Milan – Lazio 0-1 TimCup: la partita tattica

Anche ieri sera ci è voluto un rigore, contro, e un espulsione a favore per far svegliare la squadra almeno per 45 minuti, ma questo è portato a ben poco. Abbiamo dunque avuto la riprova, che con il solo entusiasmo non si vincono le partite.

Ricapitolando:

  • tiri in porta pochi, solo in due occasioni ci rendiamo attivi sotto porta e in entrambi vengono commessi dei falli;
  • palloni persi molti, non si ha modo di giocare la palla in modo semplice, visto e considerato che i nostri uomini o si vanno a nascondere, oppure si fermano al limite dell’area senza attaccare lo spazio;
  • e per finire giocatori fuori posizione tutti, che ci porta al punto di prima che si ripercuote sulla difficoltà nei passaggi.

Ecco che buttare il cuore oltre l’ostacolo non ti aiuta, ti spinge a giocare senza avere un idea chiara in testa di come attaccare la difesa avversaria. Cambia qualcosa quando entra Honda, il quale cerca di trovare il passaggio giusto; a differenza di quello che hanno fatto Cerci e Menez per tutta la partita: puntare, puntare e di nuovo puntare l’avversario, senza mai saltare un uomo. Per completare tutto, quando siamo in possesso e non abbiamo vie di passaggio semplici, pur di non rischiare un passaggio in verticale, la giocano all’indietro mettendo in difficoltà il reparto arretrato. Tutto questo ci porta a subire innumerevoli contropiedi, e questo ci rende abbondantemente chiaro che il Milan attualmente non ha nessuna idea di gioco.

In data di ieri dunque ci ritroviamo ad essere senza obiettivi: terzo posto a dieci punti con sei squadre davanti, e fuori dalla Coppa Italia che poteva darci qualcosa in termini di entusiasmo, se vinta. Visti i recenti movimenti di mercato, eviterei tassativamente l’esonero di Pippo, perchè l’eventuale sostituto si troverebbe a lavorare con giocatori appena acquistati che non ha chiesto. Per finire vorrei riprendere la frase di Pippo di ieri sera: “… Ferguson ci ha messo sette anni per vincere il primo titolo, dopo la ricostruzione della squadra.” Ci sono delle sostanziali differenze: la prima, la dirigenza attualmente (veramente da anni, basta vedere gli storici dei mercati trasferimenti) non ha intenzione di investire sui cartellini di giocatori “da Milan”; e per seconda, da due anni (dopo le due illustri cessioni, Ibra e Thiago) che si mette in giro la parola di progetto, ma io non ne vedo alcuno. Quindi mi trovo in totale disaccordo con il “#ViaGalliani” esposto ieri sera, perchè per chi non lo sapesse Ariedo Braida si è accasato al Barcelona come D.S., allora i problemi non sono gli uomini alla guida del Milan ma chi ha permesso che Galliani, senza disponibilità liquide, ripiegasse su questi tanto criticati parametri zero.

I migliori:

  • Poli: cuore e polmoni e qualche inserimento, almeno lui mette tutto se stesso.
  • Montolivo: cerca, per quanto gli è possibile, di alzare il baricentro e andare a pressare sopra la linea mediana.

I peggiori:

  • Alex: il suo atteggiamento sembra quello di un vacanziere, che si affaccia per la prima volta in una località che non conosce.
  • Menez: troppo individualista, è un anarchico che gira per il campo. Quando entra Honda, dovrebbe essere quest’ultimo a giocare in mezzo al campo e non lui.
  • Muntari: è ancora un nostro tesserato?