di andare a prendere Di Lorenzo e Anguissa dal Napoli, molto difficile invece fare entrare Oshimen per Leao come si pianificava in quanto il primo è già d’accordo col Chelsea.

Questa è quindi la situazione ad OGGI. La parte più difficile di questo piano che nasce ormai da quando Elliott ha preso il Milan è fare vedere ai tifosi del Milan non come siamo oggi ma cosa avremo vinto noi e cosa avranno vinto gli altri tra 10 anni. Il progetto Milan procede senza farsi influenzare da instant team costruiti su un pozzo nero di debiti per vincere a breve ma cercando di avere vittorie consistenti per anni sul lungo periodo.

L’unica mia paura su un cambio di proprietà – al momento – è questa. Ovvero quella che arrivi una proprietà seria che supporti un aumento strutturale del fatturato e non una che butta dei soldi una volta, crea un buco a bilancio e poi sparisce. La via intrapresa da Elliott ad oggi è l’unica via corretta per tornare competitivi nel modo corretto. Ed è una via che passa anche per il trading dei giocatori, con buona pace dei dinosauri che vivono nel 2000 e non vogliono che vengano ceduti Sheva e Kakà. Lo stadio è e deve rimanere il centro fondamentale del progetto Milan – uno stadio che se fatto correttamente ci permetterà di trasformare la serie A nel nostro giardino di casa. E aprire un importante ciclo di scudetti consecutivi.

In conclusione vi chiedo, quindi, di aspettare fine marzo. Solo dopo aver capito se ci sarà o meno il passaggio di quote o un cambio in organigramma capiremo chi sarà l’allenatore della prossima stagione e quali ambizioni avremo.

Milan – Bologna 2-2: Piolate

Persi subito i due punti vinti ad Udine in maniera abbastanza meritata. E’ una partita che non ci dice nulla di nuovo – ovvero che questa è una squadra molto, molto forte a differenza di quella dello scorso anno che purtroppo si è trovata mezza tifoseria contro per vedovismo puro e un allenatore che non era rimpiazzabile. Se dovessimo battere il Frosinone, per dire, avremmo gli stessi punti dell’anno dello scudetto eppure la prostituzione intellettuale sta facendo passare quest’anno come fosse peggio o pari dello scorso.

La partita era una partita difficile perché il Bologna gioca molto bene sia quando ha la palla che quando non ha la palla – ed è una partita dove abbiamo creato tantissimo, sbagliato due rigori e che nonostante tutto stavamo vincendo se non fosse che a qualche minuto dalla fine invece di continuare a tenere palla si è cominciato a fare cambi difensivi e concedere l’iniziativa all’avversario. Pulisic per Terracciano è una roba che grida vendetta.

I gol del Bologna, esattamente come quelli subiti contro l’Udinese (peraltro in tutti e 4 Maignan ha avuto la mobilità ed i riflessi della sagoma delle barriere) mostrano come questa squadra, per stessa ammissione di Pioli, non sappia lavorare quando la palla ce l’hanno gli altri. Se guardate l’azione media nostra molto spesso il nostro avversario riusciva a fermarci prima di entrare nella loro area di rigore, viceversa noi veniamo puntati e saltati troppo facilmente anche grazie probabilmente ad un mancato rientro del nostro centrocampo che spesso causa inferiorità numerica nella nostra area.

Detto questo il campionato del Milan non è da buttare specie qualora dovesse avviarsi verso un terzo posto in tranquillità. Io ho pochi dubbi che la società abbia lavorato bene e che ci volessero due anni per ripartire dalle macerie lasciate da Maldini (con buona pace degli atti schifosi di vedovismo che si leggono su X). E’ una stagione che non è completamente da buttare nonostante difficilmente si alzerà un trofeo – ho pochi dubbi che col nuovo tecnico e qualche rinforzo estivo il prossimo anno questa sarà la squadra da battere.

MILAN-BOLOGNA 2-2

Marcatori: 29’ Zirkzee, 45’  83’ Loftus-Cheek, 90’+2 Orsolini (r).

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria (dal 59’ Florenzi), Kjær, Gabbia, Hernández; Adli (al 59’ Musah), Reijnders; Pulisic (dal 87’ Terracciano), Loftus-Cheek, Leão (dal 87’ Okafor); Giroud (dal 60’ Jovic). A disp.: Mirante, Sportiello, Jiménez, Pellegrino, Simi?, Terracciano, Zeroli, Okafor, Traorè. All.: Pioli.

BOLOGNA (4-3-3): Skorupski; De Silvestri (dal 82’ Lucumì), Beukema, Calafiori, Kristiansen; Ferguson, Freuler, Aebischer (dal 66’ Moro); Fabbian (dal 81’ Orsolini), Zirkzee, Urba?ski (dal 67’ Saelemaekers). A disp.: Bagnolini, Ravaglia; Corazza, Ili?, Lykogiann?s; Karlsson. All.: Motta.

Arbitro: Massa di Imperia.

Ammoniti: 2’ Calafiori, 22’ Leao, 36’ Calabria, 39’ Ferguson, 44’ Adli, 45’+2 Loftus-Cheek, 60’ Urbanski, 90’ Terracciano.

Espulsi: 41’ Thiago Motta,  44’ Colinet.

Recupero: 3′ 1T, 5’ 2T.

Lo strano caso di Inter – Atalanta e il concetto di prima data utile

Hanno fatto scalpore tra gli addetti ai lavori non venduti alla causa della Marotta League, quindi due o tre eroi alla stregua di Falcone e Borsellino, le dichiarazioni di Gasperini riguardo il recupero di Inter – Atalanta. Mi ha dato fastidio dove ci hanno piazzato il recupero con l’Inter, tre giorni dopo il Milan a San Siro – ha detto l’allenatore della Dea -. Saremo gli ultimi a recuperare, si poteva inserire nelle settimane precedenti che di spazio ce ne era…

Effettivamente, se possiamo concedere che questa settimana visto che le quattro squadre devono tornare dall’arabia lunedì sera, non si giochi niente (anche se nel 2007 la sempre lungimirante lega serie A ci fece giocare giovedì sera la coppa Italia contro il Catania dopo aver giocato l’ìntercontinentale a Tokyo la domenica prima) – non c’è alcun motivo per cui tali partite non siano state messe in programma la prossima settimana, tra il 29 gennaio e il 2 febbraio.

Lo statuto-regolamento di lega, consultabile qua, recita testualmente. “Per le gare annullate, il Presidente o l’Amministratore Delegato in caso di impedimento del primo o su delega anche generale del primo, provvede a fissare la data di ripetizione della gara, da effettuarsi entro 15 giorni“. Insomma, non c’è alcun margine di trattativa, Inter – Atalanta si sarebbe dovuta giocare tra sette giorni insieme agli altri tre recuperi, togliendo gli asterischi in classifica immediatamente favorendo quindi la regolarità del torneo.

Qualcuno obietterà che l’Inter si sarebbe trovata a giocare contro l’Atalanta tra Fiorentina e Juventus. Spiace, ma le regole devono valere per tutti. Nel 2018 il Milan si trovò, nonostante le richieste, a dover appunto recuperare il derby il 4 aprile, esattamente dopo aver affrontato la Juventus a Torino. Fu un derby che finì 0-0 anche se non fu decisivo per la lotta Champions causa suicidio nel finale del Milan. In quel caso il Milan incassò, rispettò il regolamento e perdette dei punti visto che nella data originale era in un momento di forma nettamente migliore.

Se però il Milan è stato obbligato da regolamento a giocare tre giorni dopo Juventus – Milan non si capisce perché tale regolamento debba fare figli e figliastri e quando tocca all’Inter giocare tre giorni prima della Juventus non essere applicato. Il vero paradosso è che Atalanta – Inter non si gioca nemmeno alla seconda data utile, la settimana successiva, visto che finirebbe tra le partite contro Juventus e Roma. Non si gioca nemmeno il 13 o 14 febbraio, la terza data utile, poiché evidentemente troppo vicina alla Champions.

