Immaturi (e anche un po’ coglioni)

Dalla sconfitta di sabato sera (serata amarissima) mi rimangano alcune immagini, sulle quali ho ragionato e mi farebbe piacere (non tanto a dire il vero, ma si fa per dire) continuare a ragionare con voi. L’impressione è che siamo (ancora) una squadra giovane e, soprattutto, immatura. E non c’è soltanto quell’ immaturità angelica (ed esaltante) del nostro piccolo grande eroe Gigio Donnarumma, l’immaturità che si mischia e si confonde con l’incoscienza più pura, c’è (purtroppo) tanto e altro di più. C’è quell’immaturità un po’ stupida, un po’ adolescenziale, un po’ anni Novanta. Un po’, insomma, da coglioni.

C’è, anzitutto, l’immaturità di Niang che commette sciocchezze a ripetizione, come uno che ha nella stanza il poster di Balotelli e ha proprio deciso di seguire quell’esempio nella vita. Come ha scritto sapientemente ComunqueMilan, il giovane M’Baye è capace, nell’arco di cinque minuti, di condurci dalla domanda “perché questo ragazzo non gioca nel Real Madrid?” alla sconfortante considerazione per cui “ah, ecco perché questo ragazzo non gioca nel Real Madrid”. Come ha scritto, meno sapientemente, il sottoscritto, Niang più che un giocatore di calcio, mi ricorda un cavallo da corsa. Secondo me faremmo una fortuna portandolo all’ippodromo. Corre, corre, corre. Corre talmente tanto che a volte si dimentica il pallone e a volte, troppo spesso a dire il vero, si dimentica che sta giocando a calcio, appunto, e che lo sta facendo con la maglia del Milan. Non difetta in qualità tecniche, il nostro M’Baye Cagnotto Niang, ma di intelligenza tattica. Certo, poi segna il gol del 2-1 e che fai, vuoi criticarlo?

C’è l’immaturità di Kucka che manda a fanculo l’arbitro senza prima aver indossato la maglia di Bonucci, quella che garantisce l’immunità perpetua (o anche quella di capitan passato Totti, dai, per par condicio…).

C’è l’immaturità di Romagnoli che, pur di non segnare un gollonzo nella propria porta si tuffa in modo ridicolo e prende la palla con le mani come neanche il miglior Zelko Kalac avrebbe saputo fare. Caro Alessio, Mai dire Gol non esiste più come programma già da un po’, non ti preoccupare…

C’è l’immaturità di Gustavo Gomez, troppo morbido in marcatura per il campionato italiano.

C’è l’immaturità di Suso che non si lascia cadere prima del gol del 3-2 Napoli.

C’è l’immaturità di Montella che non dà l’indicazione giusta ai suoi (Mertens ha fatto quello che ha voluto per tutto il tempo in cui Sarri lo ha lasciato in campo; c’è chi sostiene di averlo visto prendersi un kaffè postandolo su facebook per i suoi amici quarentenni, depilarsi le caviglie – ad altezza risvoltini – e postare un video su snapchat con la lingua e le orecchie da cane). C’è l’immaturità di aver lasciato troppo in campo Bacca e Montolivo. 

C’è l’immaturità dei tifosi che, dopo essersi esaltati dopo la vittoria col Torino, hanno ricominciato a mettere a ferro e fuoco il web (eh, avessimo avuto questi cuor di leone nel 1789 sai che Rivoluzione che ne usciva fuori!). 

C’è l’immaturità di tutta una squadra che, anziché sfruttare il momento positivo dei due gol segnati, in pochi minuti, lascia che il Napoli, momentaneamente messo alle corde, si riprenda. C’è l’immaturità di una squadra che non ha saputo ragionare come tale e che, proprio in virtù dei due gol recuperati, non si è saputa accontentare di un pareggio che, tutto sommato, sarebbe stato ottimo, soprattutto per una questione mentale. C’è l’immaturità di una squadra che deve ancora crescere.

Ma quando crescerà?

