Milan – Udinese: LIVE! Tim Cup 2013/14

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QUARTI DI FINALE DI COPPA ITALIA: A SAN SIRO IL MILAN AFFRONTA L’UDINESE IN UNA GARA AD ELIMINAZIONE DIRETTA CHE PUO’ VALERE LA SEMIFINALE NELLA SECONDA A SAN SIRO DI MISTER CLARENCE SEEDORF! SEGUITE CON NOI LA DIRETTA SCRITTA DI MILAN-UDINESE MERCOLEDI’ 22 GENNAIO, DALLE ORE 21.00, SU ROSSONEROSEMPER!

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Milan – Udinese: la seconda di Clarence

mil udiMercoledì 22 gennaio, ore 21, San Siro. Dopo il 3-1 contro lo Spezia della scorsa settimana arrivano i quarti di finale in Coppa Italia, che vedono il Milan opposto all’Udinese.

Com’è ovvio, essendo finito il girone di andata, c’è già stato un precedente tra le due squadre in questa stagione, e proprio a Milano. Era il 19 ottobre, e un Milan in difficoltà e fermo a quota 8 punti in 7 partite si imponeva per 1-0 sull’Udinese grazie a un eurogol di Valter Birsa, al secondo gol dopo il colpo con la Samp alla sesta giornata. Lo sloveno è poi “rientrato nei ranghi” senza far vedere altri colpi, annegato nella mediocrità del resto del centrocampo rossonero. Da lì in poi, solo 5 vittorie, 3 in campionato più Spezia e Celtic nel ritorno di Champions.

E la seconda partita della gestione Seedorf non sarà tutta rose e fiori. L’Udinese, pur menomata in campionato e ferma a quota 21 punti (dietro al Milan, e già questa è una notizia; e a +4 sulla zona retrocessione) è ancora una squadra che sulla gara secca può dire la sua; quest’anno, pur in un campionato mediocre, è arrivata una vittoria sulla Fiorentina e un pari esterno con il Napoli, oltre alla partita dello Juventus Stadium risolta solo nel finale da Llorente. Prima o poi, comunque, sarebbe dovuto succedere: gli smantellamenti che ogni estate rivoluzionano la squadra friulana hanno riportato l’Udinese in una zona della classifica che non occupava da parecchio tempo e i “vecchi” cominciano a non rendere più come una volta. Totò Di Natale, che ha annunciato il ritiro a fine stagione e molto probabilmente vedrà il Mondiale da spettatore, a quasi 37 anni ha visto calare drasticamente la sua media gol (è fermo a 7 marcature in 21 partite).

Non un compito facile quello di Francesco Guidolin, da quasi 4 anni al timone dei friulani e destinato probabilmente alla conferma. Solito 3-5-1-1 per lui, con: Brkic; Naldo, Danilo, Heurtaux; Pereyra, Badu, Allan, Fernandes, Silva; N. Lopez; Muriel. 4-2-3-1 invece per Seedorf, con: Abbiati; De Sciglio, Rami, Silvestre, Emanuelson; Poli, De Jong; Honda, Kakà, Robinho; Balotelli. Dietro ai titolari, un gran numero di Primavera, che potrebbero anche esordire in prima squadra. Nelle altre partite dei quarti, la Roma ha appena sconfitto una Juve apparsa svogliata e troppo chiusa in difesa per 1-0, con gol di Gervinho; domani sera è di scena Fiorentina-Siena, mentre per Napoli-Lazio si dovrà aspettare mercoledì prossimo. Per allora, si conosceranno già tutti gli incroci per le semifinali. Sperando che la ventata di novità portata da Clarence Seedorf ci porti dritti al turno successivo.

We Are AC Milan – I valori del Milanismo

ImmagineCome ben sapete (o se non lo sapete ve lo dico ora) questo sito è nato nel 2009 dalle ceneri del vecchio Milanorossonera di Devil1986 su Splinder.com. Oggi quel cerchio nato nell’ottobre 2009 in qualche modo si chiude dato che torniamo sulla nuova piattaforma Milanorossonera.it gestita da Jacopo Galvani (e nella cui redazione trovate anche la nostra Silvia Galbiati) che ha come obiettivo di diventare il nuovo punto di riferimento riguardante il Milan.

Troverete i nostri editoriali (possibilmente di diversi componenti della redazione) ogni lunedì, alle ore 12 – vi voglio quindi proporre qua di seguito il primo, postato nella giornata di ieri da me medesimo che è una riflessione sul Clarence Seedorf allenatore e, in particolare, sui valori che spero il numero 10 possa riportare al Milan – quelli che da tempo mancano alla nostra squadra.

We Are AC Milan – I valori del Milanismo

Torneremo. Perché il calcio è ciclico. Abbiamo aperto così nel 2009 il nostro blog e voglio aprire così anche questo intervento su Milanorossonera.it che mi vede personalmente felice per la vittoria ottenuta ieri sera nella prima di Clarence Seedorf. Cominciamo a scrivere nel punto più basso se non della storia rossonera almeno dell’era Berlusconi quello in cui ci ha trascinato il signor Massimiliano Allegri: il mio pensiero su di lui è arcinoto e non lo citerò qua nuovamente – non è infatti dell’aspetto tattico che voglio parlare oggi quanto di un aspetto altrettanto fondamentale che è quello della mentalità. ll problema del Milan in questi ultimi anni è stato principalmente dovuto alla mancanza di concentrazione e di attenzione oltre ad un gioco che aveva come primo obiettivo quello di non prendere gol come ha testimoniato l’atteggiamento in campo e alcune interviste di giocatori tipo De Jong che lo confermavano.

