In questo periodo di feste mi godo Inzaghi, i punti in classifica, questo Milan, Galliani e… Cerci

“Poche parole da dire. Il mio pensiero è andato subito alle parole che si sprecavano a luglio su di noi.
Dopo 3 mesi ce la siamo giocata con Napoli e Roma, squadre che ambiscono allo scudetto.
Non abbiamo fatto nulla, perché siamo il Milan e dobbiamo continuare a crescere!”
Sono ambizioso, voglio far tornare vincente questo club ma so da dove siamo partiti.
Ora dobbiamo cercare il massimo, se dovesse essere il terzo posto ne saremo felici!”
Avete presente cosa vuol dire la frase tipica “godere come un riccio”?
Viene usata talmente tante volte che forse si è perso pure il senso.
Ecco, oggi, a distanza di una settimana, io godo ancora.
E molto più di un riccio.
Il 27 Novembre scrissi un articolo su Diego Lopez (cfr: http://www.rossonerosemper.com/editoriali/37951/un-nome-una-garanzia-diego-lopez/) e ancora prima, il 6 Ottobre, su Inzaghi (cfr: http://www.rossonerosemper.com/editoriali/36420/ribadisco-grande-acquisto-milan-filippo-inzaghi/).
Due link che, scritti adesso, avrebbero del ridicolo perché con il senno di poi sono bravi tutti.
Ma prima dove erano tutti?
Dove erano quelli che ‘Inzaghi è immaturo’ o ‘Inzaghi è un rischio, un pericolo e non va bene per noi’?
E quelli che ‘Diego Lopez è uno scarto del Real’ o ‘Diego Lopez è una merda, altrimenti lo teneva il Real’?
O quelli che ‘Con questa squadra, da Inter, Juve, Roma e Napoli prendiamo 10 pere per volta’?
Ah, quanto godo.
E non è questione di essere felici per un pareggio, perché effettivamente di pareggi questi primi mesi ne abbiam fatti fin troppi.
Ma godo soprattutto per quella gente che, si dichiara Milanista prima, poi specula sul risultato inventando pere ovunque per noi ed infine sale sul carro dello 0-0, all’Olimpico, in 10 contro 11.
Perché, diciamolo pure, un primo tempo un po’ anomalo da parte di entrambe le squadre, ma chi è uscito con le palle quadrate dallo spogliatoio eravamo noi.
7 tiri su 9 centrano lo specchio della porta di De Sanctis.
Pochi? Forse.
E sicuramente siamo ancora lontani dal vedere un Milan vincente.
Ma di sicuro usciamo da queste due partite rafforzati nel morale e nella rosa.
Giocatori che non smettono di lottare, dal primo minuto all’ultimo.
Che non partono sconfitta a priori ma che cercano di superare le lacune tecniche con la grinta, il carattere e il cuore.
Altro che 10 pere o ‘Scansamoce, che se no la Juve scappa’.
Roba da fare accaponire i capelli.
Da far rizzare tutti i peli presenti in corpo.
Non posso nemmeno etichettarli come ‘tifosi’ perché mi fa schifo.
“Scansamoce”; “Prendiamo 4 pere noi dal Napoli (e dalla Roma)”; “Che cosa c’è stasera di bello alla tele” e perla finale, l’Inter perde ma “noi dobbiamo pensare a noi che siamo messi peggio”.
Oh, si, molto peggio.
Ma a parte peggio o meglio, di una sconfitta o di un pareggio dell’Inter si gode a priori.
Sempre.
Il resto è noia.