4 commenti

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  1. Editoriale ineccepibile dalla prima all’ultima battuta. C’è poco da aggiungere, se non che meglio l’immaturità… della pochezza! Sì, perché dalla pochezza non ne esci se non cambiando in toto, cosa che oggi, per questioni economiche e di manico non è possibile. Dall’immaturità, di converso, è meno difficile uscire poiché bastano pochi e sapienti tocchi. In primis facendo acquisire esperienza ai singoli, che per farlo debbono giocare e sbagliare; in secundis inserendo in società una figura di peso e terzo, implementando la rosa con quei 2/3 giocatori che alzino il tasso qualitativo, portando gioco, risultati e di conseguenza tranquillità in un ambiente che da troppi anni non ne ha. Per questo, si confida nella nuova proprietà… per adesso è lecito e consigliabile sperarci, nel futuro chissà…

  2. Caro 18
    mi farebbe piacere, credo anche ad altri che leggono, se spiegassi il significato, che a me sfugge, della tua frase in parentesi che copio;
    “…..alcune immagini, sulle quali ho ragionato e mi farebbe piacere (non tanto a dire il vero, ma si fa per dire) continuare a ragionare con voi. ”
    Per il discorso sull ‘immaturita’ di questo e di quello mi permetto di dire che, essendo tu giovanissimo, hai fatto un uso un po’ eccessivo del relativo epiteto.

  3. A proposito di immaturita’ e pure di ignoranza. E’ sconvolgente constatare come in tanti aspettano i soldi dei cinesi per il mercato. Aspettano gli 80 milioni adesso a Settambre, aspettano i trecento milioni circa a Novembre……aspettano!
    Hei, coglioni ! ma che cazzo aspettate? i soldi che debbono pagare a Fininvest come se fossero soldi destinati a restare nel Milan?
    Oh, coglioni ! Fininvest prendera’ i soldi per avere CEDUTO il Milan. Ceduto tutto intero e non ha dentro ormai nemmeno un pelo.
    I cinesi debbono pagare prima tutto il Milan e poi , speriamo, investiranno. Quando ? Non sappiamo ma speriamo.
    Certo che se ne sentono minchiate , in giro.

  4. Lo sguardo inquietante dell’uomo della Magliana non avrebbe stimolato altro commento se non quello che ha ‘rocchianamente'(De Santis docet) favorito il ‘caos mentale’ che ha preso un po’ tutti e non soltanto il povero M’Baye. Impensabile che Kuko cadesse nella trappola dell’attore di sceneggiate napoletane e che Abate fosse in tale stato confusionale da apparire uno sfollato delle zone terremotate. Per l’ennesima volta Montolivo si smarriva non riuscendo a guidare la nave in porto con un risultato positivo. Anzi era persino responsabile della solita leggerezza che ha favorito il terzo gol di quelli pagati dall’acronimo di una marca di insetticida. Montella ci metteva di suo non imponendo la calma. Forse lui, come il sottoscritto ed il commentatore inglese, era convinto che il Milan avrebbe vinto. Peccato ma questa situazione non ha da ripetersi. Non c’è da chiedere scusa all’uomo il cui antenato è tumulato nella cripta di una chiesa romana. E’ lui che deve chiedere scusa ai tifosi del Milan ed a chi ama il gioco del calcio, pensando, forse ingenuamente, che sia ancora uno sport e non un gioco ‘Modesto’. Mi riprometto di osservare, seguendo il Milan commentato da telecronisti stranieri, cosa accadrà visto che l’ineffabile di Torino non da giornate di squalifica al campo di quei tifosi che gettano bombe carta contro la tifoseria avversaria ma per l’ennesima volta si accanisce contro i rossoneri(Ibrahimovic e Balotelli docet) nel comminare squalifiche esemplari. Va bene così ed attendiamo, alla ripresa del campionato a San Siro, cosa potrà accadere contro gli amici, con l’orribile divisa degli ergastolani, dell’acronimo del flit.

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