Insomma, il recupero è stato piazzato dagli addetti ai lavori nella prima data utile, dove per utile si intende utile all’Inter – tra le temibilissime partite contro Lecce e Genoa. Un piccolo scandalo regolamentare che come sempre passa sotto silenzio salvo forzare nuovamente la mano per quanto riguarda il regolamento la prossima volta che tale regolamento farà comodo all’Inter.

Altri precedenti? Atalanta – Torino nel 20222 fu anticipata dopo l’uscita dell’Atalanta dall’EL per farla giocare alla prima data utile, il tutto dopo piagnistei nerazzurri riguardo l’applicazione di tale regolamento che in quella occasione fu applicato alla lettera. L’anno precedente Juventus – Napoli invece non si giocò il 17 marzo per mutuo accordo tra le squadre e fu una piccola vergogna – accordo che chiaramente, come si evince dalle parole di Gasperini, non c’è stato in questo caso.

E allora mi sentirei di chiudere con le parole dell’ex dirigente dell’Inter, Paolillo, quando fu spostato il recupero di Fiorentina – Milan per non farla giocare tre giorni prima del derby, mantenendo, comunque, un impegno per il Milan (l’Udinese in coppa Italia) in tale data:

«Una partita di campionato non è un jolly che uno si gioca quando vuole. Ripeto, c’è un’aria tesa a riaprire i giochi, come dimostrano la mancata espulsione di Bonucci a Bari (nel match che l’Inter ha pareggiato 2-2 in Puglia, ndr) e la penalizzazione di Lucio ieri dopo la prima ingiusta ammonizione. Io mi trovo a guidare un’azienda dove ci sono dei giocatori professionisti, devo far vedere loro che li tutelo -afferma l’a.d. È giusto dire queste cose quando si vince sennò sembrano piagnistei. Stare zitti sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti dell’azienda per la quale lavoro. Io non credo ci sia una congiura premeditata -precisa- ma tutti gli elementi che portano a una riapertura del campionato vengono favoriti. Sarà per psicologia, per l’aria, per la volontà di rendere il campionato più attraente, ma questo sta avvenendo nei fatti. Quello che è successo in Lega è stata una mancanza di rispetto»

Ernesto Paolillo, 25 gennaio 2010

Chissà, il signor Paolillo, cosa direbbe oggi. Quello che è evidente, però, è che il regolamento non è uguale per tutti e alcune squadre anche oggi sono più uguali delle altre. Ad esempio al Milan per il momento non viene concesso di giocare al lunedì sera dopo l’EL e chissà se gli sarà concesso passando il turno. Le regole, in fondo, per i nemici si applicano e per gli amici si interpretano.

Udinese – Milan 2-3: contro i furti e il razzismo

Il Milan vince meritatamente ad Udine una partita che doveva essere sospesa dopo 35 minuti per i cori razzisti a Maignan in un momento in cui il Milan la partita la stava dominando essendo in vantaggio 1-0 e con un rigore netto negato su Pulisic, di quelli che danno solamente quando la maglia è nerazzurra. Poi è successo quello che è successo e i fatti sono in mondovisione – Maresca che ferma la partita, il Milan che vuole uscire e non giocare ma è costretto a rientrare perché poi la perdi a tavolino passando dalla parte del torto – ma è un Milan che chiaramente non c’è più con la testa e subisce subito il pareggio. I razzisti sono stati premiati.

L’Udinese guadagna la partita che voleva fare – tutti dietro a ripartire e a picchiare (con i gialli arrivati troppo tardi e i falli troppo spesso non fischiati). Noi dietro in difesa siamo ridicoli, basta attaccarci per arrivare in area – il secondo gol è una roba da andare in ritiro una settimana ad allenare la difesa e mi chiedo cosa cazzo facciano, errori su errori da giocatori diversi, ha fatto bene solo Gabbia che oggi di gol ne ha salvati due ma non verrà fatto notare perché non conforme alla narrazione portata avanti sul giocatore.

Quello che si è visto in campo mi è piaciuto onestamente poco – con Giroud e Leao abbiamo giocato in nove e per fortuna abbiamo messo dentro Jovic e Okafor che poi si sono rivelati decisivi. La nostra classifica continua a tenersi in piedi per soluzioni totalmente individuali e una profondità di rosa che in Italia nessuno – nemmeno l’Inter – può vantare. Il Milan fa rabbia per quanto di più potrebbe fare rispetto a quello che fa. La partita di oggi onestamente è la copia di Atalanta e Salernitana solo che è andata bene – non si possono continuare a prendere troppi gol.

E’ una vittoria che comunque vale per ora – poco – non tanto per il nostro rendimento che è a +7 su quello dello scorso anno e sempre a -3 da quello dello scudetto ma perché Juventus e Inter stanno facendo un campionato a parte di livello ben superiore a quello nostro di due anni fa. C’è da dire che si spera – almeno – che si sia messa una pietra tombale su chi dice che non ci siamo rinforzati visto che anche oggi tutti e tre i gol arrivano dal mercato.

P.s. prendete il turbante, forse servirà.

UDINESE-MILAN 2-3 

Marcatori: 31′ Loftus Cheek, 41′ Samardzic, 61′ Thauvin, 83′ Jovic, 92′ Okafor 

UDINESE (3-5-1-1): Okoye, Joao Ferreira, Perez, Kristensen, Ebosele (dal 59′ Ehizibue), Lovric, Walace, Samardzic (dal 58′ Payero), Kamara( dall’83’ Zarraga),  Pereyra (dal 45′ Thauvin), Lucca (dal 75′ Success). 

A disp: Padelli, Silvestri, Giannetti, Kabasele, Masina, Tikvi?, Zemura; Camara, Brenner. 

All: Cioffi

MILAN (4-2-3-1): Maignan, Calabria (dal 75′ Florenzi), Kjaer, Gabbia, Hernandez, Adli, Reijnders (dal 67′ Okafor), Pulisic (dal 75′ Jovic), Loftus-Cheek, Leao (dal 90′ Musah), Giroud. 

A disp: Sportiello, Simic, Traorè, Zeroli, Jimenez, Mirante, Romero, Terracciano.

All: Pioli

Arbitro: Maresca di Napoli

Ammoniti: 45′ Kamara, 51′ Ebosele, 55′ Thauvin, 65′ Wallace, 70′ Lucca, 77′ Joao Ferreira, 87′ Hernandez.

Recupero: 6′ 1 T, 6′ 2T 

Charles De Keteleare: basta mistificazioni e vedovismo

E’ ormai tradizione che ad ogni gol del simbolo del fallimento del mercato di Maldini 2022/23, il suo gruppo di vedove, incapaci di aver accettato il fallimento dello scorso mercato, si spenda in lodi per un gol del belga in maglia nerazzurra. Le compagini per cui questi signori si sono spellati le mani sono nientemeno che Sassuolo, Salernitana, Rakow e da ieri il temibilissimo Frosinone. Ogni volta partono le accuse al Milan per non aver saputo valorizzare il talento di questo signore – mai accusa fu più falsa. Pioli ha tantissime colpe – la gestione del belga non è una di queste.

Andiamo a vedere i fatti – come tali non opinabili. De Keteleare arriva al Milan ed esordisce subito da subentrato con l’Udinese. La stessa cosa succede con l’Atalanta. Gioca titolare con il Bologna, subentra con il Sassuolo perché poi gioca da titolare sia il derby che la Champions League con il Salisburgo. Gioca ancora titolare con la Sampdoria, poi subentra in casa con la Dinamo Zagabria, titolare con Napoli, Empoli e Chelsea e panchinaro, subentrato vs Juventus. Poi infortunio muscolare.

In buona sostanza al Milan delle prime 12 (9 di campionato e 3 di Champions) ne gioca sette su 12 da titolare e 5 da subentrato – una era appena arrivato e altre era per ragioni di turnover, non tecniche. Nelle medesime prime 12 dell’Atalanta (9 di campionato e 3 di Europa League) ne gioca 6 da titolare e 6 da subentrato. Dire che Gasperini gli ha dato più fiducia di Pioli è in sostanza una puttanata sesquipedale non confortata dai dati. Numeri oggettivi che fanno cadere l’accusa di scarsa fiducia da parte di Pioli visto che nelle prestazioni mostrate non aveva fatto nulla per meritare quel posto. Dopo queste, esattamente come al Milan, aveva perso il posto subentrando due volte per meno di 20′ tra Empoli ed Inter.

