Il gol di Muntari

E’ giusto avvertirvi, fin da subito, che questo editoriale non ha niente a che vedere con il gol di Muntari. Il fantasma che ci accompagna e che ci ossessiona da cinque anni, giorno e notte, appartiene ormai agli archivi storici e, dal momento che il Milan non è la Roma, non resteremo per trentacinque anni assillati dal gol di Muntari come fosse er gol de Turone, come fosse ciò l’episodio che ci ha tolto una delle pochissime gioie della nostra Storia. Certo, quell’episodio nefasto e doloroso, oltre che vergognoso per la sua evidenza non rilevata, è stato sicuramente decisivo per la conquista del primo scudetto bianconero dell’era post-calciopoli. Negarlo è da stupidi o da gobbi, fate voi (anche se, qualsiasi cosa scegliete non sbagliate). Quell’episodio è stato certamente decisivo per la rinascita della squadra prima di Conte e ora di Allegri. Ma non dobbiamo mai dimenticare che il Milan, sul finale di quel campionato, giocò male le sue carte (Bologna e Fiorentina) e quindi Amen. Il gol di Muntari è storia. Una storia che fa male come la monetina di Alemao o come la fatal Verona.

L’episodio semmai vuole essere spunto, forse un po’ pretenzioso, di un altro argomento, l’argomento che più ha tenuto banco da domenica ad oggi: il presunto trattamento di favore che il Milan avrebbe ricevuto nella partita rimontata e vinta contro il Sassuolo.

Delle partita dirò poco, per tre semplici motivi: anzitutto perché è stata una partita, fatte le dovute proporzioni relative al momento storico, alle circostanze imminenti e alla posta in palio, epica, e certe partite, più che raccontate, vanno vissute (ci sarebbe l’imbarazzo e l’inadeguatezza di raccontare certe emozioni e certe sensazioni); in secondo luogo è una partita i cui effetti, presumibilmente positivi, si vedranno o dovrebbero vedersi nel futuro, quindi per adesso forse è meglio non parlarne (mi limiterò a dire: maledetta sosta per le nazionali…); infine, molto più banalmente, è una partita di cui è stato già detto tanto, forse troppo: erroraccio di Abate, calo di concentrazione del Milan, Niang entra e spacca la partita, Locatelli meglio di Montolivo e Paletta come Yepes contro il Lecce nell’anno dello scudetto (alla faccia della sintesi).

L’argomento che tiene banco, però, come si diceva, è quello relativo alle decisioni arbitrali, proprio nel giorno in cui la VAR (video assistant referees)  fa il suo esordio (non attivo) nel campionato italiano (alla faccia dell’esordio).

Due punti vanno subito chiariti, prima di sciorinare il mio pensiero. Anzitutto sono rimasto profondamente deluso dalle parole di Di Francesco nel post gara. Le sue dichiarazioni, un misto di ironia e di denuncia pentastellata da quattro soldi, hanno palesato una personalità molto meno intelligente di quello che credevo, oltre che un allenatore provinciale degno di rimanere in provincia (anche se il presidente Squinzi ha cercato e sta cercando di rendere il Sassuolo qualcosa di più di una realtà provinciale). Secondariamente, il rigore concesso a Niang è stato generoso (ho sentenziato così già in diretta, senza attendere moviole, moviolone e processi). Niente di scandoloso, ma è un rigore generoso. E tra l’altro, se concedi questo rigore generoso al Milan, devi concedere anche quello analogo e successivo al Sassuolo, per il fallo su Politano, per il vecchio principio per cui non si possono adoperare due pesi e due misure. Fine.

Questa è l’analisi degli episodi in Milan-Sassuolo. Tutto quello che ha detto l’allenatore dei neroverdi è pretestuoso oltre che infantile e inappropriato. Affermare, più o meno indirettamente, che il Milan, in quanto grande squadra, è favorito, è semplicemente un’affermazione ridicola e non corrispondente alla realtà degli ultimi anni (o degli ultimi giorni: ma Di Francesco ha visto Fiorentina-Milan? Forse no, perché stava preparando la partita contro il Genk).