Basti pensare anche ad alcuni episodi accaduti dentro e fuori dal campo durante la gestione Acciuga: da Niang che si spaccia per Traorè, ai giocatori protagonisti più sui social network che in campo (specie prima di partite decisive come quella di Siena) passando per i clamorosi blackout come quelli accaduti a Reggio Emilia e i quasi 30 gol presi su calci piazzati nella gestione acciuga con e senza Thiago Silva. L’AC Milan ha bisogno come il pane di Seedorf per un piano che finora è mancato – e non di poco – quello motivazionale completamente ed erroneamente tralasciato dall’ex-allenatore del Milan e che ha portato a perdere uno scudetto già vinto nel 2012 e al disastro di fine stagione che è da imputabile solamente in parte ad una rosa che porterà più nazionali ai mondiali di quella avuta a disposizione quattro anni fa da Leonardo. Una rosa seppur non all’altezza della prima in classifica ma decisamente superiore a molte delle squadre che ci stanno davanti.

Seedorf ha il compito di riportarci in alto esattamente come ha fatto Pep Guardiola a Barcellona e Antonio Conte a Torino ovvero ricordando prima di tutto cosa voglia dire indossare quella maglia. Il primo anno di Conte in questo senso è esemplare: con una squadra non all’altezza delle rivali ha saputo vincere il titolo chiudendo il campionato senza sconfitte prima di tutto facendo gruppo e facendo rendere al 120% i giocatori a disposizione e, di conseguenza, mettendo pressione sul piano mediatico ed arbitrale cosa che al Milan manca – basti pensare a quanto accaduto nell’ultimo anno con i principali broadcaster totalmente schierati per la qualificazione Champions della Fiorentina e le magliette celebrative “rigore per il Milan” in vendita in questa estate cosa che ha portato poi, nel nuovo campionato, al non vedere più fischiato alcun fallo su Mario Balotelli.

Voglio quindi riportare l’appello del Mister ai tifosi fatto in conferenza stampa sabato scorso con la richiesta di un pubblico come dodicesimo uomo in campo – richiesta ovviamente disattesa nell’immediato visti i soli 30mila scarsi, poco meno di uno Juventus Stadium, presenti nella vittoria per 1-0 col Verona. Il discorso del pubblico presente allo stadio è da affrontare a parte visti anche i cambiamenti legislativi ma non si può non notare una frattura profonda partita dalla cessione di Shevchenko e culminata con quella di Kakà e con la tristissima pantomina dei tifosi non evoluti fuori da Milanello nel ritiro di Luglio 2010: in questi quattro anni nel tifo rossonero è mancato il remare tutti dalla stessa parte, quella del bene della squadra.

A livello personale mi mette tristezza vedere giocatori ex-Milan pagati come opinionisti in una TV a pagamento con il lutto in faccia ed il tono da funerale a causa di una vittoria dei nostri amati colori. Mi mette tristezza vedere questi individui spalare tonnellate di fango con il dente avvelenato probabilmente per un mancato ingresso in società e mi mette ancora più tristezza vedere parte della nostra tifoseria altrettanto prevenuta elogiare chi fa critica a prescindere come “qualcuno che pensa con la propria testa” relegando tutto il resto a “servi” e “lecchini“. Io al gol di Balotelli ieri sera ho esultato, perché il vero milanista esulta ad ogni gol della sua squadra – non so se posso dire lo stesso di questi signori che mettono l’ego personale davanti alla passione.

A Clarence la mia benedizione per il compito più arduo ovvero quello di amputare le mele marce e riportare tutti sullo stesso carro: presidenza, dirigenza, allenatore e tifosi e di riportare a San Siro il piacere e la voglia di vedere del bel calcio da tempo mancato in tre anni di “Palla ad Ibra” prima e “Palla a Balotelli” poi. I presupposti per ora mi sembrano buoni e la voglia da parte di è sceso in campo sembra esserci tutta: è il momento di andare a riprenderci la nostra storia – io sto con Seedorf. E voi?

Diavolo1990 – Rossonerosemper.com

La mano del professore

Balotelli e SeedorfQuante cose sono cambiate in una sola settimana. fino a domenica scorsa eravamo qui a commentare l’ennesimo disastro di Allegri, le sue scelte sbagliate e una sconfitta pazzesca contro una neo promossa. L’esonero e il conseguente arrivo di Seedorf ha portato aria nuova a Milanello, e anche una prima vittoria nella gara tutt’altro che semplice con un’altra neo arrivata dalla serie B, il Verona, che viaggia ad una media spaventosa.

Si è vista subito la mano di Clarence, soprattutto nella psicologia dei giocatori, più che nel gioco, visto che ha avuto veramente pochissimi giorni a disposizione per lavorare. Tutti più motivati, tutti più convinti e, finalmente, ognuno con un compito preciso da svolgere, già precedentemente studiato ed enunciato in settimana. L’identità è forse la cosa che più in assoluto è mancata fino ad oggi. in campo è sempre andata una squadra molle e confusionaria, senza ruoli specifici, senza indicazioni chiare. Non ha parlato tanto il nuovo mister dalla panchina, non ha urlato e non si è sbracciato: gli son bastate poche e precise parole in alcuni momenti della gara, perché a grandi linee la squadra sapeva già cosa fare, sapeva già cosa voleva vedere il suo allenatore.