L’unica differenza tra Milan ed Atalanta a livello di campo è stata che all’Atalanta si è infortunato Scamacca e Gasperini lo ha provato come punta. Una cosa per la quale al Milan non è mai stato provato e non era nei piani della direzione tecnica che lo ha cercato ed individuato per fare il trequartista. Come punta, appunto, i risultati sono scarsi – sono sulla linea di quelli di Jovic. Non saranno gol contro Salernitana o Frosinone a ribaltare la realtà delle vedove di un dirigente inadeguato.

L’ultima cosa che nessuno di questi signori con la lingua attaccata al deretano del campo di padel tiene in mente è che giocare a San Siro non è per tutti – servono giocatori che sappiano reggere la pressione ed è evidente che De Keteleare non è stato tra questi. Si fa finta tranquillamente di dimenticare che molti giocatori a Bergamo hanno giocato bene ma poi cambiando squadra e livello sono completamente spariti dai radar – anche Caldara è sembrato buono con Gasperini, per dirne una.

Rimando al mittente tutte le accuse quindi di non avergli dato spazio a prescindere, spazio preso da Brahim Diaz che sul silenzio delle vedove di cui sopra sta facendo meglio di lui al Real Madrid, con una diversa difficoltà, importanza e pressione dello stadietto di provincia. Se hai bisogno di fare giocare un giocatore a prescindere, anche quando non lo merita, perché l’obiettivo è metterlo in condizione a discapito dei risultati forse non dovresti tifare Milan ma rimanere in cameretta a giocare a Football Manager. Nulla può quindi cambiare il fatto che il belga è e rimane un acquisto sbagliato pagato una cifra tale per rendere subito e tale rendimento è imputabile solo alle sue prestazioni e ai suoi errori – non ad altri fattori. Speriamo lo riscattino – sarebbero tanti soldi dal nulla per il niente.

P.s. le vedovelle potrebbero informarci anche su Vasquez, Origi e Ballo-Touré? O lì c’è il silenzio radio?

Milan – Roma 3-1: chiusa per la Champions?

Arriva la terza vittoria consecutiva in campionato, la quinta nelle ultime sei per un ruolino che nonostante venga sminuito continua ad essere importante. Se il Milan dovesse fare 7 punti su 9 nelle tre contro Udinese, Bologna e Frosinone, per dire, arriverebbe ad eguagliare i punti dell’anno dello scudetto. Il campo anche oggi dice che il Milan – o meglio la squadra costruita da Furlani e Moncada – è molto più forte della Roma e riesce a vincere grazie alle individualità. Che è un po’ il copione di tutto il campionato finora.

Rispetto alla follia vista in settimana non cambia il metro arbitrale (manca un rigore nel primo tempo e il secondo giallo a Mancini) e la cosa non deve andare sotto silenzio. Cambia invece la formazione con Pioli che finalmente mette tutti nel suo ruolo a partire da Theo Hernandez a sinistra. La partita segue il copione della classica partita del Milan in questo campionato – ovvero che siamo più forti e andiamo sul 2-0. Poi arriva il momento blackout che in questo caso coincide con un errore di Calabria (che stava giocando benissimo fino a quel momento) sulla linea dell’area e la Roma che trova un gol che non merita.

Qualcuno dice che qua ci sono le basi per una squadra forte – io continuo a dire che invece questa squadra è forte. Datela ad un allenatore che sa allenare i giocatori anche mentalmente e ne vedremo delle belle. Il problema non è tecnico, questa squadra di tecnica ne ha più di tutti, anche più dell’Inter che tra un pompino e l’altro dei nostri “tifosi” gioca con un metro arbitrale a parte di cui sembra essersi accorto solo il presidente della Salernitana.

Vorrei spendere due parole per Gabbia la cui ottima partita ovviamente passerà sotto silenzio dai soliti giovanilisti che vogliono i primavera in campo a tutti i costi invece di essere – appunto – in primavera. Il resto lo dedico al centrocampo dove onestamente da un lato abbiamo capito che Adli anche se resta lento qualcosa può fare sgravato da compiti difensivi mentre Loftus-Cheek ha fatto una partita da spettatore non pagante. Leao invece in campionato è semplicemente frustrante e credo che in caso di arrivo di Conte sarebbe il primo a volare via.

Ora abbiamo una fase interessante perché per un mese giocheremo una sola volta alla settimana: tre infrasettimanali liberi consecutivi in cui non avremo partite. E’ la parte in cui dobbiamo per forza recuperare gli infortunati prima del ciclo finale con il ritorno delle coppe ed evitarne, possibilmente, di nuovi. Di solito in queste fasi, con una gara a settimana, diamo il meglio.

MILAN-ROMA 3-1

Marcatori: 11’ Adli, 56’ Giroud, 69’ Paredes (r), 84’ Theo Hernandez.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria, Kjær, Gabbia, Hernández (dal 89’ Jimenez); Loftus-Cheek, Adli (dal 89’ Zeroli), Reijnders; Pulisic (dal 79’ Musah), Giroud, Leão (dal 79’ Okafor). A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi, Simi?, Terracciano, Romero; Jovi?, Traorè. All.: Pioli.

ROMA (3-5-2): Svilar; Kristensen, Mancini (dal 46’ Pellegrini), Llorente (dal 79’ Huijsen); Çelik (dal 79’ Zalewski), Cristante, Paredes, Bove, Spinazzola; Lukaku, El Shaarawy (dal 61’ Belotti). A disp.: Boer, Rui Patrício, Karsdorp, Pisilli, João Costa. All.: Foti (Mourinho squalificato).

Arbitro: Guida di Torre Annunziata.

Ammoniti: 43’ Mancini, 71’ Kjaer, 81’ Huijsen.

Recupero: 1′ 1T, 5’ 2T.

2023-24: le pagelle di metà stagione

Dopo aver giocato 19 partite di campionato, 2 di Coppa Italia e 6 delle Coppe Europee siamo arrivati esattamente a metà della normale stagione sportiva. E a metà della stagione sportiva, come sempre, è il momento delle pagelle.

Portieri

Maignan: 7,5. In salita rispetto alla scorsa stagione. Un solo grave errore contro la Salernitana, per il resto salva il risultato spesso e volentieri che in una squadra con ambizioni non è proprio una cosa positiva. In una squadra con ambizioni il portiere deve essere uno spettatore non pagante.

Sportiello: 7. Quello che ci meritiamo dopo due anni di Tatarusanu. A sto giro sostituisce Maignan anche nell’infortunio della prima parte di stagione, rientrando a Gennaio.

Mirante: 7. Gioca bene contro la Juve (non ha colpe sul gol preso da deviazione) e ha solo una piccola sbavatura con il Cagliari sul 3-0 (ma deviato anche qua). La domanda è: ma se Mirante è questo, perché ci siamo sorbiti due anni di Tatarusanu?

Difensori

Tomori: 5,5. Per me troppo esaltato, è il vero problema della difesa del Milan. Ti costringe a giocare alto perché se giochi basso è uno dei tanti ma è proprio giocando alto che diventiamo vulnerabili. Ti costa letteralmente una puttanata ogni partita.

Thiaw: 5. Io non so come sto coso possa passare per difensore forte. Le due volte che si è trovato senza balia Tomori ha fatto totalmente ridere. Aveva ragione Pioli quando gli preferiva Gabbia. Vendere.

Kalulu: 4,5. Dimenticatevi quello dello scudetto vinto – la sua dimensione è il Bologna ed infatti lì lo volevamo spedire.

Gabbia: s.v. Appena rientrato, c’è da dire che finora ha fatto bene per quel poco che si è visto.

Pellegrino: s.v. Troppo poco (e male) minutaggio per dare un voto. E’ un acquisto per il futuro, non certo per il presente, ma a Napoli ha fatto ridere.

Kjaer: 5. Indecente nella prima parte di stagione, nella seconda registra un po’ la difesa quando torna fino alla sciagurata gara di coppa Italia contro l’Atalanta.

