Capitano mai amato

Fino ad ora, nonostante l’attualità non abbia mai mancato di suggerire le giuste occasioni, ho quasi sempre cercato di evitare di parlare di Montolivo, il capitano mai amato. Il duplice rischio che si presentava era infatti quello o di poter diventare troppo razionalisti (eccessivamente razionalisti, quasi ridicoli) cercando di giustificare prestazioni, diciamo, al di sotto di ogni pur misera aspettativa, o di accodarsi al gregge, gettando benzina su un fuoco accesso da persone poco intelligenti e alimentato da una massa di pecoroni che non riescono ad andare oltre la loro più scarsa capacità di giudizio. In altre parole, il rischio era (ed è) quello di parlare di Montolivo come un capro espiatorio (per forza di cose è così) o quello di indicare spietatamente Montolivo come un capro espiatorio (per forza di cose sarebbe così).

La verità non sta nel mezzo, anche se così potrebbe sembrare (non darò mai questa soddisfazione al vecchio Hegel): Montolivo è un discreto giocatore con gravi (gravissime) carenze a livello caratteriale, accentuate da una incostanza fisica spaventosa. Lo aveva dimostrato alla Fiorentina, subendo un calo di popolarità spaventoso, figuriamoci se non lo avrebbe dimostrato al Milan. Se il Milan gioca male non è sempre colpa di Montolivo e Montolivo non gioca sempre male. Il problema è che spesso (troppo spesso) le due cose coincidono, ed è molto facile individuare un singolo giocatore come responsabile di un insieme che, negli ultimi anni, ha raramente funzionato bene (e) in maniera costante. Ai teorici del complotto basterà controbattere dicendo che Montolivo è comunque titolare in Nazionale, quindi mi sa che il potere occulto di Galliani c’entri poco sulla considerazione che alcuni addetti ai lavori (inspiegabilmente nella mia umile opinione) hanno del giocatore.

Il Milan, volte (raramente) ha giocato bene nonostante Montolivo e, delle altre (raramente), ha giocato male nonostante Montolivo giocasse bene. Come precedentemente detto, credo, anche piuttosto banalmente, che sul centrocampista di Caravaggio pesino troppo i tratti di una personalità apparentemente troppo rinunciataria e troppo “molle”. La duplice conseguenza negativa è che si inasprisce, da parte della maggior parte dei tifosi, l’avversità nei confronti di questo giocatore che, risentendone, gioca peggio di quanto già non farebbe (probabilmente) anche se lasciato in pace. Accanirsi contro questo capitano mai amato non ha senso: anzitutto perché non è e non può essere il capro espiatorio della nostra mancanza di gioco, in secondo luogo non si aiuta un giocatore in evidente difficoltà psicologica. 

In questi mesi senza di lui, vedremo se sentiremo maggiormente la mancanza di un giocatore mediocre o se sarà più forte il rimpianto per il male minore che abbiamo a disposizione. 

8 commenti

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  1. In tempi non sospetti avevo dichiarato che Montolivo, recuperato sul piano fisico, sarebbe tornato ad essere ‘il Caravaggio’ che vedevo in lui. Con un capitano di tale caratura il Milan sarebbe tornato a lottare per i vertici della classifica. Invece ora per vedere il’ Milan ai vertici del torneo italiano devo sperare che si ripeta il ‘miracolo Rivera’. Gianni subentrò ‘al turista inglese’ Jimmy Greaves. Nereo Rocco voleva andarsene ma la dirigenza d’allora acconsentì alle richieste del Paròn affinché l’inglese potesse tornare a casa ed al suo posto potesse giocare Rivera. Ora in situazioni diverse, ma comparabili, Montella deve gioco forza far giocare Locatelli. Il bergamasco ha ha talento da vendere ma non è comparabile al miglior giocatore della storia del calcio italiano. Montolivo non è un turista ma semplicemente uno che con la maglia azzurra non poteva avere addosso più sfiga di quanto lui ha avuto.Quindi E’ un paragone un po’ forzato anche l’accostare Vincenzo Montella a Nereo Rocco. Tuttavia vista la lunga assenza del capitano non c’è che affidarsi ai ricordi felici ed alla buona sorte. Sperare che il ragazzino bergamasco sia la rivelazione del calcio italiano non è azzardato. I cinesi tardano a cacciare gli euro e allora bisogna fare di necessità virtù. Gli stolti hanno detto e fatto di tutto e di più contro il ‘mio’ Caravaggio. Ora versano lacrime di coccodrillo. Tant’è questo e lo squsallido mondo dei parolai e dei giornalai prezzolati. Auguri sinceri al capitano e forza e coraggio Locatelli…il futuro può essere tuo.