Certo è presto, anzi prestissimo, per farsi prendere dall’euforia. La partita di ieri ha evidenziato ancora tante lacune, dalla poca collaborazione dei quattro d’attacco che troppo spesso si son divisi male lo spazio, ai brividi nelle palle perse (poche) a centrocampo. Ci saranno da rivedere la posizione e i movimenti di Honda, apparso ancora poco adatto allo spietato calcio italiano, così come quelli dei due mediani. Nel dopo partita si è cercato immediatamente di demolire anche questo nuovo Milan, tanto per non perdere l’abitudine e per non far aumentare troppo l’entusiasmo; certo, c’è tanto ancora da lavorare, ma se si considera che ha fatto più Seedorf in tre giorni che Allegri in 4 mesi, beh forse qualcuno farebbe meglio a mordersi la lingua prima di parlare (Boban, per esempio, che sarebbe ormai quasi da rinnegare!!).

Diamo tempo al tempo, diamo l’opportunità al nuovo mister di lavorare. C’è feeling tra lui e i giocatori, c’è entusiasmo e, soprattutto, ci sono idee chiare e una filosofia di gioco su cui costruire un futuro, sperando che sia vincente. Per me tutto questo è già un enorme successo!  

Milan – Verona 1-0: Up & Down

Up

Massimo Mauro:Seedorf ha vinto 3 Champions League con 3 squadre diverse“. E… niente, Manchester ancora non gli è andata giù.

Clarence Seedorf: tre cambi prima dell’80esimo. Ad Allegri da casa sarà venuto un colpo. Apprezzato il segno di continuità con la gestione precedente dato che nessuno di questi riguarda Muntari.

Alessandro Matri: due gol ed un assist nell’esordio con la Fiorentina. E’ già la trollata dell’anno 2014.

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Down

 

Gli Allegriani: “E lo vedete che Rami sta fuori?” “E Seedorf non può aver fatto miracoli” “Eh ma ancora possesso sterile.” se fossero stati critici con Allegri come con Clarence ne avrebbero chiesto l’esonero dopo Cesena. Coerenti!

Urby Emauelson: partita ottima del terzino rossonero. Ma come si permette? Non era scarso? E’ sicuramente un complotto contro Allegri!

Il Verona: prendere un gol da un giocatore di colore nella prima di un allenatore di colore in A. Si narra che Tosi sia stato avvistato legato ad una corda.

Milan – Verona 1-0: Buona la prima

sebaConsiderata la situazione alquanto critica di classifica, il primo dato importante sono i tre punti che incameriamo con piacere, e che tecnicamente ci portano più vicini alla zona Europa League (-7 da Inter e Hellas Verona) che alla zona retrocessione (+8 su Sassuolo, Bologna e Chievo). Un 1-0 senza sofferenze contro un Verona che evidentemente ha affidato la fase offensiva al solo Toni e ha problemi in sua assenza (e pensiamo che per l’ultima mezz’ora hanno giocato senza punte di ruolo), con un gol, dedicato a Seedorf, di Balotelli su sacrosanto rigore – l’ingenuità di Gonzalez sul movimento di Kakà non è degna del calcio professionistico, a pensarci.

Ma, a prescindere da come è maturato il risultato, il principale elemento da sottolineare è che, per la prima volta da molto tempo, il Milan ha un’identità. Con quattro giocatori a spiccata propensione offensiva e il notevole contributo dei due terzini, i rossoneri si sono delineati, dopo tre anni e mezzo in cui gli 11 andavano in campo alla rinfusa, come una squadra votata all’attacco. Nonostante alcuni elementi da limare (con così tanti davanti, bisognerebbe imbrigliare gli avversari in un pressing asfissiante), Robinho, Kakà, Honda e Balotelli hanno collaborato facendo girare il pallone continuamente, e Emanuelsson e De Sciglio hanno fornito spinta – soprattutto il secondo, che ha offerto la possibilità di esplorare le soluzioni dai lati.

Anche importante quanto avvenuto dietro: De Jong ha continuato nel suo lavoro di ladro di palloni, ovviando anche a numerose lacune (soprattutto quelle nello scatto breve) di Montolivo, mentre Bonera e Zapata non hanno commesso alcuna sbavatura, coprendo abilmente sulle ripartenze degli scaligeri – il che ci rende già possibile capire come buona parte dei problemi del Milan fosse legata al piano psicologico, più che a quello tecnico. Seedorf sembra aver dato una vitalità e una sicurezza nuova alla squadra, quello che serviva per un nuovo inizio dopo gli anni difficili di Allegri, e giocatori che sembravano accantonati (Emanuelsson soprattutto, ma anche nella seconda parte del match Birsa e lo stesso Petagna) hanno ripagato la fiducia concessa.

Ovviamente c’è ancora qualcosa da rivedere. E il primo problema, in questo momento, si chiama Keisuke Honda. Non regge ancora i 90 minuti e i ritmi del campionato italiano (era inattivo da un mese e viene comunque da un campionato non competitivissimo come quello russo), e ha ancora un po’ di difficoltà a confrontarsi con le arcigne difese italiane. Ma la tecnica c’è, e può essere un calciatore fondamentale nel 4-2-3-1 di mister Seedorf.