Caldara: s.v. dopo che è stato abolito il reddito di cittadinanza è stato contattato da diversi cittadini napoletani per chiedere come si fa.

Theo: 7. Si deve improvvisare difensore centrale – è un giocatore potenzialmente da top 11 mondiale in mano ad un allenatore pessimo. Basta.

Calabria: 6,5. Lo scorso anno ha annullato Kvara, quest’anno ha annullato direttamente Mbappé. Continuo a non capire come mai sia sempre sotto attacco dei tifosi, Calabria può giocare titolare nel Real tranquillamente.

Terracciano: s.v. Pochi minuti in coppa italia, troppo poco per capirne le potenzialità.

Florenzi: 6. Non mi sento di dargli una insufficienza, certo quando hai davanti Theo e Calabria non è facile giocare.

Centrocampisti

Bennacer: 1. Non me ne frega un cazzo di assist, goal o altro. Se dopo 8 mesi fermo e una squadra che sta cercando di recuperarti non potendoti nemmeno mettere 90 minuti tu te ne scappi a giocare la coppa dei beduini che hai peraltro già vinto da protagonista a Milanello non devi mettere più piede. Fuori dai coglioni, ingrato.

Krunic: 4. Ha giocato male e per male intendo lontano dai livelli che cl hanno consentito di vincere lo scudetto mettendolo nell’11 titolare a fine 21/22. Di certo vista la penuria a centrocampo sicuramente mancherà. C’è da capire come mai si passa da vederlo in campo titolare a vederlo fuori da un giorno all’altro.

Loftus-Cheek: 7. La partita col PSG è stata tanta, tanta, tanta roba. Peccato che in mano a Pioli&Osti questo sia sempre costantemente rotto o a mezzo servizio.

Rejinders: 8,5. Giocatore semplicemente superiore – purtroppo questo tra un paio d’anni lo vedremo in Real, City o simili. Ovviamente il nostro megamind gli fa fare il mediano a tutto campo.

Musah: 6,5. Prestazioni più che positive finché ha visto il campo nel suo ruolo, poi ha cominciato a svariare da terzino a trequartista con risultati ridicoli ma non per colpa sua.

Pobega: 6,5. Altro giocatore ingiustamente accusato di ogni nefandezza ma ragazzi questo è tranquillamente una riserva di un livello che altre squadre di A possono solo sognare di avere. Molto buone le sue prestazioni a Lecce e contro la Fiorentina ma anche contro il Newcastle in Champions, soffre solo a Dortmund.

Adli: 4,5. Non c’è un cazzo da fare, la gente si fa incantare da due passaggetti in verticale ma sto sorcio francese è semplicemente imbarazzante appena si alza il ritmo e necessita di bombole di ossigeno. Sicuramente non può giocare mediano davanti alla difesa – il suo ruolo è trequartista.

Attaccanti

Leao: 5. Non sono sufficienti per il ruolo di leader che vuole e sia per quello che prende, sia per la sua clausola rescissoria, la miseria di 6 gol e 6 assist in 23 partite giocate. Non è accettabile non saper fare un cross o un tiro verso la porta come si deve nell’80% dei casi finendo a ciabattare la palla alta o lunga. Questo Leao non basta per i livelli che pretende di avere. Ad oggi non è nemmeno il miglior esterno del Milan.

Pulisic: 8,5. Il migliore. Un giocatore di livello superiore che con la Serie A non c’entra niente. Letteralmente il furto del mercato estivo. Pensate quando lo vedremo in mano ad un allenatore incapace.

Chukwueze: 6. Non è de Keteleare (a proposito, visti i gol al Real qualcuno ancora si stupisce che giocava Diaz?), il talento c’è e si è visto con due gol in Champions League che hanno ricalcato quelli che faceva con la maglia del Villareal. A differenza di Leao il tiro questo ce l’ha ma si perde nel dribbling. Chi parla di acquisto bocciato ha comunque una malafede grossa come una casa.

Romero: s.v. non si può dare insufficienze per il terzo panchinaro diciottenne, ma la sua dimensione è il Como o il pupazzo nella scatola dei funko pop.

Okafor: 7. Questo è buono, molto buono. Peccato che sia sempre rotto. E dire che volevano Arnautovic.

Jovic: 6,5. Parte male, poi a dicembre si sblocca totalmente. Finalmente una riserva su cui possiamo contare, non come Origi.

Giroud: 6. Croce e delizia. Ogni tanto la sblocca nelle gare importanti ma è per lo più un palo in campo che ci fa giocare in 10. Sbaglia il rigore che ci costa il passaggio del turno in Champions. Per il 24-25 va cercata una punta.

Società ed ex

Pioli: 2. Stagione finita a Gennaio con la rosa più forte del campionato. Se è sulla panchina del Milan è solamente perché lo scorso Giugno non c’erano in giro alternative realistiche di livello. Se non è stato esonerato è per lo stesso motivo e perché questa rosa è così forte da avere solo 3 punti in meno rispetto a quando abbiamo vinto lo scudetto non grazie a Pioli, ma nonostante Pioli. Il giorno dell’esonero sarà festa nazionale, come il 6 giugno 2023.

Furlani: 10. Ci volevano due palle quadrate per cacciare Paolo Maldini fuori dai coglioni dopo la vergognosa estate 22/23. Lui le palle non le ha avute quadrate, le ha avute cubiche. Ha scammato il Newcastle con 70 milioni per un ludopatico. Ha preso calciatori forti in ogni reparto. Purtroppo le macerie di partenza non ci consentono di vincere subito, ma sono sicuro che il prossimo anno con il nuovo allenatore ci divertiremo. Questa non è ibiza.

Cardinale: 8. Se tra un mese i permessi per lo stadio saranno cosa fatta finirà nella storia come il terzo presidente più importante del Milan dopo Berlusconi e Kilpin, con buona pace dei bimbiminchia che piangono perché non hanno l’arabo che spende 300 milioni a mercato. Non siamo più negli anni 2000. Oggi il Milan è un club sano che si autofinanzia e questo vale tantissimo.

Maolo Pandini: 2. Come un Mirabelli qualunque prima di Bologna – Milan mette una bella foto sorridente dopo il gol della pantegana belga col Sassuolo, poi subisce in silenzio il buon avvio di stagione e poi godendo del fallimento di un allenatore a cui ha rinnovato il contratto a 4,5 annui il 1° dicembre fa l’intervista per dire che lui è bravo e gli altri sono cretini. Mai più in società un soggetto del genere, grazie.

Milan – Atalanta 1-2: la decide Di Bello

Come era ampiamente prevedibile dalla designazione arbitrale, Di Bello e Valeri sono stati mandati per eliminarci e Di Bello e Valeri hanno fatto il loro dovere. Il secondo tempo di questa partita finirà nei tribunali come Inter-Verona e molto altro. Abbiamo visto un rigore assegnato per un intervento di un giocatore che prende la palla, abbiamo visto un rigore negato. Con calma ci dedicheremo poi ai pezzi di merda nella nostra tifoseria – gli interisti mancati che non volevano altro – ma il secondo tempo di questa partita fa capire ampiamente come ancora una volta in Italia i risultati vengono decisi prima ancora di scendere in campo.

Potevo parlare di Pioli, di come ancora una volta si è fatto sorprendere da una squadra che ha pressato alto grazie al fatto che il fallo tattico ormai non viene sanzionato – 13 falli Atalanta, 1 solo giallo al minuto 95. I gialli ovviamente li vinciamo noi perché non ci chiamiamo Barella e appena Leao o Theo fanno la stessa cosa scatta il giallo. Una partita totalmente pilotata dove l’Atalanta gioca 15 minuti e viene premiata con un regalo difensivo ed un rigorino vergognoso. Perché può piacere o no ma la partita oggi l’ha fatta il Milan per 85 minuti.

Oggi la qualificazione la decide non Pioli, non Gasperini la decide di Bello e la decide Valeri al VAR. Poi ci sono gli schifosi tra le nostre fila a cui andrebbe interdetto a vita l’ingresso a San Siro che godono perché si è fallito tutto al 10 gennaio, come se la Coppa Italia avesse cambiato qualcosa. Finché avremo questi utili idioti che tifano contro il Milan non si va da nessuna parte – oggi festeggiano a braccetto coi tifosi dell’Inter, ma a sto punto che facciano il salto e tifino direttamente i cugini. Merde!

