Il Mister Ideale

Data ormai per scontata la partenza del martire Inzaghi e spinti dall’irrefrenabile desiderio di accantonare la disastrosa stagione in corso per pensare alla prossima, pieni di speranza e illusioni, non facciamo altro che ipotizzare chi sia il prossimo allenatore del Milan. I nomi sono tanti, alcuni fondati altri pure invenzioni, da Sarri a Montella, da Ventura a Mihajlovic a Emery. Fino a poco fa si facevano anche i nomi di Klopp e Guardiola, poi scomparsi visto che proprio nessuno ci credeva.

In questo toto nomi dilagante ho cercato anche io di costruire l’identikit del mio allenatore ideale per capire chi si avvicina di più ai miei desideri in vista del prossimo anno. Innanzitutto il prossimo allenatore del Milan dovrà avere esperienza. Basta con gli allenatori improvvisati, quelli senza patentino o in attesa di ottenerlo, basta all’equazione grande giocatore = grande allenatore. Non funziona sempre, anzi quasi mai, dovremmo averlo capito ormai. Serve esperienza per risollevare una squadra, per mettere insieme i cocci di una compagine che non sa più cosa significhi gioco di squadra perché da squadra non ha mai giocato. E dico questo perché non mi illudo che il mercato possa trasformare la rosa ribaltandola completamente: le basi già ci sono, i soldi sono pochi, quindi verranno fatti alcuni innesti su quello che già c’è. Serve una guida che sappia cosa vuol dire fornire motivazioni, grinta e mordente a giocatori demoralizzati e spenti. Ma soprattutto serve un allenatore che sappia dare un’idea di gioco ben definita, che detti regole, schemi e moduli che valgano per più di due partite consecutive, che rimangano nel tempo. Forse così i giocatori riuscirebbero a trovarsi, a costruire geometrie e triangolazioni che vadano a buon fine. E sarebbe ora.

Il mio allenatore del futuro, inoltre, non dovrà essere simpatico, o almeno non necessariamente. Non mi interessa la faccia pulita, la cordialità e la pazienza con i giornalisti. Difficilmente quelli che piacciono a tutti si rivelano dei vincenti. Mi accontento di un allenatore schivo, poco sorridente e silenzioso, ma che in campo sappia riversare tutta la grinta che nasconde durante le interviste e le conferenze.

Voglio un allenatore che sappia cosa significa allenare una squadra a seconda dei suoi obiettivi, un allenatore che sa dove può e dove deve arrivare, uno che si pone un obiettivo e che non lo cambia in corsa. Un allenatore che sappia cosa significa allenare una squadra da promozione e una squadra da scudetto, che abbia fatto la gavetta necessaria a tutti, nel calcio come fuori. Non so chi tra i papabili si avvicina di più, forse Montella, forse Ventura, forse nessuno. Lo sappiamo tutti che l’uomo, come il mister, ideale non esiste. Ma io mi accontento di poco: non voglio un idolo delle folle. Voglio un allenatore.

18 commenti

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  1. Perfetto , SG , PERFETTO !!!
    C A P E L L O
    Con i poteri di Fergusson !
    Si risorge , si risparmia , si guadagna , e poi si vince di nuovo e presto .

  2. E per giunta si salva la faccia a Inzaghi il quale se non e’ uno stupido e presuntuoso ragazzino resta al di sotto di Capello e impara .
    E poi per giunta , Galliani si trova un posticino onorevole , si defila un poco e salva la faccia ,
    E poi per giunta , Barbara , trova chi gli insegna tutto quello che si deve sapere se si possiede una squadra di calcio .
    E poi , per giunta , e’ una bella occasione di fare un grande ripulisti di mangia stipendi inutili , comanda uno solo che sa TUTTO , non giovano mille esperti di staminchia e si risparmiano un sacco di soldi nella gestione .
    E poi , per giunta si riducono , perfino svendendoli , i giocatori in esubero , si fa una rosa d 27 al massimo e si risparmiano un altro sacco di soldi .
    E poi , per giunta il popolo Milanista non si puo’ certo dividere sul nome del tecnico in attivita’ piu’ vincente de mondo e torna a tifare , andare allo stadio e fare l’abbonamento .
    E poi , per giunta possiamo mandare a fare in culo gli speculatori che vogliono comprare la nostra bandiera e magari fare comemla juve che ha messo sul mercato azionario una parte del patrimonio .
    E poi , per giunta , se Berlusconi lo fa io compro qualche azione , tu pure , noi tutti pure a andiamo all’assemlea , con diritto di farlo , diciamo quel che ci pare e ci debbono ascoltare per forza ,
    E COSI SILVIO FONDA DAVVERO UNA DINASTIA !

