Calciomercato: Ritorno al Passato?

CalciomercatoDa qualche anno oramai, a partire dai primi di luglio, dai principali mezzi stampa della penisola si eleva uno straziante lamento, una monocorde cantilena trita e ritrita che non ha altra funzione se non quella di stracciare le balle al povero appassionato in attesa (vana, nel mio caso) di sviluppi di mercato riguardanti la propria squadra: la Serie A è disastrata, snobbata, provinciale, morta e stecchita. Ah, summo il gaudio dei giornalai alla notizia della partenza di Cavani verso le lande parigine accompagnato dal tanto promettente quanto strapagato Marquinhos (a cui auguro una pronta guarigione), senza dimenticare la dipartita di Jovetic destinazione City of Manchester. Per gli sceicchi fare spesa in Italia è la moda del momento, i presidenti (quasi sempre)  prendono i soldi e ringraziano. Se dalla Serie A sono usciti, infatti, un campione e due ottimi giocatori, bisogna dire che erano parecchi anni che non si assisteva a un mercato in entrata ricco come quello attuale. L’analisi che seguirà cercherà di essere il più obiettiva possibile.

Partendo dall’alto, la Juventus di certo parte ancora favorita per la vittoria finale: è arrivato il tanto agognato “top player”, quel Carlitos Tevez tanto vicino al Diavolo e infelicemente sfumato, che sarà affiancato dal roccioso Fernando Llorente, sul quale ho più di qualche dubbio; in fondo l’hanno preso a parametro zero, in caso andasse male ci perderebbero poco. Restyling in attacco a parte, ad oggi la squadra guidata da Antonio Conte non presenta grandi variazioni rispetto alla passata stagione, eccezion fatta per lo strapagato Ogbonna che completerà una già buona difesa. Cambieranno, di certo, gli obiettivi: probabilmente i gobbi non si accontenteranno più di fare i pesci grossi in Italia, cominceranno a puntare con insistenza verso l’Europa che conta, con tutti i rischi del caso. Indubbiamente, la dipartita di Cavani non può che aver indebolito il Napoli, motivo per cui al neo allenatore Rafa Benitez e al pittoresco presidente Aurelio De Laurentiis spetta un arduo compito: trovare un degno sostituto del Matador. Ad oggi, i partenopei hanno riversato nelle casse del Real Madrid (!) circa una sessantina di milioni di euro per Raul Albiol, Jose Maria Callejon e Gonzalo Higuain, di fatto strapagandoli: bisogna però dire che mentre questi giocatori a Madrid erano, con la sola eccezione del Pipita, abbonati alla panchina, a Napoli, una realtà ben diversa, la loro titolarità non è in discussione. Il campo sarà giudice. Al blocco madridista si aggiunge l’esterno sinistro belga Dries Mertens e il portiere ex-Liverpool Pepe Reina. Squadra quindi completamente ridisegnata ( e “spagnolizzata”) da Rafa Benitez probabilmente per applicare il 4-2-3-1 che tanto va di moda in Europa. Tuttavia, a un esplosivo reparto offensivo dove Hamsik, Insigne, Mertens, Callejon e Higuain promettono scintille, fa il paio una difesa di livello medio basso nella quale, tra l’altro, mancano due terzini di ruolo, in quanto sia Zuniga che Maggio hanno sempre giocato da tornanti a centrocampo nel 3-4-2-1 di Mazzarri.