MILAN-VERONA 1-0 (Primo tempo 0-0)
MARCATORE: Balotelli al 37’ s.t. su rigore.
MILAN (4-2-3-1): Abbiati; De Sciglio, Zapata, Bonera (dal 7’ s.t. Silvestre), Emanuelson; De Jong, Montolivo; Honda (dal 18’ s.t. Birsa), Kakà, Robinho (dal 33’ s.t. Petagna); Balotelli. (Gabriel, Amelia, Zaccardo, Mexes, Rami, Cristante, Poli, Nocerino). All: Seedorf
VERONA (4-3-3): Rafael; Gonzalez (dal 40’ s.t. Jankovic), Moras, Maietta, Agostini; Romulo, Cirigliano (dal 45’ s.t. Donadel), Hallfredsson; Iturbe, Cacia (dal 16’ s.t. Martinho), Gomez. (Nicolas, Borra, Albertazzi, Cacciatore, Marques, Rubin, Donati, Donsah). All: Mandorlini
ARBITRO: Bergonzi; assistenti Dobosz e Giallatini; quarto uomo Paganessi.
NOTE: spettatori 30.953 per un incasso di 719.287,84 euro. Ammoniti Silvestre (M) e Montolivo (M) per gioco scorretto, Maietta (V) per proteste. Angoli 5-9. Recuperi: 0’ p.t., 3’ s.t.

Milan – Verona: LIVE! Serie A 2013/14

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INIZIA IL GIRONE DI RITORNO, INIZIA L’ERA DI CLARENCE SEEDORF. A SAN SIRO ARRIVA IL VERONA DI MANDORLINI, VINCITORE PER 2-1 NELLA GARA DI ANDATA. SARA’ L’OCCASIONE PER RISCATTARCI ED INIZIARE LA RISALITA IN CLASSIFICA? PER SAPERLO SEGUITE CON NOI MILAN-VERONA, DOMENICA 19 GENNAIO, DALLE ORE 20.45, SU ROSSONEROSEMPER.940-verona-milan

Milan – Verona: il ritorno di Clarence

mil verDomenica 19 gennaio, ore 20.45, San Siro. Inizia il girone di ritorno della Serie A; avversario di turno del Milan è il Verona di Andrea Mandorlini.

Il “nuovo arrivato” Clarence Seedorf ha già messo le cose in chiaro per quanto riguarda il gioco che intende imporre al Milan, e già questa è una cosa buona. Fari puntati sull’attacco, e 4-2-3-1 quasi leonardiano, modulo sì equilibrato ma con parecchia fantasia davanti. Contro la squadra che aveva dato inizio al calvario rossonero targato 2013/2014, cioè l’Hellas, l’olandese intende dare una svolta da subito alla squadra. E si percepisce già una mentalità diversa nell’aria; vediamo se a questo seguiranno i risultati. Clarence parla francamente della classifica e non promette miracoli, né “classifiche diverse” a un certo punto della stagione.

Ma l’inizio è subito una partita non facile, per molti versi. Il Verona è l’assoluta sorpresa del campionato, e in pochi avrebbero scommesso un euro sugli scaligeri in zona Europa League alla fine del girone di andata. Il girone di andata fallimentare delle due milanesi ha certamente aiutato, ma 32 punti alla pari con l’Inter è un ottimo bilancio per i ragazzi di Mandorlini. Il vecchio ma sempreverde Luca Toni, l’emergente Iturbe, e le conferme Cacciatore e Romulo sono i punti di forza dei gialloblu. Che però hanno perso Jorginho, vero jolly di questa prima metà di stagione, appena acquistato dal Napoli. Mandorlini, comunque, non rinuncerà al 4-3-3, che per l’occasione -domani sera- vede in campo: Rafael; Cacciatore, Moras, Maietta, Agostini; Romulo, Donati, Hallfredsson; Iturbe, Gomez, Toni. 4-2-3-1 invece lo schieramento del Milan, con: Abbiati; De Sciglio, Bonera, Rami, Emanuelson; De Jong, Montolivo; Honda, Kakà, Robinho; Balotelli. Ancora fuori Pazzini, ma l’infortunio stavolta si è rivelato molto meno grave del previsto (pare). Si rivede in panchina Petagna, rientrato alla base dopo il prestito alla Samp.

Mentre scrivo, non si sono ancora conclusi gli anticipi del sabato, Roma-Livorno e Juventus-Sampdoria. Prosegue la sfida a distanza tra le due big di questo inizio campionato, ma gli 8 punti di scarto cominciano ad essere tanti. Poche partite che catturano l’occhio dell’appassionato in questa domenica; spiccano Genoa-Inter e Bologna-Napoli, con i partenopei che hanno qualche possibilità di agganciare la Roma/rosicchiare punti alla capolista Juventus. Quella delle 20.45 di stasera sarà l’occasione per vedere se il cambio di guida tecnica porterà frutti da subito; da tifosi, ovviamente, speriamo di sì.

Bentornato professore!