Non mi piace parlare di arbitri e rimprovero, per non dire che disprezzo, sempre chi lo fa. Lo trovo squallido, oltre che estremamente deprimente. Fatta salva la buona o la mala fede degli arbitri (aspetti per cui manchiamo delle competenze necessarie per giudicare), gli arbitri sbagliano e, soprattutto quelli italiani, sbagliano perché sono scarsi. Sbagliano perché peccano di autoritarismo, sbagliano perché peccano di lascivismo, sbagliano perché non accettano o non instaurano in alcun modo il dialogo, sbagliano perché, a volte si fidano troppe, altre volte proprio non si fidano dei propri assistenti, sbagliano perché non conoscono un regolamento che cambia in continuazione, sbagliano perché, più banalmente, sono scarsi.

In Milan-Sassuolo si è avuto a che fare con un arbitro scarso. E non accade di rado nel nostro campionato. È proprio il caso di scomodare i massoni, le scie chimiche e le lobby di chi voterà SI’ al referendum, caro Di Francesco?

10 commenti

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  1. Io sono un comunissimo beota tifoso del Milan e parlo male di alcuni arbitri perché non li ritengo affatto scarsi ma in malafede. Del resto qualcuno diceva che era meglio comperare un arbitro che un grande giocatore. Calciopoli, per chi è informato, ha dimostrato che i capolavori non sono casuali(Baglioni&palazzo arbitrale&Co)ma voluti. Ritroviamo lo stesso Romagnoli nel far cambiare la decisione della concessione di un penalty, per il Milan, a Damato a Roma contro la Lazio. Presunta trama poi completata con la mancata concessione, questa volta su segnalazione, mancata compiuta sempre dal noto tifoso juventino Romagnoli, sul gol di Muntari che avrebbero visto anche i marziani. Se questo è casuale allora esiste un folletto benigno chiamato Rubentus. Rispetto la tua opinione ma non la condivido e tanto meno condivido il mancato rispetto delle opinioni altrui sugli arbitri. Tanto più che sono supportate da fatti che oramai hanno scritto la storia delle nefandezze del ‘Palazzo arbitrale’. Storia recente che purtroppo Calciopoli non ha cancellato ma che anzi ha accentuato visto le pretese di restituzione di titoli rapinati al Milan. Abbiamo passato l’era Lo Bello, padre e figlio, passeremo anche l’era ‘rapina Muntari’. Ma la protagonista è sempre la stessa, la squadra che da sempre è il male, in tutti i sensi, del calcio italiano. Ma vengo a Di Francesco e Squinzi non tanto per motivi politici che mi trovano su posizioni opposte al patron bergamasco ed al suo servo sciocco. Lamentarsi ci sta lo hanno fatto tre allenatori del Milan che hanno perso con il Sassuolo a Reggio Emilia subendo sviste arbitrali ben più eclatanti di quelle subite dal Sassuolo a San Siro domenica scorsa. Insinuare favoritismi, della classe arbitrale al Milan, non è da ‘Prezzolani’ qualsiasi, squallidi opinionisti al soldo dell’altra squadra di Milano. Già ma il ‘bel tomo abruzzese’ è tifoso dell’altra squadra di Milano ed ha in ‘odio’ il Milan. Squinzi, presunto tifoso milanista, poi tra un si ed unn altro si ha ricevuto un bel NO…NO…NO…. dal trio Niang, Locatelli e Paletta. Se ne facciano una ragione e vincano a Reggio Emilia, al ritorno, ma senza i soliti favori arbitrali che hanno sempre avuto nelle precedenti gare.

    • yan il 5 Ottobre 2016 alle 12:58

    Le dichiarazioni dell’allenatore del Sassuolo sono esattamente in linea con qualsiasi allenatore di fascia medio/bassa che quando riceve epidosi a favore fa commenti solo sulla partita, le poche volte che invece li subisce è più facile aggrapparsi alle scelte degli arbitri. Poi ha sbagliato proprio sede, perchè chi ha avuto la pazienza di seguire il milan negli ultimi 3 anni oltre a sorbirsi una squadra con qualche problema tecnico si è dovuto accollare anche le decisioni arbitrarie il più delle volte a sfavore dei rossoneri. Il giochino dei punti senza favori/sfavori arbitrali il più delle vote ci vedeva con qualche punto in più. Domenica, sono sicuro che qualche milanista, io compreso, abbia finalmente goduto di qualche episodio a nostro favore. Era ora!