    • marchese il 15 Ottobre 2016 alle 15:01

    Ritengo perfetto l’editoriale, calzante in pieno sulle qualità di Montolivo (giocatore discreto e nulla più). Pur non avendolo mai amato particolarmente dal lato calcistico, sono ovviamente vicino a lui per la sfortuna marcia che ha avuto in Nazionale, ma non credo che il Milan risentirà particolarmente della sua assenza, almeno fino a quando ci si ostinerà a schierarlo come schermo avanti alla difesa, ruolo che sotricamente non è mai stato il suo, dato che il nostro ha fatto le sue migliori prestazioni in viola e in azzurro come quarto centrocampista di sinistra. Troppo lento come metodista per non subire le marcature avversarie e troppo poco tecnico in velocità per far ripartire l’azione. Ormai questi fatti, dopo tanti anni di serie A, è possibile dirle sul Monto, senza togliergli i meriti che ha e che raramente, purtroppo, ha mostrato in rossonero, dove peraltro ha la scusante di avere avuto vicino troppo spesso giocatori che gradiscono la palla sui piedi e che difficilmente vanno a cercarsi gli spazi. Vexata quaestio!
    Agganciandomi al nostalgico riferimento di Borgofosco, mi auguro, proprio per rimanere alla stagione 1961-62, che il Milan sappia cogliere nel marcato di gennaio un Dino Sani scartato comme ferro vecchio in Brasile. Era più lento di una Topolino in salita, ma pensava il calcio alla velocità di un Messi.

  2. A me sembra che la vexata quaestio su Montolivo oggetto dell’editoriale di 18 sia di semplice analisi. Una grande squadra deve avere grandi figure di riferimento. Accanto a queste, come satelliti, possono giocare altri ottimi giocatori . PUNTO. Il problema di Montolivo e’ solo qui. Non so se lui stesso, o altri , o le due cose assieme, lo hanno posto nel ruolo della figura di rifemento. Carismatico e tecnico. Capitano e regista. Cassata come errata la storia della sua presenza da titolare in nazionale con i vari tecnici.Ma quando mai? Invece pensate a Montolivo messo al posto dei seguenti
    registi dei quali dovrebbe svolgere le funzioni: Schiaffino, Liedholm, Sani, Suarez, Del Sol, Zidane, Pirlo, Falcao, Rajkard, Xavi,Eccetera…
    La gente non odia Montolivo, odia la consapevolezza che con lui in quella veste la propria squadra va assimilata al Sassuolo o alla Fiorentina o alla Lazio o….
    Mi ripeto e lo so. Ma per favore 18 dici le cose giuste ma usa meno indeterminatezza. Mamma mia , questo termine mi ha fatto ricordare un incubo. Si chiamava fislca sperimentale .

  3. Ok, Marchese. So che la pensiamo nello stesso modo. E non siamo i soli. Se poi a qualcuno passa per la testa che questo possa lontanamente significare unirsi ai beceri che gongolano per la sfortuna di un ragazzo rispondo come penserei per i miei stessi figli o nipoti : fa il vostro male chi vi adula ed illude ed oscura cosi’ la vostra stessa capacita’ di autocritica . Naturalmente anche la capacita’ di riconoscere i vostri limiti e di perseguire col sacrificio il massimo dei traguardi per voi possibili.

  4. Montolivo: l’uomo sbagliato nel posto sbagliato. Ovvero: un buon giocatore dalla personalità non particolarmente spiccata che gioca in un Milan in cattive acque. Il problema, credo sia tutto qui… Mi piacerebbe vederlo giocare in un ruolo a lui più congeniale ed in una situazione più comoda senza la responsabilità della fascia, senza fischi ad orologeria e con compagni a lui funzionali attorno. Per il resto, tanta stima per le ultime prese di posizione sull’ostilità nei suoi confronti. E tanti auguri di buona guarigione!!!

    1. D’accordissimo !

  5. un buon giocatore dalla personalità non particolarmente spiccata che gioca in un Milan in cattive acque

    Direi che è tutto sintetizzato molto bene. Il che spiega come non poteva essere accettato come capitano, erede di grandi capitani rossoneri.
    Certa tifoseria ne ha fatto inutilmente, erroneamente e indegnamente un martire.
    Non è detto che ci mancherà, però Locatelli è sicuramente un’incognita. Se ha la stoffa da buon giocatore però è la sua occasione.

    OT: Borgo, come vedi domani sera Rocchi dopo il pianto greco di Squinzi, Di Francesco e di quei rompimaroni di quelli del sciasciuolo???

    1. Mi unisco a te e ricordo a Borgofosco che aveva fatto una promessa.

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