NEWS_105816Il 2014 ha portato con se un bel regalo: l’esonero di Max Allegri dalla panchina del Milan e l’arrivo di Clarence Seedorf per rimpiazzarlo. Sul livornese ormai è stato detto di tutto, ma è abbastanza emblematico come abbia chiuso la sua carriera al Milan con una partita che paradossalmente rappresenta in pieno la sua carriera rossonera: un buon inizio seguito da una precipitosa caduta nel baratro fino a sfiorare quel limbo tra  Serie A e la Serie B, di cui il Sassuolo neopromosso è un’immagine precisa.

Le prime parole di Seedorf come coach sono state abbastanza rassicuranti :” C’è molto lavoro da fare“. Come dargli torto, bisogna cancellare quattro anni di non gioco, quattro anni di “diamo la palla lunga a Ibra/Balo e speriamo che Dio ce la mandi buona“, quattro anni di movimenti difensivi di una velocità degna delle migliori balere romagnole, quattro anni che hanno trasformato un Milan da carente sul piano fisico, a inesistente sul piano mentale. Ieri il nuovo mister dopo aver firmato il suo contratto fino a Giugno 2016 insieme ad un emozionatissimo Galliani (non sappiamo quanto fosse felice, l’allontanamento di Allegri è anche una sua sconfitta personale) ha voluto incontrare la squadra. Vederlo riabbracciare Kakà e Bonera o salutare per la prima volta Honda e Montolivo è stato qualcosa di sicuramente molto coinvolgente, segno che almeno l’obiettivo di riportare un briciolo di entusiasmo nell’ambiente Milan dopo il ciclone Allegri pare essere centrato. Ovviamente non mi soffermo su chi , mangiando pane e pessimismo, tende a scaricare tutto il suo livore su Clarence ricordandone le sue più recenti prestazioni non proprio sfavillanti con la nostra maglia, piuttosto che quelle grandi partite che hanno contribuito a fare la storia del Milan.

Sicuramente la scelta di Seedorf è una scelta molto rischiosa, e va riconosciuto alla società di averla presa probabilmente nel momento migliore: non sono d’accordo con chi dice che Allegri andava cacciato già da Giugno semplicemente perché così molti che sembravano vivere nel paese dei sogni, hanno potuto constatare effettivamente fino a che punto Acciuga potesse essere dannoso per il Milan. Detto questo, fare peggio del nostro caro ex-mister sembra umanamente impossibile, e sicuramente questo aiuterà Seedorf quantomeno nell’indulgenza dei tifosi eccezion fatta ovviamente per i ben noti rancorosi.

Non mi resta che fare il mio più grande in bocca al lupo a mister Seedorf, personalmente sono orgoglioso che abbia deciso di sedersi sulla panchina del Milan per il bene della nostra maglia, dimostrando senza ombra di dubbio un grande e vecchio cuore rossonero.

Pronti a svoltare

01seedorf22_76539_immagine_ts673_400Magie della televisione. Solo in questo modo posso spiegarmi quell’attimo di dispiacere che ho provato nel veder salire in macchina a testa basta l’ormai ex allenatore del Milan e varcare i cancelli di Milanello per non tornarci più. Fortunatamente il mio stato d’animo è durato solo un attimo, prima di lasciare spazio al sollievo: Allegri è stato esonerato, Allegri non allenerà più il Milan. Una decisione che se fosse arrivata quando doveva arrivare, ovvero durante l’estate 2013, ci avrebbe risparmiato molte sofferenze e prestazioni indegne, una decisione necessaria dopo il tracollo con il Sassuolo. Una partita che è riuscita a trasformare un buon giocatore come Berardi in un fenomeno, facendolo comparire su tutte le prime pagine dei giornali: tra qualche settimana tornerà tutto alla normalità e i tifosi si renderanno conto che in quella serata strana di gennaio Berardi non si è improvvisamente trasformato in un fuoriclasse, ma la difesa del Milan è rimasta negli spogliatoi.

La partita con il Sassuolo non è solo questo: è il match che ha messo fine alla storia di Allegri al Milan e che ha dato inizio alla fase Seedorf: in merito all’olandese sarebbe semplicistico dire che la scelta mi sembra affrettata, che consegnare la squadra nelle mani di un ex giocatore senza alcuna esperienza da allenatore mi sembra una follia, che il Milan avrebbe dovuto essere trascinato fuori da questo momento terribile da una guida sicura, pronta e caratterialmente molto forte. Sono invece pronta a farmi sorprendere, sono pronta a ripensarci, sono pronta a dare fiducia all’olandese, a cui il carattere certo non manca, soprattutto perché non mi pare di avere molta scelta.

Credo che la squadra che arriva nelle mani di Seedorf possa però avere un’arma in più, quell’Honda arrivato tra le esultanze dei nipponici rossoneri e tra i dubbi dei tifosi di casa nostra: la sua prima prestazione mi ha sorpreso positivamente e Keisuke potrebbe fornire alla squadra quei piedi buoni che a centrocampo scarseggiano. Una buona partita contro lo Spezia non può di certo essere indicativa, ma i movimenti sembrano quelli giusti e, soprattutto, non potrà certo essere peggio di alcuni elementi dell’attuale centrocampo milanista. Insomma la concorrenza non lo spaventa.