    1. Marina e Piersilvio vogliono fare fuori BB… un saluto alla stagista!

      1. Io non faccio parte di quelli che per fare dispetto alla moglie si tagliano le palle!

      2. Per Vittorio.

        L’ altra volta ho smontato il Management italiota troppo clientelare. Oggi smonto la teoria del manager tuttologo. Ma per carità qui si torna in dietro di 50 anni poveri noi. L’ AD non deve essere un tuttologo (è uno dei principali motivi per cui molte aziende in Italia vanno male). Il bravo AD è quello che sa selezionare una classe dirigente competente a cui delegare i singoli incarichi. Non deve essere Barbara a formarsi oltre un tot. Ci vuole un Direttore sportivo a lei fedele che l’ aiuti a gestire una struttura di osservatori e uno sraff tecnico. Non è che Andrea Agnelli la mattina va a Coverciano ad imparare calcio. Ma delega Marotta di seguire tutta la parte tecnica e sportiva.

        Diavolo dice quasi il vero. Nel senso che Maria e Piersilvio non vedono evidentemente di buon occhio l’ ascesa totale di Barbara Berlusconi (Infatti penso che Barbara si troverebbe meglio con una cordata diversa che non le metta i bastoni fra le ruote).

        Diavolo dice quasi il perché molto presto di quello che pensano Marina e Piersilvio in merito al Milan non gliene fregherà nulla a nessuno perché il Milan molto probabilmente cederà le quote di maggioranza nei prossimi anni. Fortunatamente

        1. La Cantera , guarda che non mi hai letto con attenzione. Nella mia tesi quello che deve sapere fare tutto il lavoro di sua competenza e’ Fabio Capello o chi per lui. Francamente Inzaghi che vuole lo specialista dei calci piazzati mi fa venire voglia di dargliene uno in culo . A lui e ai tanti come lui . Non mi piacciono i mangiapane a tradimento , come si chiamano al mio paese .

        2. Benissimo. Ma Barbara va già bene così. Non serve abbia chissà quali competenze di calcio o sul come si gestisce una squadra di calcio.

          Capello ha fatto un’ era al Milan. Abbiamo profili come Maldini, diamogli una possibilità dico io

      3. Per Vittorio.

        L’ altra volta ho smontato il Management italiota troppo clientelare. Oggi smonto la teoria del manager tuttologo. Ma per carità qui si torna in dietro di 50 anni poveri noi. L’ AD non deve essere un tuttologo (è uno dei principali motivi per cui molte aziende in Italia vanno male). Il bravo AD è quello che sa selezionare una classe dirigente competente a cui delegare i singoli incarichi. Non deve essere Barbara a formarsi oltre un tot. Ci vuole un Direttore sportivo a lei fedele che l’ aiuti a gestire una struttura di osservatori e uno sraff tecnico. Non è che Andrea Agnelli la mattina va a Coverciano ad imparare calcio. Ma delega Marotta di seguire tutta la parte tecnica e sportiva.

        Diavolo dice quasi il vero. Nel senso che Maria e Piersilvio non vedono evidentemente di buon occhio l’ ascesa totale di Barbara Berlusconi (Infatti penso che Barbara si troverebbe meglio con una cordata diversa che non le metta i bastoni fra le ruote).

        Diavolo dice quasi il perché molto presto di quello che pensano Marina e Piersilvio in merito al Milan non gliene fregherà nulla a nessuno perché il Milan molto probabilmente cederà le quote di maggioranza nei prossimi anni. Fortunatamente

        1. Quasi il vero

  3. Mi permetto un OT.
    Questi due commenti trovati, indovinate dove, sono troppo belli per non essere copiati.
    Sul genere: se gli asini non volano, svolazzano… :mrgreen:
    milan49 scrive:
    28 marzo 2015 alle 19:13
    Cari fratelli milanisti,
    data la mia età, vi immagino tutti assai più giovani di me. Lasciatemi dire; non è vero che Berlusconi abbia un merito esclusivo nel dare grandezza alla nostra squadra. Si poteva esser felici del proprio milanismo già prima. Non aveva mai conosciuto periodi di strapotere finanziario tipo la Juve di Agnelli o l’Inter di Moratti (padre), ma aveva sempre navigato in gran dignità in Italia e in Europa, vincendo scudetti e coppe dei campioni.
    Fu la gestione di un certo Riva, figlio di un pezzo grosso di fede nerazzurra, a metterlo in difficoltà con ricadute propagatesi negli anni a seguire. Tuttavia anche nei momenti peggiori la squadra non fu mai ridotta a una miseria tecnica come la presente. Il tifo milanista accolse di buon grado l’arrivo di Berlusconi (più dei suoi soldi che di lui).
    A parecchi di noi il personaggio non gradiva nei modi. Troppo fasotutomi, troppo poco rispettoso delle professionalita (vuole insegnare come si gioca a gente che ha il dono di giocare in A). E chi è lui? Il Garrincha dell’edilnord? Alla lunga ha ottenuto risultati solo quando ci ha messo più soldi. Quando non ci ha messo gli sghei, un autentico disastro! Vogliamo riconoscere che non è mai riuscito a dare basi solide alla società.
    Se scorrete la storia di questi ultimi venti anni ve ne accorgete. I competenti (Rivera, Liedholm, Capello, Braida, Leonardo, Ancellotti, Pirlo
    Maldini) Quando non sono stati cacciati sono stati messi nella condizione di dover fare le valige.
    Steve67 scrive:
    28 marzo 2015 alle 19:41
    Perfettamente d‘accordo con te!
    Abbiamo raggiunto uno dei punti più bassi della storia rossonera con la colpevole compiacenza di una parte della tifoseria e della stampa.
    Una vergogna che certi soggetti, che nulla hanno a che vedere con il milanismo,continuino imperterriti a fare il bello ed il cattivo ma la punizione sta per arrivare ed il marchio dell‘infamia rimarrà per sempre impresso nei loro volti