P.s. sarà bellissimo quando usciranno le intercettazioni dei giornalisti che chiedevano rigore su una spinta dove non c’era nulla e non hanno detto niente su quanto successo nella ripresa.

MILAN – ATALANTA 1-2

Marcatori: 45’ Leao, 46’, 59’ Koopmeiners 

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria (61’ Simic), Gabbia (40’ Kjaer), Hernández, Jiménez (61’ Terracciano); Loftus-Cheek (73’ Giroud), Reijnders (73’ Adli), Musah; Pulisic, Jovi?, Leão. A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi; Romero, Zeroli; Traorè. All.: Pioli.

ATALANTA (3-4-2-1): Carnesecchi; Scalvini (86’ Hien), Djimsiti, Kolašinac; Holm, de Roon (42’ Pasalic), Éderson, Ruggeri (77’ Zappacosta); Miran?uk, Koopmeiners (86’ Muriel); De Ketelaere (77’ Scamacca). A disp.: Musso, Rossi; Bakker, Palomino, Tolói, Zortea; Adopo. All.: Gasperini.

Arbitro: Di Bello di Brindisi

Ammoniti: Theo Hernandez, Leao, Ederson 

Espulsi: Gasperini 

Recupero: + 5’ pt, + 4’ st

Nervosismo a Narnia

E’ bastata una tabella, una semplice tabella, per fare scoppiare una narrazione intera. Quella dell’Inter che è fortissima, gioca un grande calcio ed è migliore di tutti. Narrazione a cui ha contribuito il nostro coach regalando un derby e a cui stanno contribuendo ogni domenica arbitri e VAR di tutta Italia. Mentre, però, ci si concentra su episodi arbitrali emerge un dato che ha del clamoroso – l’Inter riceve un cartellino giallo ogni 9 falli fatti. Una anomalia statistica al pari dei rigori che nessuno aveva mai tirato fuori prima di oggi.

Ovviamente la pravda narrazione nerazzurra – o come la chiamo io – l’unità di crisi della Pinetina, quella che per intenderci organizza interviste a Marotta con giornalisti amici e che dice agli allenatori di Salernitana ed Empoli di buttarla in vacca corre ai ripari. L’Inter fa il miglior calcio d’Italia, forse d’europa, ha il capocannoniere, ha la rosa più forte e campionissimi in ogni reparto. Se tieni palla è ovvio che ricevi meno cartellini, no? Le cose, però, non stanno così.

Citando l’analisi dell’utente @DuSanguinario, il possesso palla in campionato è Fiorentina 57.4%, Bologna 56.7, Napoli 58.8, Inter 56.3, Milan a 55.9, con il numero di falli diventa Fiorentina 245 falli (12.9 a gara), Bologna 238 (12.5), Napoli 188 (9.9), Inter 216 (11.4), Milan 212 (11.2). Queste squadre hanno quindi un possesso molto simile, ma trattato in maniera diversa: Fiorentina 41 ammonizioni, 1 giallo ogni 6 falli. Bologna 48+1 espulso, 1 ogni 5 falli Napoli 46 (+2 espulsi), 1 ogni 4.1 falli Milan 39 (+5 espulsi), 1 ogni 4.7 falli Inter 24, 1 ogni 9 falli.

Una gara di serie A in media ha 54′ di tempo effettivo, significa che la Fiorentina prende un giallo ogni 10.7 minuti di gioco con palla in possesso degli avversari il Bologna ogni 9.3 minuti, il Napoli ogni 9.2, il Milan ogni 10.7 l’inter? Ogni 18.7 minuti. Probabilmente la corazzata Inter, quella col miglior gioco dell’universo, spaventa così tanto gli avversari che questi non puntano mai l’uomo, non vanno mai in 1vs1 e fanno solo melina – vediamo cosa succede in Europa. Sorpresa – in Champions l’inter viene ammonita tanto quanto le altre Milan in A= 2.26 gialli a gara, in Champions= 2.8 Napoli in A= 1.83 gialli a gara, in Champions= 2.1 gialli a gara Inter in A= 1.26 gialli a gara, in Champions= 2. E il Milan aveva un girone molto più impegnativo e difficile delle squadre da Europa League giocate dai narniani.

Poi ci sono gli episodi: è difficile trovare una singola partita di questo campionato in cui l’Inter non ha beneficiato di un favore arbitrale. Alla prima giornata contro il Monza manca un rosso a Lautaro che entra piede a martello su Gagliardini, alla seconda manca un rigore al Cagliari per step on foot su Luvumbo, alla terza manca un rigore alla Fiorentina per trattenuta di Bastoni e Barella – Bastoni poi manderà a cagare l’arbitro platealmente e non verrà nemmeno ammonito. Il derby lo sappiamo tutti – viene sbloccato da un doppio fallo di Thuram su Thiaw e di Dumfries su Theo senza il quale l’Inter non avrebbe potuto chiudersi dietro a fare catenaccio e ripartenze e – magari – non lo avrebbe vinto. Ad Empoli ci sono due falli nella stessa azione che porta al gol di Dimarco – rigore netto negato all’Empoli, fallo e gol con fuorigioco. Contro il Frosinone l’Inter beneficia di un rigore grazie ad un tuffo, contro la Juventus pareggia grazie ad un fallo di Darmian su Chiesa.

A Napoli ci ricordiamo bene cosa è successo – l’azione dell’1-0 nasce da un placcaggio di Lautaro su Lobotka e poi viene negato un rigore al Napoli per fallo su Oshimen. Contro il Lecce Carlos Augusto blocca di gomito un tiro diretto verso la porta. Arriviamo a Genova, quindi, con la spinta di Bisseck su Strootman seguita dallo scandalo arbitrale contro il Verona. Mi permetto di dire che in questi giorni abbiamo assistito a Salernitana ad Inter segnare a Milan e Verona con l’uomo a terra mentre quando a terra è rimasto Acerbi, a Genova, l’arbitro ha immediatamente fermato il gioco.

Insomma, se andiamo a vedere nel dettaglio le partite dell’Inter scopriamo che esiste la narrazione della pravda al soldo del bravo dirigente, poi c’è la realtà del campo. L’Inter ha sbloccato diverse partite grazie a rigorini ma soprattutto grazie ad interventi fallosi non fischiati come tali. Interventi che puoi permetterti quando, appunto, ricevi un giallo ogni 18 minuti di possesso o ogni 9 falli – falli che vengono fischiati molto meno del normale. Almeno non ci prendano per il culo nascondendo tutto sotto il tappeto come ai tempi della Juventus – persino la curva Nord si è accorta di quanto l’Inter venga favorita in questo campionato, ed è tutto dire.

Le giustificazioni – peraltro – ricordano proprio quelle dei bianconeri qualche anno fa. Hanno vinto i derby, sono primi quindi sono forti. Il resto non conta. Quello però è conseguenza di quanto sopra, non causa. Di certo sarà molto divertente vedere questo derby tra lealisti al vecchio regime e lealisti a Marotta che si contendono la scena mediatica facendo a gara a chi urla di più e ultras nerazzurri che ci danno lezioni di deontologia giornalistica mentre continuano a dire che Giroud fa fallo su Sanchez e al Milan han regalato un campionato.

Per fortuna che tra poco si gioca la Supercoppa dove Barella e Calhanoglu rischiano di non giocare la semifinale o la finale qualora dovessero prendere un giallo. A meno che non cambino le regole all’ultimo facendogli scontare l’eventuale diffida nella prossima partita di Serie A – ma dubito che una lega seria si presti a queste cose ad una settimana dal torneo, giusto?

Empoli – Milan 0-3: nei parametri?