Voglio quindi pensare al futuro con spirito ottimista, voglio credere che il cambio tanto invocato possa dare una svolta alla stagione. E mi permetto di chiudere con una parola su Alessandro Matri, approdato a Firenze dopo mesi più che deludenti in rossonero: l’attaccante, durante la presentazione alla Viola, ha dimostrato come si possa cambiare casacca con classe e senza rancori. La sua ammissione di colpe è valsa per me più di cento dichiarazioni d’amore fatte prima di lasciare. Perché di brava gente nel calcio ce n’è ancora.

L’inutile agonia

20130524_allegri_seedorf2Tra tutte le tifoserie della massima Serie, quella che ha subito sicuramente lo choc maggiore dall’inizio dell’anno è proprio quella rossonera. La situazione tragicomica in cui versa la squadra è incredibile: rosa monca, mancanza di qualità, assenza di un gioco decente e di uno schema tattico.

Una scelta tardiva, ma comunque una scelta, ha portato un benedetto cambio sulla panchina rossonera, dove un Allegri utile come pettine per un calvo ha lasciato il passo all’olandese Clarence Seedorf, che ancora giocava e sculettava amabilmente in quel di Rio de Janeiro. E’ un gioco piuttosto stucchevole fare previsioni su quale sarà il futuro del gioco e della classifica milanista da qui a maggio. Sicuramente Clarence ha una personalità che, nel bene e nel male, qualche segno lo lascerà, ma nessuno può sapere quale sarà la sua mano sulle sorti rossonere.

Personalmente, da grandissimo detrattore dell’ex inutile livornese, sono contento come una Pasqua per esserci finalmente liberati di un peso morto di dimensioni colossali: totale assenza di schemi, preparazione della partita fatta forse con PES 2010, lettura della partita in corso magistrale, formazioni ripetutamente sbagliate e corrette ad minchiam, partite sistematicamente compromesse nei primi venti minuti e poi, a volte, miracolosamente ribaltate grazie allo studiatissimo schema “a cazzo tutti avanti”, proprio di ogni grandissimo allenatore. Molto della mano di Allegri si è vista proprio nei finali delle partite, dove una sorta di autogestione ha sempre caratterizzato le rimonte in extremis in partite come quella di Torino contro i granata. Per la serie: la qualità ci sarebbe anche, se gestita sapientemente, così come la grinta, quanto è il momento di tirare fuori gli attributi.

Mi cospargo il capo di cenere per le volte in cui accennai alla possibilità che un Ibrahimovic potesse essere quasi deleterio per il bilancio del gioco, essendo un accentratore di manovra: era semplicemente un grandissimo giocatore che sopperiva alle incredibili lacune di un allenatore mediocre. La verità è che la preparazione settimanale è sempre stata profondamente sbagliata, la fase difensiva, come quella offensiva, è sparita dalla dipartita di Ancelotti, e l’amalgama tra i reparti è solo un lontano ricordo. La qualità della rosa, certamente, non aiuta la squadra a primeggiare, ma non è e non può essere una scusante, ma anzi dovrebbe essere l’handicap che permette ad un allenatore di far vedere di che pasta è fatto.

Ora il danno è fatto, la speranza di ribaltare la classifica è tramontata da qualche settimana, ma quella di poter un giorno rivedere un Milan che domina, grazie a dinamismo, combattività, tecnica e qualità del “giuoco”, quella no. Cominciamo a ridare un’identità a questa squadra, sfruttiamo i pochi lati positivi a nostro vantaggio ed i risultati arriveranno. Certo è che se per risalire la china, la risposta è affidarsi sempre a Nocerino e Robinho, penso sarà una lunga salita verso l’Europa League.

Orgoglio rossonero

183436922-c542af35-5769-413c-938d-70b76efe471bLa prima e forse ultima panchina da primo allenatore per Mauro Tassotti ci porta una importante qualificazione ai quarti di coppa Italia, competizione da non sottovalutare viste le attuali condizioni di classifica del Milan. 3 a 1 alla fine, dopo una buona gara amministrata per quasi tutti i 90 minuti, escludendo solo la dormita colossale di Mexes sul goal.

La squadra, e la cosa non è affatto strana, ha giovato della assenza sulla panchina di Allegri, già a partire dalle scelte iniziali. Tassotti mette in campo gli uomini giusti, cosa che al livornese non è mai riuscita, e ridà finalmente qualità al centrocampo, uno dei maggiori punti dolenti di questa e delle altre stagioni. È stata data anche una importante occasione ai nuovi arrivati Rami e Honda, che hanno entrambi fatto bene, seppur con qualche sbavatura. Il giapponese, goal a parte, si fa vedere molto ed entra in quasi tutte le azioni d’attacco della squadra, cosa fondamentale per un vero numero 10; tuttavia, a mio avviso, bisogna aggiustare qualcosa dal punto di vista tattico, perché la sua posizione è stata non sempre chiara e a volte anche d’intralcio. Per il difensore francese, invece, una prestazione abbastanza agevole ma precisa, anche se con qualche rischio di troppo e qualche scelta discutibile sulla gestione della palla. Nel complesso due buoni esordi e due giocatori su cui sicuramente il neo tecnico Seedorf potrà fare affidamento.