Ma partiamo da Napoli.
A San Siro erano presenti 10 gatti e 4 polli.
Tutti che beffeggiavano Inzaghi e i ragazzi, per poi alla fine, salire sul bellissimo carro di Inzaghi che vince e convince 2-0 sul campo di San Siro con i 10 gatti e i 4 polli.
Perché quei 10 gatti e 4 polli ci credono sempre.
Anche se non ci sono in campo i vari Maldini, Nesta e Sheva o Inzaghi.
Ci credono, pagano, sentono freddo e cantano per la squadra.
Risultato 2-0 e il sorriso fuori da San Siro alla faccia dei gufi.
Arriviamo a Roma.
Tolto il ‘Scansamoce’ che non voglio nemmeno commentare, eravamo stati scelti come vittime sacrificali.
Vittime che avrebbero preso 10 gol dalla Grande Roma di Sabatini perché giocavamo con Zapata, Bonera ed Armero.
Vittime perché ‘Il Napoli aveva in testa la supercoppa e non c’era in campo’ mica perché eravamo tosti in campo e con le palle.
No, demerito altrui.
Quindi come tali, noi andavamo all’Olimpico a prenderle e non darle.
Risultato?
Giochiamo meglio noi, le occasioni migliori sono un paio (forse 3) per parte, e in 10 contro 11 per mezz’ora resistiamo a quei pochi attacchi giallorossi.
Demerito della Roma anche qui, o un po’ di merito nostro e di Inzaghi ce lo mettiamo?
10 pere in faccia ai gufi.
Ma la cosa più bella è uscire dall’Olimpico con un punto d’oro.
Un punto che ci permette di essere, ora, a meno 2 dal terzo posto e con tre partite da giocare prima della fine girone molto più fattibili rispetto al duo che abbiamo appena passato.
Siamo usciti dall’Olimpico con la consapevolezza di essere una buona rosa, con ancora qualche pecca da sistemare (magari durante le feste) e soprattutto con la consapevolezza di essere una squadra.
Una squadra tosta.
Una squadra, qualunque cosa succeda e chiunque ci sia davanti.
Lo dicevo tempo fa: passi falsi (come Palermo, Cesena e Genoa) ci stanno perché non siamo ancora perfetti, perché abbiamo qualche lacuna, perché Inzaghi è ancora all’inizio e perché ci manca ancora qualche innesto per completare la rosa (a priori da sfoltire).
Ma la strada intrapresa è quella giusta.
Senza alcun dubbio.

Lo dicevo il 2 Ottobre dopo 3 partite, lo ribadisco ora a -3 dalla fine del girone di andata.
Siamo squadra.
Lottiamo.
Sudiamo.
Ci mettiamo anima e cuore.
E finché c’è questo, il resto e le lacune personali o di rosa passano in secondo piano.
Questo è il miglior pregio di Inzaghi: aver dato alla rosa la consapevolezza di essere tutti importanti (dal primo all’ultimo).
Averli difesi davanti a tutti quando le cose non andavano come volevamo tutti.
Aver dato loro la consapevolezza di non essere le ‘pippe’ definite dai giornali e l’aver ridato al Milan quei valori base da cui non si deve mai più prescindere.
E’ questo il suo gol più importante, quello che vale, per ora un meno due dal terzo posto, dalla Champions e dal ritornare ad essere ciò che eravamo.
Almeno per quanto riguarda le basi.

E mi piacerebbe sbattere in faccia, uno ad uno, i gol fatti dai ragazzi in questo inizio di anno a quelli che da Luglio (per citare le parole di Inzaghi) sprecavano parole, negative ed offensive, nei confronti dei giocatori presi (#weareparametrozero, tanto per capirci) e nei confronti di Inzaghi, bersagliato dall’inizio con insulti poco carini verso un giocatore e una persona che tutto meritava tranne che tutto questo.
Il campo, come sempre, fa il resto.
I risultati anche.
E dopo 3 mesi, dopo le varie e molteplici cagate che ho letto, posso sbattere in faccia ad ogni tifoso (se così possiamo definirlo) i risultati, i 25 punti (maggiori rispetto agli ultimi due anni), il lavoro di Inzaghi, i gol di Menez (deriso alquanto) e le parate di Diego Lopez (Ravezzani, ma in particolare modo Zazzaroni ancora ci danno su Twitter a dire che è una merda e intanto lui para anche le farfalle in campo).
Mi godo i ragazzi, i punti, Inzaghi e attendo davvero fiduciosa il mercato di gennaio.
Che è già partito con il botto e ci ha regalato il tanto voluto Cerci, utile soprattutto vista l’assenza di Honda e che ci fa liberare di uno stipendio in rosa molto elevato (nonostante il mio personale dispiacere per Torres, che seguo da Chelsea).
Finalmente è arrivato, ed ora attendo con gioia, con qualche mese di ritardo, le sue giocate con la maglia rossonera, insieme a Menez e Bonaventura.
E spero che il mercato ci possa dare anche un centrocampista dai piedi buoni e un terzino sinistro, ma soprattutto sperando di sfoltire la rosa il più possibile, visti i numeri esuberi che abbiamo.