Con tutto il rispetto per le critiche, questa squadra è comunque dentro i suoi parametri. Se ci fosse ancora Paolo Maldini oggi al Milan probabilmente direbbe così. In fondo ha detto così lo scorso anno dopo 38 punti nelle prime 19 partite e dopo uno 0-4 subito contro la Lazio. Non c’è alcuna ragione per cui direbbe diversamente dopo 39 punti nelle prime 19 partite. Ma per fortuna Maldini non c’è più e sia la dirigenza che i tifosi hanno ambizioni diverse – per cui 39 punti nelle prime 19 partite, un risultato per cui chiunque avrebbe messo la firma due o tre anni fa, non possono essere in alcun modo soddisfacenti visto l’organico a disposizione del tecnico.

Ad Empoli è in realtà andata in scena una partita non diversa da Napoli e Lecce – una gara che sembra totalmente in discesa, un primo tempo dominato e chiuso con un doppio vantaggio e poi il solito, totale, blackout mentale che costringe tutti in difesa a non capirci niente. Cambiaghi e Cancellieri ad un certo punto sembravano Mbappé e Cristiano Ronaldo contro la nostra difesa, entravano dove e come volevano. Ci ha saltato Maignan e ci ha salvato due volte Theo Hernandez e oggi è andata bene ma questo non può mai essere il modo di controllare un doppio vantaggio in trasferta.

Per il resto non c’è niente che già non sapessimo. Al completo il Milan ha il migliore organico del campionato con buona pace di chi sta rubando dalla giornata 1 e vincendo partite grazie a placcaggi rugbistici e VAR accesi a convenienza. E’ una squadra molto forte che però deve lavorare molto sulla fragilità muscolare, dovuta sia alla preparazione sia al modo di giocare, sia sull’aspetto mentale e c’è un solo allenatore in giro che è in grado di sistemare velocemente entrambe le cose.

Due parole sui singoli oggi: Giroud ci sta costringendo a giocare in 10 e non è più pensabile farlo giocare a prescindere contro lo Jovic visto l’ultimo mese. Calabria ha mostrato molte limitazioni in difesa oggi ma con Pulisic in attacco ha una intesa che crea parecchie azioni pericolose – se si riuscisse a sgravarlo da compiti difensivi non sarebbe male. La difesa nel bene o nel male mi sembra comunque migliore con Kjaer che con Tomori – o meglio, semplicemente, senza Tomori non possiamo azzardarci a difendere a centrocampo con tutto ciò che ne consegue.

Ora arrivano due partite molto importanti contro Atalanta e Roma – per la Champions abbiamo preso un margine di 7 punti che è un margine interessante, motivazione per cui non sottovaluterei troppo la gara di mercoledì sera che ci potrebbe aprire porte molto importanti (una semifinale contro Bologna o Fiorentina sarebbe giocabile e se vinta aprirebbe le porte della Supercoppa e relativi soldi).

EMPOLI-MILAN 0-3

Marcatori: 11’ Loftus-Cheek, 31’ Giroud, 88’ Chaka Traoré.

EMPOLI (4-2-3-1): Caprile; Ebuehi (dal 28’ Ranocchia), Ismajli, Walukiewicz, Luperto; Grassi (dal 74’ Marin), Maleh; Gyasi, Baldanzi (dal 57’ Cancellieri), Cambiaghi; Caputo (dal 74’ Maldini). A disp.: Berisha, Perisan; Indragoli, Destro, Shpendi, Sodero. All.: Andreazzoli.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria (dal 70’ Bartesaghi), Kjær (dal 84’ Gabbia), Hernández, Florenzi (dal 35’ Jimenez); Loftus-Cheek (dal 70’ Musah), Adli, Reijnders; Pulisic, Giroud, Leão (dal 84’ Chaka Traoré). A disp.: Mirante, Nava, Simi?, Romero, Zeroli; Jovi?. All.: Pioli.

Arbitro: La Penna di Roma 1.

Ammoniti: 41’ Calabria, 54’ Jimenez, 81’ Marin.

Recupero: 3′ 1T, 3’ 2T.

Milan – Cagliari 4-1: la differenza con l’anno scorso

La partita di oggi – e se vogliamo anche quella di campionato – esprime tutta la differenza tra il Milan dello scorso anno che scese in campo perdendo col Torino e quello di quest’anno che elimina agilmente il Cagliari con un punteggio tondo, nonostante forse ancora più cambi. Sono le riserve all’altezza perché là dove c’era Origi oggi c’è Jovic come caso principe. Non è un caso che rispetto allo scorso anno quando non riuscivi nemmeno a battere la Cremonese il Milan quest’anno è riuscito a vincere più e meglio con formazioni rimaneggiate senza Leao tra l’11 titolare.

La partita oggi è stata facile. Facile sia per l’avversario, ma anche facile perché i primavera sono forti e sono forti proprio grazie al lavoro di Moncada visto che proprio la primavera era la sua area principale di lavoro ed oggi è una delle più forti sia in Italia (dove devono sistematicamente fermarla con vergogne arbitrali) che in Europa. Simic e Jimenez sono quelli che mi hanno colpito più di tutti, anche se è facile forse fare bella figura da difensore – rivedibile Traoré nonostante il gol.

Devo dire che non mi convinceva tanto la scelta di imbottire la squadra di seconde linee ma a differenza dello scorso anno queste ultime hanno fatto di tutto per mettersi in mostra e provare a convincere l’allenatore (a parte Romero che è oggettivamente una roba vergognosa). Avevo paura di uscire soprattutto nel momento in cui hai una possibile autostrada per la finale visto che l’Inter è uscita e la Juventus è dall’altra parte che vuol dire anche qualificazione alla Supercoppa del prossimo anno. Non capisco perché però siano stati messi Leao e Pulisic a gara già chiusa invece di far riposare Theo e Rejinders.

Vorrei concludere con due parole per quelli che dopo un 4-1 si sono messi ad attaccare la partita di Chukwueze. Se la tua prima preoccupazione è attaccare Chukwueze (che ha comunque fatto due bei gol in Champions) dopo una partita vinta 4-1 sei solamente in malafede. Ma – in fondo – ti capisco, su tutti gli altri acquisti nonostante ci hai provato non puoi dire nulla sono stati tutti azzeccatissimi e l’hai presa in culo pure su Jovic. Non ti rimane che il nigeriano, cara la mia vedova di merda.

MILAN-CAGLIARI 4-1

Marcatori: 29′, 42′ Jovic, 50′ Traorè, 88′ Azzi, 91′ Leao

MILAN (4-2-3-1): Mirante; Calabria (dal 61′ Florenzi), Simi?, Hernández, Jiménez (dal 80′ Bartesaghi); Adli, Reijnders (dal 80′ Zeroli); Chukwueze, Romero (dal 70′ Pulisic) Traorè (dal 70′ Leao); Jovi?. A disp.: Maignan, Nava; Kjær, Nsiala; Loftus-Cheek; Giroud. All.: Pioli. 

CAGLIARI (4-3-1-2): Radunovi?; Di Pardo (dal 72′ Zappa), Wieteska, Obert, Hatzidiakos; Deiola, Makoumbou, Jankto (dal 63′ Azzi); Mancosu (dal 72′ Sulemana); Petagna (dal 63′ Pereiro), Luvumbo. A disp.: Aresti, Scuffet; Capradossi, Goldaniga; Viola; Oristanio. All.: Ranieri.

Arbitro: Prontera di Bologna.

Ammoniti: Di Pardo, Deiola, Azzi

Recupero: 1′ pt, 3′ st

Milan – Sassuolo 1-0: un altro TUM di Pulisic

Ma che giocatore è Pulisic? Nettamente superiore a tutti in campo, Leao compreso. La risolve lui una partita molto difficile (qua l’Inter ci ha perso) dove nel primo tempo non brilliamo. E’ anche vero che a sto giro siamo riusciti a rischiare relativamente poco rispetto a quello a cui eravamo abituati, Maignan ha fatto solo una parata su tiro da fuori di Berardi. Per il resto cambia poco, siamo sempre messi in campo male ma l’infortunio di Tomori perlomeno obbliga la squadra a non giocare con la difesa a 40 metri da Maignan e si è visto sia nella maggior qualità dei contropiedi nel secondo tempo, sia in generale quasi nessuna palla veramente pericolosa per la nostra porta.