Già, Seedorf. Quello di ieri è stato anche il pomeriggio del suo ritorno a casa, del suo ritorno a San Siro, contornato da entusiasmo e tante aspettative, specie da parte dei tifosi rossoneri. Non miracoli, certo, ma tanto lavoro e disciplina, cercando in prima istanza di dare un’anima a questo Milan che da troppo tempo non la possiede. È presto per parlare di tattica, di giocatori esclusi o esaltati e anche di mercato; il primo punto su cui Clarence si spera faccia leva è quello della testa, delle motivazioni, dell’orgoglio milanista. Lui lo può fare e non so se qualcuno lo potesse fare meglio di lui, vista la sua carriera da giocatore; c’è da lavorare, e non si tirerà di certo indietro, poi per il resto vedremo. Per il momento ci siamo liberati di una bella zavorra, quella che riusciva a bloccarci anche nelle situazioni più semplici.

È iniziata una nuova era per questo Milan, speriamo che dall’anno prossimo sia ricca di successi come la carriera di Seedorf, passando per il purgatorio di questi sei mesi. Forza Clarence, forza Milan…tiriamo fuori il vero orgoglio rossonero.

Milan – Spezia 3-1: Up & Down

Up

La partita degli Allegriani: no, veramente, è stata uno spettacolo. Da “non può aver fatto tutto Tassotti in tre giorni” fino a “ecco, abbiamo preso gol, lo vedete?”. Brutto colpo ragazzi, eh?

Clarence Seedorf: parte alle 0.50 italiane di ieri e arriva di corsa a San Siro per vedere giocare la squadra. Ed entrano Nocerino e Birsa. Vuoi che muoro?

Alessandro Matri: finalmente al suo posto. Sul frecciarossa per Firenze.

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Rai Sport: in una gara tra Spezia e Milan di Coppa Italia riesce a ricordare che Berardi è di proprietà della Juve. Professionisti.

Nicola Leali: papera colossale sul terzo gol. Anche lui è per metà della Juve ma non diciamolo, che è meglio.

Massimiliano Allegri: ci piace immaginarcelo così. Sul divano di casa, mangiando caciucco. Chiedendosi perché Muntari non giochi.

Milan – Spezia 3-1: il rasoio di Occam

bffbfaf720a50202490f6a70670070d1-162-kfsH--473x264@Gazzetta-WebComincia con una vittoria (ne dubitavate?) l’uscita dal buio del medioevo allegriano. Comincia con una squadra che lentamente torna a giocare a calcio e lo fa attraverso le cose semplici: lo fa con Montolivo rimesso in cabina di regia dove rende meglio e dove è stato tra i migliori d’Italia la scorsa stagione, lo fa con un centrocampo che vede finalmente in campo tutti giocatori tecnici, lo fa con Pazzini che al netto dei colpi di testa di Balotelli è la nostra migliore prima punta e domenica scorsa era in panchina a marcire così come Poli, tutt’altra cosa rispetto a Montolivo e lo fa con Honda e Rami mandati in campo in maniera decisamente positiva dopo la panchina di Reggio Emilia.

Il risultato è un netto 3-1 (non inganni l’1, preso ormai in pieno garbage time) contro uno Spezia che è sì più debole ma non così tanto rispetto, ad esempio, al Sassuolo. Il campo però dice molto di più: dice che finalmente si è giocato a calcio e lo si è fatto correndo, pressando, recuperando palloni e sfruttando per intero il gioco sulle fasce (esemplare il gol di Robinho, da cross di Pazzini), mettendo due terzini di ruolo al loro posto e Rami al centro della difesa un’altro che si è limitato a giocare semplice, spazzandola sempre e comunque invece di incaponirsi nei soliti passaggi orizzontali alla Zapata.

Il cammino è ancora lungo ma la luce è in fondo e si comincia ad intravedere. Settimana prossima ci giocheremo la semifinale contro l’Udinese in questo trofeo che rischia di essere l’unico vero concreto obiettivo stagionale, obiettivo che potrebbe portarci almeno in Europa League. La sensazione è comunque quella di avere un buon gruppo ed una buona base da cui ripartire per aprire in futuro un nuovo ciclo: senza Matri, senza Muntari, senza Nocerino e, soprattutto, senza Massimiliano Allegri. Oggi era il giorno zero e per ora la prova era superata. Oggi finalmente a San Siro, seppur contro il modesto Spezia, si è tornato a giocare a calcio. Oggi, finalmente, possiamo dare il bentornato all’AC Milan.

Milan-Spezia 3-1 (primo tempo 2-0)
MARCATORI: Robinho (M) al 28′, Pazzini (M) al 31′ p.t.; Honda (M) al 2′, Ferrari (S) al 46′ s.t.;
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Zaccardo, Rami, Mexes, De Sciglio; Poli, Montolivo, Cristante; Honda (dal 19′ s.t. Birsa); Pazzini (dal 26′ s.t. Petagna), Robinho (dal 33′ s.t. Nocerino). (Amelia, Gabriel, Zapata, Kakà, Bonera, Silvestre, Emanuelson). All.: Tassotti.
SPEZIA (4-4-1-1): Leali; Baldanzeddu, Lisuzzo, Bianchetti, Migliore; Schiattarella (16’ s.t. Culina), Bovo, Seymour, Rivas (31’ s.t. Ciurria); Catellani (40’ s.t. Orsic); Ferrari. (Vozar, Valentini, Ceccarelli, Ashong, Magnusson, Klapan, Borghese, Galelli, Passamonti). All. Mangia (squalificato, in panchina Cozzi)
ARBITRO: Russo di Nola
NOTE: ammoniti Honda, Mexes (M), Catellani (S)

Milan – Spezia: LIVE! Tim Cup 2013/14

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COMINCIA LA COPPA ITALIA: A SAN SIRO ARRIVA LO SPEZIA E ASPETTANDO CLARENCE SEEDORF E’ IL GIORNO DI TASSOTTI IN UNA GARA AD ELIMINAZIONE DIRETTA SENZA DOMANI. SEGUITE CON NOI LA DIRETTA SCRITTA DI MILAN-SPEZIA, MERCOLEDI’ 15 GENNAIO 2014, DALLE ORE 18.00, SU ROSSONEROSEMPER!