    1. Certa gente merita Farina.

  4. In un ambiente dilaniato dalle polemiche e con scarsa disponibilità finanziaria ci vorrebbe qualcuno che ha realmente la bacchetta magica per trasformare in oro il ferro! ‘Il pesce puzza dalla testa’ ed è proprio quel che sta accadendo al Milan! Un ritorno di Capello mi appare improbabile, almeno nella misura in cui lui se andò via percependo un certo disimpegno di Silvio Berlusconi. Il friulano non accettava ridimensionamenti nelle spese per l’acquisti di grandi giocatori e se ne andò, più che essere mandato via come avvenne ufficialmente, dal Milan lasciando l’indicazione di assumere Alberto Zaccheroni. Con Bierhoff, Thomas Helveg ed uno straordinario Zvominir Boban, per non dire di Leonardo, del ‘canto del cigno’ di Alessandro Costacurta, del sempiterno Paolo Maldini e dulcis in fundo di Massimo Ambrosini , Maurizio Ganz e George Weah. Il Milan vinse lo scudetto del centenario dando parzialmente ragione a Fabio, un po quello che ha detto Antonio Conte alla ‘giuve’, che anche una squadra non eccelsa poteva vincere lo scudetto in Italia! Capello aveva lasciato perché aveva capito che le disponibilità finanziarie del Milan si erano ridotte così come la passione Rossonera di Silvio Berlusconi. Quello scudetto fu il ritorno ad un minimo di entusiasmo da parte della proprietà e portò all’acquisto di Andrji Shevchenko e dopo alla ricostruzione di un grande Milan mediante arrivi importanti che hanno dato vita ad uno dei Milan più belli e vincenti della storia Rossonera: il Milan di Carlo Ancelotti. Mi tuffo nella storia recente per desumere che difficilmente i periodi storici si ripetono così come difficilmente i ritorni di grandi allenatori comportano il ritorno ad un glorioso passato. In un team conta la totale unità di intenti ed una buona disponibilità economica! Se mancano queste prerogative non si costruisce nessun gruppo vincente sia esso in squadra di calcio oppure un qualsivoglia team sportivo!

    1. Borgofosco , scrivi :
      ” il ritorno ad un minimo di entusiasmo da parte della proprietà e portò all’acquisto di Andrji Shevchenko e dopo alla ricostruzione di un grande Milan mediante arrivi importanti che hanno dato vita ad uno dei Milan più belli e vincenti della storia Rossonera: il Milan di Carlo Ancelotti”
      Allora figuriamoci se il ” minimo di entusiasmo ” fosse stato un ” massimo ” !
      E che vincevamo ? 10 Coppe di fila ?
      Dai , amico Borgofosco , guarda in modo diverso . Giovanbattista Vico ,corsi e ricorsi storici . Nel calcio poi non si scappa . ALLORA :
      Primo : Capello e poi Ancelotti : trionfi
      Secondo : Zaccheroni e poi Allegri : uno scudetto ( zero x allenatore )e poi disastri .
      Terzo : meteore , e poi si e’ ricominciato .
      Obiezioni ?

    2. Per completare . Nota come la conquista di uno scudetto al loro primo anno , chiaramente dovuto ai soli giocatori vista la nullita’ di ambedue allenatori , sia da considerarsi una jattura . Ovviamente spero che lo sia anche per i Gobbi . Ma loro non sono soli ……

      1. Per minimo intendevo un Silvio Berlusconi seconda versione, diverso dalla prima versione dove acquisiva palloni d’oro a gogò! Una proprietà che magari non sarà sufficiente a ricostruire la squadra più forte di ogni epoca come avvenne con quella di Arrigo Sacchi poi lasciata a Fabio Capello. Mettere in piedi una struttura ed una squadra che sia in grado di vincere in Europa e nel mondo. Chiaro che i tifosi vorrebbero un piano d’investimenti che sia in grado di vincere uno scudetto in Italia e competere con le big europee. Questo non si può fare oggi non per colpa dell’allenatore ma delle diatribe interne alla società e forse anche in tutto il team!

        1. Aggiungici i molti tifosi distimici che vogliono da Silvio i soldi e lui appiccato a testa in giu’!

  5. Io da Berluoni vorrei una maggiore vicinanza alla sua creatura in questa fase per completare il suo capolavoro. Deve tenere duro ancora per un pò.

    1. Troppa gente ha mostrato una esacrabile irriconoscenza . Amici fidati lo hanno tradito , pure un santo si sarebbe rotte le palle . Non vendera’ mai il Milan fino che vive ricordatelo . Non e’ persona che la da’ vinta a nessuno .

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