Intanto, #ForzaMilan e buone feste a tutti.

1 commento

  1. Si Margherita il tuo post, scritto quasi con rabbia, fa trasparire il risentimento che hai nei confronti di quegli pseudo-tifosi che hanno avuto persino l’indecenza di offenderti. Una milanista non è ne ‘racchia’ ne ‘acida’ a prescindere. Poi tu sei una milanista ‘dentro’ e quindi sei bellissima. Ma veniamo a Pippo che io volevo da sempre seduto sulla panca del Milan. Pippo si sta dimostrando anche più bravo di quanto sperassi. Mi sta entusiasmando perché dimostra quelle doti di saggezza e umiltà che hanno fatto grandi molti allenatori, a partire da Gipo Viani, passando per Nereo Rocco, Nils Liedholm, Arrigo Sacchi, Fabio Capello sino a giungere a quello che è senza dubbio il grande prodotto della scuola Milan: Carlo Ancelotti mentore di Pippo Inzaghi. Questo è il Milan la sua gloriosa storia il suo carisma e la sua tradizione. Gli altri possono soltanto guardare ed illuminarsi di luce riflessa. Uno splendore che non per nulla porta i Rossoneri ad essere la squadra italiana più conosciuta ed amata a livello planetario. Il campo ci dirà se Pippo aveva ragione anche su Cerci. Ma sicuramente Pippo ha ‘costruito’ il fenomeno Ménèz ed è già un grandissimo merito. Ora lui scommette anche su El Shaarawy. Il popolo Rossonero adora questo fragile ragazzo dalla strana pettinatura. Se Pippo riuscisse a far estrinsecare, a Stephan, tutte le potenzialita tecniche che madre natura gli ha regalato…. ebbene si…. bisognerebbe cominciare a pensare ad una statua da affiancare a quella che c’è di Nereo Rocco a Milanello. Ma per come ha giocato il Milan a Roma, da ‘squadra’, da grande squadra, io credo che il piedistallo della statua Pippo se lo sta già costruendo. Non saprei dire dove arriverà questo Milan… il Milan di Pippo Inzaghi, ma certamente è una squadra che merita maggior calore e consenso, da parte di un pubblico milanista ancora scarsamente presente sugli spalti. Purtroppo questo è conseguenza di quanto le malelingue, gli antimilanisti, prezzolati e di maniera, speravano avvenisse. Loro godono come ricci se il Milan è in caduta libera verso i veri inferi che non sono la serie cadetta ma il disinteresse del pubblico. Un pubblico che ultimamente ha mostrato una certa disaffezione anche a causa di prestazioni indecenti(soprattutto nella passata stagione) della ‘propria’ squadra del cuore. Un pubblico non abituato ad assistere a prestazioni indecenti che non erano nelle caratteristiche e nel dna dei Rossoneri indipendentemente dagli interpreti in campo. Ma tutto questo sta per finire perché il Milan di Pippo c’è ed i veri valori della scuola Rossonera stanno ritornando prepotentemente ad essere invidiati, da tutti gli altri ‘rosiconi’, così com’è sempre stato!

I commenti sono disabilitati.