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Milan – Spezia: un nuovo inizio

mil speMercoledì 15 gennaio, ore 20.45, San Siro. Inizia anche l’ultima competizione che mancava per il Milan provvisoriamente affidato a Mauro Tassotti; avversario è lo Spezia guidato da Devis Mangia.

Lo storico vice dei vari allenatori del Milan, in sella dal 2001, è alla sua seconda e con tutta probabilità ultima partita da “titolare” sulla panchina rossonera. La prima fu un Milan-Cagliari 2-0 a inizio dello scorso campionato, in cui Allegri era squalificato. Oggi la panchina rossonera è vacante, ma si sa già il successore: ed è un nome notissimo, il classico pezzo da 90 del calcio. Clarence Seedorf sarà, da domani, l’allenatore del Milan. Completamente privo di esperienza in panchina, non dovrebbe essere lui a ricoprire in maniera ufficiale la carica, a meno di deroghe della Federazione. Non c’è comunque dubbio che sarà l’olandese (primo allenatore di colore nella storia della serie A) a prendere le redini della squadra, con Tassotti vice fino a giugno. Di certo tutto l’ambiente ne guadagna, ma è impossibile prevedere già da ora cosa succederà. Potrebbe rivelarsi un fallimento per via dell’inesperienza, ma anche un grande colpo (in fondo anche Capello non aveva mai allenato).

L’ultimo trofeo accessibile rimasto, dal momento che in Champions l’Atletico è osso forse più duro dello stesso Barcellona, è appunto la Coppa Italia. E teoricamente la metà del tabellone in cui si trova il Milan non è affatto insormontabile; Spezia, poi Udinese se si passa il turno, e in semifinale la vincente tra Fiorentina e una tra Catania e Siena. Un’eventuale finale potrebbe già significare Europa League, se l’altra finalista è tra le prime cinque in campionato. Quindi è un motivo in più per puntare anche su questa competizione, a campionato ormai rovinato. Lo Spezia di Mangia è squadra discreta, ma gioca in B e viene in trasferta a San Siro. Si spera che almeno questa partita venga vinta, se no ci troveremmo veramente davanti a un grosso problema. 4-3-2-1 per Tassotti, con: Amelia (Gabriel); De Sciglio, Rami, Mexes, Emanuelson; Poli, Montolivo, Nocerino; Honda, Robinho; Pazzini. In dubbio Kakà, che potrebbe restare a riposo. 4-2-3-1 per Mangia (squalificato), con: Leali; Baldanzeddu, Ceccarelli, Borghese, Migliore; Sammarco, Seymour; Schiattarella, Moretti, Carrozza; Ebagua.

Seedorf potrebbe essere in tribuna già stasera, pronto a prendere il comando da giovedì. Lazio-Parma ha visto il successo scacciacrisi dei biancocelesti per 2-1, che segue quello con l’Inter e il pareggio scialbo di Bologna. A completare il turno di Coppa Italia, Catania-Siena nel pomeriggio e Napoli-Atalanta in serata. Non resta che augurare buon lavoro, anche se solo per una sera, a Tassotti, e al suo successore Clarence Seedorf. Che da giugno avrà uno staff di ex rossoneri pronti a far rigare dritto la squadra, da Jaap Stam a Hernan Crespo. Come inizio non c’è male, vediamo se a questo seguiranno i risultati sul campo.

BREAKING NEWS: CLARENCE SEEDORF LASCIA IL CALCIO GIOCATO, E’ IL NUOVO ALLENATORE DEL MILAN

In una conferenza stampa convocata per le 16 italiane si è decisa la seconda parte del futuro del Milan. Dopo l’esonero di Allegri è infatti Clarence Seedorf il nuovo allenatore del Milan. Seedorf comincerà già a lavorare con la squadra da giovedì, dopo la partita con lo Spezia. Questi alcuni passaggi della conferenza stampa.

Smetto di giocare a calcio dopo 22 anni. E’ stata una notte difficile, ma io sono soddisfatto di quello che ho fatto nella mia carriera, quello che ho fatto con il Botafogo. L’obiettivo èstato quello di tornare a sognare, di arrivare in Libertadores dopo 17 anni. La mia felicità è di aver portato anche a risultati importanti in campo. Questo è stato un inizio”

Ci incontreremo ancora. Questa esperienza di un anno e mezzo mi ha fatto crescere molto e mi aiuterà nel mio prossimo passo, come allenatore del Milan, che mi ha ingaggiato in maniera elegante e corretta. Spero che il Brasile possa avere una Coppa del Mondo indimenticabile e la nazionale brasiliana possa onorare i suoi colori. Grazie!

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