Per il resto siamo ancora terzi e siamo ancora in linea con l’anno scorso grazie a giocate individuali – principalmente di Pulisic che si integra molto bene con Calabria (guarda caso tra i migliori oggi) e supplisce un Leao veramente pessimo che non vince un duello in velocità e come sempre non riesce a fare un cross o un passaggio o un tiro che non sia impreciso o fuori tempo. La notizia è che Leao oggi si è preso giustamente i fischi di San Siro dopo essersi preso anche qualche cazziatone da Calabria in campo. Non so se siamo ad un punto di rottura o meno – ma non mi dispiacerebbe vedere investiti a questo punto i soldi della clausola.

Si è visto Bennacer a centrocampo finalmente titolare proprio nel momento in cui lo perderemo per una competizione di basso livello in un continente arretrato grazie alla dittatura della FIFA che non tutela chi paga gli stipendi. Rejinders oggi ha fatto una partita sotto le aspettative ma comunque buona e comunque reggendo da solo l’intero reparto perché Loftus-Cheek dopo l’infortunio non si è mai più rivisto ai livelli del PSG.

Chiudo quindi con un bilancio di questo 2023 in cui il Milan ha giocato 55 partite con 25 vittorie, 14 pareggi e 16 sconfitte con una media punti in campionato di 1,78 punti/partita. Il Milan è fermo a 36 punti in questo girone d’andata che non è un risultato troppo lontano da quello dello scorso anno (l’Inter poi finalista in Champions chiuse a 37 e lo stesso Milan a 38) nonostante una narrazione delle vedove del dirigente balearico che vede questo Milan molto peggio dello scorso anno.

Siamo molto peggio sì, a livello di gioco – ma siamo molto meglio a livello di organico. E infatti le giocate individuali di Pulisic e Rejinders ci hanno di fatto sorretto in questo girone d’andata. Purtroppo difficilmente vedremo questa rosa in mano ad un allenatore migliore vista anche l’abolizione del decreto crescita che costringerà a una cessione questa estate. Pioli rimarrà fino a giugno, poi si cambierà – me ne sono fatto una ragione io, se la faccia chi pateticamente tifa contro.

MILAN-SASSUOLO 1-0

Marcatori: 59’ Pulisic.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria, Kjær (dal 81 Simic), Hernández, Florenzi; Loftus-Cheek (dal 74’ Zeroli), Bennacer (dal 63’ Adli), Reijnders; Pulisic, Giroud (dal 63’ Jovic), Leão (dal 81’ Chukwueze). A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi, Jiménez, Nsiala, Kruni?, Romero, Traorè. All.: Pioli.

SASSUOLO (4-2-3-1): Consigli; Toljan, Erli? (dal 46’ Tressoldi), Ferrari, Pedersen; Thorstvedt (dal 89’ Ceide), Henrique; Berardi (dal 70’ Castillejo), Bajrami (dal 65’ Volpato), Laurienté (dal 89’ Mulattieri); Pinamonti. A disp.: Cragno, Pegolo; Missori, Viti; Lipani; Álvarez. All.: Dionisi.

Arbitro: Marinelli di Tivoli.

Ammoniti: 88’ Castillejo.

Recupero: 1′ 1T, 4’ 2T.

Salernitana – Milan 2-2: doveri di cronaca

I due minuti di recupero che non vengono dati in un recupero in cui si è giocato si e no 30 secondi è la prova di come oggi si può tranquillamente condizionare la partita. La si condiziona quando il primo giallo a Mazzocchi è dato al minuto 71 nonostante pugni, spinte e trattenute ripetute su Leao che ne è risultato condizionato oltre ogni modo. Se aggiungiamo un rigore di Fazio e non aver fermato il gioco con Tomori a terra ecco che ne esce una partita schifosa dove comunque Pippo Inzaghi ha letto bene Pioli tenendo due esterni che corrono belli alti a sfruttare lo spazio, un po’ come faceva da no quando aveva Menez (e infatti batté Roma e Napoli che in quegli anni non battevamo).

La Salernitana arrivava da tre sconfitte con due gol segnati e nove subiti. Aveva perso mae così come l’Atalanta prima di affrontarci, così come l’Udinese e il Dortmund. Se tante squadre vincono l’unica partita delle 6-7 che giocano con te, evidentemente il problema sei tu. Sentiremo vedove del campione spagnolo di Padel dire che il Milan non ha la rosa per battere Udinese e Salernitana quando basta vedere la partita di stasera per capire come la squadra ormai giochi completamente spaccata in due tronconi, senza nemmeno più pressare e senza movimenti senza palla rimanendo ancorata alle giocate individuali.

Il paradosso di tutto questo è che – come direbbe il giustamente esonerato – il Milan è nei parametri. Se la Champions League è tradizionalmente a quota 70 punti il Milan con 33 punti su 17 è nella media per finire sopra i 35 l’andata. Il Milan ha comunque mostrato una piccola crescita rispetto all’ultimo girone visto che lo scorso anno il girone di ritorno era stato finito con la miseria di 32 punti e una Champions conquistata grazie al procuratore Chiné. Lo scorso anno si erano accettati per via di una fortunata Champions dove siamo usciti più forti di quanto eravamo evitando tutte le big – quest’anno vista la rosa giustamente non si perdona niente.

Mi chiedo cosa si aspetti ancora per cacciare Pioli e prende almeno un Donadoni da qua a Luglio. Anche stasera abbiamo assistito all’infortunio muscolare di un difensore, l’ultimo. Troppi per credere che siano solamente un caso. Ci sono tanti, tantissimi segnali di body language per cui a questa squadra non frega più un cazzo – Pioli ignorato dai giocatori, i giocatori che non protestano dopo un gol subito con l’uomo a terra. Si sapeva che la stagione sarebbe stata buttata nel cesso nel momento in cui si è deciso per la conferma di Pioli ed è finita esattamente in questo modo.

Non c’è più niente da chiedere a quest’annata se non una tranquilla qualificazione nelle quattro – comunque fallita sul campo l’anno scorso – quindi un piccolo miglioramento. Al prossimo allenatore chiedo di cominciare a lavorare sulla fase difensiva perché il Milan i gol li fa ma continua a prenderne troppi e continua a prenderne di stupidi.

SALERNITANA-MILAN 2-2

Marcatori: 17’ Tomori, 42’ Fazio, 63’ Candreva, 90’ Jovic.

SALERNITANA (4-3-2-1): Costil; Mazzocchi (dal 78’ Bronn), Fazio, Pirola (dal 62’ Gyömbér), Bradari?; Coulibaly, Kastanos (dal 78’ Martegani), ??gowski; Candreva, Dia; Tchaouna (dal 78’ Cabral). A disp.: Fiorillo, Salvati, Daniliuc, Lovato, Sambia; Bohinen; Botheim, Ikwuemesi, Simy. All.: F. Inzaghi.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria, Tomori (dal 65’ Florenzi), Kjær (dal 46’ Simic), Hernández; Loftus-Cheek, Bennacer (dal 70’ Jovic), Reijnders; Pulisic (dal 70’ Chukwueze), Giroud, Leão. A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi, Jiménez, Nsiala; Adli, Kruni?, Romero, Zeroli. All.: Pioli.

Arbitro: Doveri di Roma 1.

Ammoniti: 33’ F. Inzaghi, 35’ Leao, 44’ Kastanos, 71’ Mazzocchi, 74’ Gyömbér.

Espulsi: 90’+4 Fiorillo.

Recupero: 2′ 1T, 5’ 2T.

Milan – Monza 3-0: individualità

Il Milan vince una partita molto difficile con una squadra bene allenata e lo fa nel suo stile – con quello di una delle rose più forti del campionato vittima di un allenatore indecente e di infortuni muscolari che si avvicendano uno dietro l’altro. La partita oggi si mette in discesa di fatto grazie ad una giocata individuale di Rejinders che riesce, finalmente, a trovare il suo primo gol a San Siro. Da lì facciamo quello che piace meglio a Pioli, tutti dietro e contropiede. Il 2-0 arriva su corner, il 3-0 è un contropiede a cui ne seguiranno due sprecati.

