Considerata la situazione alquanto critica di classifica, il primo dato importante sono i tre punti che incameriamo con piacere, e che tecnicamente ci portano più vicini alla zona Europa League (-7 da Inter e Hellas Verona) che alla zona retrocessione (+8 su Sassuolo, Bologna e Chievo). Un 1-0 senza sofferenze contro un Verona che evidentemente ha affidato la fase offensiva al solo Toni e ha problemi in sua assenza (e pensiamo che per l’ultima mezz’ora hanno giocato senza punte di ruolo), con un gol, dedicato a Seedorf, di Balotelli su sacrosanto rigore – l’ingenuità di Gonzalez sul movimento di Kakà non è degna del calcio professionistico, a pensarci.
Ma, a prescindere da come è maturato il risultato, il principale elemento da sottolineare è che, per la prima volta da molto tempo, il Milan ha un’identità. Con quattro giocatori a spiccata propensione offensiva e il notevole contributo dei due terzini, i rossoneri si sono delineati, dopo tre anni e mezzo in cui gli 11 andavano in campo alla rinfusa, come una squadra votata all’attacco. Nonostante alcuni elementi da limare (con così tanti davanti, bisognerebbe imbrigliare gli avversari in un pressing asfissiante), Robinho, Kakà, Honda e Balotelli hanno collaborato facendo girare il pallone continuamente, e Emanuelsson e De Sciglio hanno fornito spinta – soprattutto il secondo, che ha offerto la possibilità di esplorare le soluzioni dai lati.
Anche importante quanto avvenuto dietro: De Jong ha continuato nel suo lavoro di ladro di palloni, ovviando anche a numerose lacune (soprattutto quelle nello scatto breve) di Montolivo, mentre Bonera e Zapata non hanno commesso alcuna sbavatura, coprendo abilmente sulle ripartenze degli scaligeri – il che ci rende già possibile capire come buona parte dei problemi del Milan fosse legata al piano psicologico, più che a quello tecnico. Seedorf sembra aver dato una vitalità e una sicurezza nuova alla squadra, quello che serviva per un nuovo inizio dopo gli anni difficili di Allegri, e giocatori che sembravano accantonati (Emanuelsson soprattutto, ma anche nella seconda parte del match Birsa e lo stesso Petagna) hanno ripagato la fiducia concessa.
Ovviamente c’è ancora qualcosa da rivedere. E il primo problema, in questo momento, si chiama Keisuke Honda. Non regge ancora i 90 minuti e i ritmi del campionato italiano (era inattivo da un mese e viene comunque da un campionato non competitivissimo come quello russo), e ha ancora un po’ di difficoltà a confrontarsi con le arcigne difese italiane. Ma la tecnica c’è, e può essere un calciatore fondamentale nel 4-2-3-1 di mister Seedorf.
MILAN-VERONA 1-0 (Primo tempo 0-0)
MARCATORE: Balotelli al 37’ s.t. su rigore.
MILAN (4-2-3-1): Abbiati; De Sciglio, Zapata, Bonera (dal 7’ s.t. Silvestre), Emanuelson; De Jong, Montolivo; Honda (dal 18’ s.t. Birsa), Kakà, Robinho (dal 33’ s.t. Petagna); Balotelli. (Gabriel, Amelia, Zaccardo, Mexes, Rami, Cristante, Poli, Nocerino). All: Seedorf
VERONA (4-3-3): Rafael; Gonzalez (dal 40’ s.t. Jankovic), Moras, Maietta, Agostini; Romulo, Cirigliano (dal 45’ s.t. Donadel), Hallfredsson; Iturbe, Cacia (dal 16’ s.t. Martinho), Gomez. (Nicolas, Borra, Albertazzi, Cacciatore, Marques, Rubin, Donati, Donsah). All: Mandorlini
ARBITRO: Bergonzi; assistenti Dobosz e Giallatini; quarto uomo Paganessi.
NOTE: spettatori 30.953 per un incasso di 719.287,84 euro. Ammoniti Silvestre (M) e Montolivo (M) per gioco scorretto, Maietta (V) per proteste. Angoli 5-9. Recuperi: 0’ p.t., 3’ s.t.