  2. Quando parlate del rigore su Njang guardate alla moviola nel groviglio dei piedi e non spalle o braccia. C’ e’ uno sgambetto grande come una casa.Per quello di Donnarumma, il giocatore del Chievo aveva allontanato la palla e non poteva piu’ raggiungerla.

    1. Segue….
      …e si e’ buttato per terra appena Donnarumma lo ha toccato.
      Quel fesso di Montella si e’ fatto espellere da cazzone: i due secondi che forse mancavano alla fine del tempo non bastavano certo per fare gol. Avrebbero consentito al nostro altri dieci metri di corsa inutile.
      Questo arbitro e’ stato impeccabile. Fossero tutti cosi’. A molti commentatori la giustizia arbitrale verso il Milan vale 5 in pagella!

    • marchese il 5 Ottobre 2016 alle 15:54

    Condivido l’opinione di Vittorio sul rigore dato a Niang.
    Se fate caso, il nostro attaccante era più o meno alla pari con il difensore e si strattonavano entrambi, solo che la nostra punta – dimostrando, se non intelligenza, almeno furbizia – ha messo la sua gambotta avanti a quella del difensore, proteggendo la palla o, come si usa dire oggi, occupando lo spazio, anche se nessun commentatore sportivo ha fatto notare la cosa (ma guarda un po’…). Ergo: era rigore, a stretta norma di regolamento. Che poi Niang in quella ormai scomodissima posizione non avrebbe segnato neanche se avesse avuto i trampoli di Tiramolla é del tutto irrilevante.
    E così, finalmente, una volta tanto, possiamo dire: “Rigore è quando arbitro fischia”.

  3. Di Francesco è la seconda volta che subisce una rimonta roccambolesca e amara da parte del Milan con lo stesso risultato (la prima a Lecce nell’ottobre del 2011, stesso giorno che ci lascio il Sic) e quindi un po’ gli deve essere rimasto sul gozzo. Concordo che è un’allenatore da provinciale e Sassuolo non fa neppure provincia.

    Sono d’accordo con Vittorio e Marchese sul rigore su Niang, ma sono altrettanto convinto che il rigore nel primo tempo su Politano fosse netto (Gigio lo sposta e gli mette l’avambraccio sul collo, dove va la palla ha poca importanza).

    http://www.gazzamercato.it/milan/dalla-spagna-milan-il-valencia-offre-10-milioni-per-montolivo/?intcmp=montolivo-valencia
    Fosse vero mi offro come autista! Purtroppo è sicuramente una delle tante cazzate dei cazzieri della penna.

    Onore invece per le dichiarazioni di Maldini all’offerta di Fassone. Grande uomo. Grande dignità. Spero in ogni caso che ci sia questa possibilità, una pietra fondamentale per il, “nuovo” Milan.

  4. Non voglio essere presuntuoso e mi affido a chi puo’ leggere il regolamento e riferire. Se ricordo bene per essere rigore un fallo in area deve comportare la compromissione, anche remota, di una possibilita’ di fare gol. ho sempre sentito dire che se la palla e’ irragiungibile non e’ rigore. Dite voi.

    1. Penso tu stia sbagliando Vittorio. E’ calcio di rigore qualunque fallo, scorrettezza che avvengono in area e che siano puniti con un calcio di punizione diretto. Non ha importanza dove sia il pallone, conta solo l’infrazione. Una volta si guardava anche alla volontarietà, ma oggi conta anche un danno procurato. Poi, nel caso di domenica, Gigio sarebbe stato sanzionato con un cartellino giallo perchè non era una chiara occasione da gol.

      1. Penso che tu hai ragione ed io ricordo regole superate.

  5. Va bene il regolamento, ma se il fallo di Donnarumma lo avesse commesso un difensore io credo che l’arbitro non avrebbe mai e poi mai concesso il rigore. Quindi, pur disconoscendo il regolamento e non volerne entrare poi troppo nel merito visto che l’argomento mi sembra abbastanza chiuso, io sono d’accordo con Vittorio. Per me il fallo di Donnarumma non era fallo da rigore.

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