Nota a margine: il Milan sta invertendo la tendenza rispetto allo scorso anno perché al momento, in attesa delle ultime 3, con le piccole ha perso solamente cinque punti: tre vs Udinese e due vs Lecce. Le piccole le batti nonostante l’allenatore e nonostante le voragini a centrocampo perché finalmente davanti hai più qualità e non può essere altrimenti quando al posto di Origi, CDK e Saelemakers hai Okafor, Jovic, Chukwueze e Pulisic.

Poi restano le voragini a centrocampo, resta Maignan che è costretto alla solita super-parata (che è una risorsa ma anche un problema allo stesso tempo visto che vuol dire che qualcosa hai sbagliato), resta Colombo che due volte viene servito bene e il solito schema sul calcio d’angolo che ci costa un gol contro Lecce e PSG che per fortuna non punisce perché Carboni colpisce male.

Pioli si salverà ancora ma la squadra continua ad avere gli stessi problemi – ne esce vincente solo perché la rosa è troppo forte per perdere punti in queste partite grazie al lavoro di Furlani. In 48 ore in compenso si sono rotti Musah, Pobega e Okafor e nessuno chiederà conto a Pioli della cosa, nascondendosi dietro ad un generico continueremo a lavorare. Mi permetto di chiudere commentando una buona partita di Simic che purtroppo non ha mai visto il campo finché non era assolutamente necessario esattamente come successo in passato a Kalulu e Thiaw.

Ora ci sono quattro giorni di riposo e poi venerdì sera ultima prima di natale a Salerno. Avendo solo due partite da qua a fine anno (con la coppa italia il 2 gennaio) mi aspetto di vedere meno infortunati e più recuperi ed un Milan fisicamente in salute. Il problema, semmai, sarà quando si dovrà cominciare a giocare in Europa League i cui calendari sono fisicamente complicati e impattano poi nelle prestazioni in campionato da qua a fine anno.

MILAN-MONZA 3-0

Marcatori: 3’ Reijnders, 41’ Simic, 76’ Okafor.

MILAN (4-3-3): Maignan; Florenzi, Kjær (dal 67’ Bartesaghi), Tomori, Hernández; Loftus-Cheek (dal 67’ Bennacer), Reijnders, Pobega (dal 24’ Simic); Pulisic, Giroud, Leão [dal 67’ Okafor (dal 80’ Chukwueze)]. A disp.: Mirante, Nava, Jiménez, Nsiala; Adli, Kruni?, Romero, Jovi?. All.: Pioli. 

MONZA (3-4-1-2): Di Gregorio; D’Ambrosio, Caldirola, Carboni A. (dal 80’ Izzo); Pereira, Gagliardini, Pessina (dal 64’ Akpa-Akpro), Kyriakopoulos (dal 54’ Ciurria); Colpani (dal 63’ Carboni V.); Mota, Colombo (dal 54’ Mari?). A disp.: Gori, Sorrentino; Bettella, Birindelli, Carboni F., Cittadini, Donati, Bondo, Machin, Vignato. All.: Palladino.

Arbitro: Aureliano di Bologna.

Ammoniti: 34’ Reijnders, 55’ Carboni A, 90’+2 Gagliardini.

Recupero: 2′ 1T, 4’ 2T.

Newcastle – Milan 1-2: Europa League

Finisce come era prevedibile l’ultima serata di Champions League, con il Milan eliminato dalla competizione nonostante la vittoria perché il Dortmund non batte il Paris SG in casa propria. Pesa come un macigno il rigore inventato nella scorsa gara tra PSG e Newcastle che di fatto ci ha buttato fuori, pesa come un macigno anche l’errore di Leao nella partita di San Siro che ci ha compromesso la qualificazione già alla prima giornata.

La partita non la commento nemmeno – il primo tempo è una delle robe più orripilanti del Milan col Newcastle che ovviamente sfruttava le nostre voragini a centrocampo, Rejinders sembrava Biglia costantemente in ritardo, ci salvano un miracolo sulla linea di Tomori e una parata di Maignan. Nel secondo tempo rientriamo in gioco con un angolo totalmente casuale dove Pulisic riesce a mettere in rete.

Il Newcastle sbraga completamente e la partita si mette sul terreno che piace a Pioli: il tennis, la roulette russa. Tutti avanti, tutti dietro, tutti avanti, tutti dietro. Stavolta la spuntiamo noi con Chukwueze (ma non era scarso?) in contropiede. Potremmo pure dilagare a quel punto ma Jovic e Tomori sbagliano. Si guarda solo a Dortmund dove però prevale la linea “meglio due feriti che un morto” – al Dortmund va bene vincere il girone, al PSG passare.

Penso che questo degli ultimi tre sia stato il girone migliore per livello di prestazioni – purtroppo gli avversari erano tutti di livello. La partita ha dimostrato ancora una volta l’ottimo mercato e che il Milan semmai ha bisogno di avere un allenatore all’altezza in grado di farlo rendere al meglio. Per la Champions ci vedremo sperabilmente il prossimo anno dove il sorteggio peserà molto meno in favore della classifica unica e di otto avversarie diverse da affrontare invece che tre.

NEWCASTLE-MILAN 1-2

Marcatori: 33’ Joelinton, 59’ Pulisic, 84’ Chukwueze.

NEWCASTLE (4-3-3): Dúbravka; Trippier (dal 63’ Burn), Lascelles, Schär, Livramento; Miley (dal 71’ Longstaff), Guimarães, Joelinton; Almirón, Wilson, Gordon (dal 62’ Isak). A disp.: Harrison, Karius, Dummett, Hall. All.: Howe.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria, Tomori, Hernández, Florenzi; Loftus-Cheek (dal 72’ Pobega), Reijnders, Musah (dal 83’ Chukwueze); Pulisic (dal 73’ Jovic), Giroud (dal 83’ Okafor), Leão (dal 88’ Bartesaghi). A disp.: Mirante, Nava, Nsiala; Adli, Kruni?, Pobega; Chukwueze, Okafor, Traorè. All.: Pioli.

Arbitro: Danny Makkelie (NED).

Ammoniti: 40’ Leao, 45’+1 Maignan, 78’ Jovic, 80’ Musah, 90’ Florenzi.
Recupero: 2′ 1T, 4’ 2T

Atalanta – Milan 3-2: commentate voi

Sarò breve. E’ sabato sera, ho visto lo show di La Penna al limite del vergognoso dopo il 2-2 che ha cominciato ad ammonire a destra e a manca ad ogni contatto. Ho visto lo show di Pioli che non ci ha capito un cazzo dall’inizio alla fine. Ho visto Jovic pareggiare il record di gol di Origi al 9 dicembre – per chi ancora difende quella roba schifosa. Non ho voglia di rovinarmi il sabato per cui – oggi – lascio a voi. Abbiamo perso un anno per non aver cacciato Maldini lo scorso anno, ne abbiamo perso un altro per non aver cacciato Pioli quest’estate. Per la partita lascio a voi, c’è una bella sezione commenti qua sotto.

Buona serata.

ATALANTA-MILAN 3-2
Marcatori: 38’ e 55’ Lookman, 45’+2 Giroud, 80’ Jovic, 90’+5 Muriel

ATALANTA (4-3-1-2): Musso; Zappacosta, Djimsiti, Scalvini, Ruggeri (dal 90’+8 Holm); Pašali? (dal 87’ Adopo), de Roon, Éderson; Koopmeiners; Lookman (dal 82’ Miran?uk), De Ketelaere (dal 82’ Muriel). A disp.: Carnesecchi, Rossi; Bonfanti, Del Lungo, Hateboer, Zortea, Colombo, Manzoni, Mendicino; Cissé. All.: Gasperini.

MILAN (4-3-3): Maignan; Calabria, Tomori, Hernández, Florenzi; Loftus-Cheek (dal 72’ Jovic), Reijnders (dal 88’ Adli), Musah; Chukwueze (dal 59’ Bennacer), Giroud, Pulisic. A disp.: Mirante, Nava; Bartesaghi, Simi?, Kruni?, Pobega, Romero, Traorè. All.: Pioli.

Arbitro: La Penna di Roma 1.

Ammoniti: 71’ Reijnders, 72’ Ederson, 81’ e 90′ +3 Calabria, 88’ Jovic, 90’+2 Bennacer.
Espulsi: 90’+3′ Calabria.