Il nuovo Napoli di Benitez dovrà riconfermare l’ottimo risultato ottenuto nella passata stagione, così come la Fiorentina di Vincenzo Montella. Ai Viola, infatti, spetta  l’arduo compito di replicare il terzo quarto posto conquistato lo scorso anno, e presenteranno in rosa diverse novità. La scontata cessione di Jovetic è stata compensata dal clamoroso arrivo di Mario Gomez: strano come il bomber tedesco, pagato 16 milioni, sia stato bellamente ignorato da diverse squadre economicamente più forti o più prestigiose della Viola; il City, per esempio, che si è ritrovato a spendere quasi trenta milioni per Negredo, una cifra pazzesca per un giocatore tutt’altro che di prima categoria. In ogni caso, l’ex centravanti del Bayern verrà affiancato dal neo acquisto Joaquin, dall’ex Palermo ilicic e dal redivivo Giuseppe Rossi, con i quali darà vita a un reparto offensivo niente male. Il centrocampo presenta gli stessi protagonisti della scorsa stagione più Massimo Ambrosini (per quanto mi riguarda ha fatto la sua scelta, mi sono limitato a ringraziarlo per quello che ha fatto per noi, poi ciascuno per la sua strada) che porterà preziosa esperienza per giocare la Champions Europa League. Tuttavia, manca ancora qualche nodo da sciogliere: il portiere innanzitutto, visto che Neto è pressoché impresentabile, ma anche il reparto difensivo, che per competere ad alti livelli va rinforzato e rimpolpato. In ogni caso, la Fiorentina è una delle principali concorrenti per il secondo posto; secondo posto che, ora come ora, non rappresenta una mera utopia per il nostro Milan. Ad oggi, La squadra è pressoché la stessa della passata stagione, gli innesti di Poli e Saponara sono funzionali al mo… al gio… vabbè insomma ad Allegri, tuttavia con il mercato in uscita bloccato a causa delle mancate cessioni, e il conseguente blocco del mercato in entrata, tutto è rimandato a dopo i preliminari di Champions League: in caso di passaggio del turno forse qualcosa si muoverà.

Chiudo questa disamina con qualche parola sulle romane e sulla seconda squadra di Milano. La Lazio di Petkovic ad oggi è una squadra già molto buona, che  fa della qualità della mediana, rinforzata dal giovane Felipe Anderson e dall’argentino Lucas Biglia, acquistato dall’Anderlecht, il suo punto di forza. I dubbi sono sempre gli stessi: la tenuta fisica di Miro Klose, comunque degnamente sostituito da Sergione Floccari (che ringrazio sentitamente in quanto uno dei fautori alla vittoria del campionato al fantacalcio lo scorso anno) nella seconda parte della stagione, e con lui quella della squadra, che di solito a partire da febbraio-marzo crolla. Se l’ottimo Petkovic riuscisse a sistemare questi aspetti, la Lazio diventerebbe un avversario da considerare nella lotta alla Champions League. Ben altri, invece, sono i problemi della Roma, giunta al terzo prog(g)etto in tre anni, quando i primi due si rivelarono conclamati disastri. I Capitolini ripartono dall’eterno capitan Totti e dall’altrettanto eterno “Capitan Futuro” Daniele De Rossi, oltre che dal pressoché sconosciuto allenatore Rudi Garcia e da qualche interessante acquisto, dall’olandese Strootman all’ex Interista Maicon passando per l’ex portiere del Napoli Morgan De Sanctis. Sulla carta la squadra è eccezionale, come le due passate stagioni: verdetto che però è stato ampiamente capovolto dal campo. Non c’è due senza tre? Aaah, ultimi nel post e nella vita, eccoci dunque agli eterni secondi, reduci da un glorioso nono posto in campionato. Bisogna dire che la compagnia di Moratti si è data da fare per sistemare le cosa: Mazzarri non è un malvagio allenatore, e gli acquisti, strapagando ovviamente, di Icardi e Belfodil ringiovaniscono una squadra che però, al momento, non sembra adeguata a lottare per obiettivi importanti. A meno che il divino Tohrir non scenda dal cielo sotto una pioggia di centoni prendendo le redini della baracca.

Come abbiamo visto, dunque, almeno per quest’anno la nostra Serie A appare tutt’altro che disastrata: molte squadre si sono rinforzate e diversi giocatori di livello provenienti da altri campionati hanno alzato la qualità generale del campionato. Che si stia tornando ai vecchi fasti? Molto difficile, finché non si risolveranno problematiche non indifferenti, la questione stadi e il corretto sviluppo e sfruttamento dei settori giovanili soprattutto, sarà difficile competere stabilmente al pari degli altri campionati. Tuttavia, grazie a programmazione e una buona gestione dei costi, per molte società è stato possibile mettere a segno colpi molto interessanti e, non lo nascondo, anche inaspettati. Tevez, Higuain, Balotelli, Gomez, Di Natale, Totti e Palacio: la sostanza non manca, statene certi: ci sarà da divertirsi.